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CAVANDA vs. DARMIAN. Una vita sempre di corsa e un 2013 all’insegna della svolta

LAZIO-TORINO, IL FACCIA A FACCIA. Caratteristiche comuni, percorsi diversi ma la meta che perseguono i due esterni difensivi è la medesima…

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LAZIO-TORINO, IL FACCIA A FACCIA – Impegno, grinta e tanta capacità polmonare. Queste le qualità fondamentali per un buon terzino. Una lista nella quale Luis Pedro CAVANDA e Matteo DARMIAN possono spuntare ogni singola voce. In più i due possono vantare l’invidiabile capacità di saper giostrare su entrambe le fasce, cosa che fa sempre comodo ad un allenatore. I loro sono stati percorsi diversi ma la destinazione è comune: la coppia vuole esplodere definitivamente, dimostrando a tutti che è finita l’era nella quale veniva considerati delle “giovani promesse”.

CAVANDA vs. DARMIAN, UNA VITA SEMPRE DI CORSA E UN 2013 ALL’INSEGNA DELLA SVOLTA
Da epurato a rigenerato: questa è l’epopea di CAVANDA, autore dell’ennesima rinascita con la maglia della LAZIO. Dopo l’esplosione con PETKOVIC (e la seguente esclusione per motivi extra calcistici), il rinnovo siglato nell’estate del 2013 sembrava aver rimesso le cose al loro giusto posto, regalando all’esterno di origini congolesi una nuova chance. Poi, complice l’infelice stagione dei biancocelesti, di nuovo l’oblio con la società che tenta fino all’ultimo giorno di mercato di piazzarlo altrove. Col senno di poi, ma anche col sudore della fronte di Luis, è stato un bene: ora PIOLI si ritrova un’alternativa affidabile nel reparto dei terzini. E stavolta sembra poter essere quella giusta: gli addetti ai lavori gli hanno sempre imputato un deficit di concetrazione, che lo portava a commettere errori marchiani e spesso decisivi; nelle ultime tre gare invece si è visto un nuovo CAVANDA: “Sono migliorato tanto, soprattutto nel comportamento e nell’approccio alle partite. Anche tecnicamente, mi sento più maturo”. Il campo lo sta confermando, ora l’obiettivo prefissato è quello di superare quota 20 gettoni in campionato: un traguardo fin qui mai toccato. Chi invece non ha di questi “problemi” è Matteo DARMIAN che nelle ultime tre stagioni in maglia granata (due di A e una in cadetteria) ha totalizzato qualcosa come 100 presenze. La sua è stata un’ascesa esponenziale: cresciuto come difensore centrale nelle giovanili del Milan, il ragazzo di Rescaldina passa prima al Palermo, poi al club piemontese dove completa il suo processo di maturazione. Lo scorso anno l’exploit: nel sorprendente TORINO della coppia CERCI-IMMOBILE, il duttile esterno è una delle pedine più importanti dello scacchiere di Ventura: sempre presente, si impone come uno dei migliori tornanti del campionato grazie alla sua spinta costante e al suo spiccato senso tattico. Non a caso le grandi squadre iniziano a pensare a lui, ma la ciliegina sulla torta è la chiamata di Prandelli per il Mondiale brasiliano. Nell’infausta avventura azzurra, il granata sarà uno dei pochi elementi a salvarsi. Ora, dopo la straordinaria annata dello scorso anno, DARMIAN è chiamato a confermarsi, sa bene che non sarà facile ma non si lascia intimorire: “So che mi devo prendere qualche responsabilità in più, non mi sottraggo a questo compito”. Lui ha ormai preso padronanza della fascia, CAVANDA sta lottando per raggiungerlo. Intanto domenica battaglieranno per i tre punti, che per quest’ultima sfida non è ancora arrivato il momento di proclamare un vincitore.

I PRECEDENTI – I due si sono incrociati per tre volte nel corso della loro carriera, ma nessuno è mai riuscito a prevalere sull’altro: tutti i precedenti infatti si sono chiusi con un pareggio. Si parte con la sfida tra BARI e TORINO del 21 aprile 2012 chiusa sul risultato di 0-0 (anche se CAVANDA, allora in prestito ai ‘Galletti’, non partecipò alla contesa), per poi chiudere gli ultimi due precedenti all’Olimpico tra LAZIO e TORINO: l’1-1 del 31 ottobre 2012 e il 3-3 dello scorso 19 aprile.

Daniele Gargiulo

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