Missione compiuta Reja in venti giorni ha rivitalizzato la Lazio

Pubblicato 
lunedì, 27/01/2014
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

EDY REJA UDINESE LAZIO

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO - Squadra imbattuta col nuovo tecnico. Un conto è la teoria, un altro la pratica. Come ricorda "La Repubblica", far coesistere Biglia e Ledesma era il sogno che Petkovic coltivava, ma che Edy Reja ha realizzato. "Questione di manico", ha sentenziato Lotito prima e dopo il pareggio con la Juventus. E come dare torto al presidente biancoceleste, che con una sola mossa si è improvvisamente ritrovato una Lazio competitiva, nella quale domina lo spirito di gruppo e dalla quale emergono le personalità dei reietti dell’era Petko. Una squadra rivitalizzata. Nella classifica, a 28 punti e con la striscia di quattro risultati utili, nel gioco e, soprattutto, negli interpreti. In un mese è cambiato il mondo. La cosa buffa è che la Lazio di Reja mette in pratica i principi base del Petko-pensiero: comunicazione tra i reparti, solidarietà reciproca e dinamismo, tutto ciò per "dominare l’avversario", un tormentone lungo un anno e mezzo, diventato realtà e arma in più della squadra. Cioè: per quanto corretta, la teoria resta fine a se stessa senza la forza della pratica. Fatto sta che ora tutti rendono un po’ di più, alcuni si rivedono dopo sei mesi di esilio tecnico sotto la precedente gestione, mentre altri, come il sempre positivo Candreva, beneficiano dei miglioramenti del contesto. Dias e Biava sono la prima certezza alla quale Reja si è aggrappato, e i due «vecchietti» non hanno tradito. Ma anche i titolari dell’era Petko sembrano adesso nuovi di zecca, primi tra tutti Miro Klose e Hernanes, entrambi tornati a determinare le sorti della loro squadra, come un tempo. Ma certamente il caso di Biglia può essere paradigma perfetto della trasformazione globale: impalpabile e senza spunto con Petkovic, un fantasma che lasciava perplessi di fronte a prestazioni talmente sgonfie da legittimare il dubbio sull’investimento fatto in estate (7 milioni) per prelevarlo dall’Anderlecht. E, soprattutto, l’etichetta di clone di Ledesma, affibbiatagli dagli osservatori dopo il disastro della Supercoppa ma anche dall’ex tecnico della Lazio che li ha bocciati in tandem alternandoli senza più lavorare sulla loro coesistenza. Che, abbiamo capito dopo la Juve, non solo è possibile, ma potrebbe rivelarsi un’intuizione tecnica decisiva. Il Biglia di Reja, infatti, è tutto un altro giocatore: preciso ed efficace, dinamico e combattivo. E la presenza dell’affidabile Ledesma al suo fianco può essergli d’aiuto, come da programma estivo. Adesso può andare avanti il piano di sviluppo che contempla l’inserimento dei giovani (il portiere Berisha sembra essere già una realtà), di Mauri che rientra dopo la squalifica e pure la «mission impossible», il recupero di Novaretti. Ora la base c’è. O meglio, è tornata realtà.

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