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Bollini: “Bisogna stare attenti con Keita, può crescere. Cataldi ha imparato a modularsi, Tounkara non deve aver fretta”

Alberto Bollini, dopo l’esperienza al Lecce, riparte ancora una volta da Edy Reja. Sarà il secondo del friulano all’Atalanta…

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NOTIZIE LAZIO – Con la Primavera, quella prima della gestione Inzaghi, ha fatto faville e vinto uno scudetto. Alberto Bollini, dopo l’esperienza al Lecce, riparte ancora una volta da Edy Reja. Sarà il secondo del friulano all’Atalanta, ormai è un fedelissimo. Il tecnico di Poggio Rusco ha parlato ai microfoni di Radiosei: “Per me è un onore, quando un allenatore del genere si affida a me per determinati compiti vuol dire che abbiamo instaurato un rapporto tecnico-umano di livello. Mister Reja è un fuoriclasse di umanità, sono orgoglioso di poter lavorare ancora con lui. Durante il mio percorso alla Lazio come coordinatore del settore giovanile lo sentivo spesso e mi ha sempre promesso che se avesse avuto una possibilità me l’avrebbe offerta. E ora mi ha reso felice e orgoglioso con questa nuova occasione. Darò il mio contributo”. Alla Lazio ha inaugurato la tradizione dei giovani. “Mi sento molto orgoglioso. Non è retorica quando si dice che un allenatore partecipi in maniera attiva alla formazione completa di un giocatore. Ho sempre battuto molto sull’aspetto sia tecnico, ma soprattutto su quello mentale. Ovviamente i vari Onazi, Keita e Cataldi non sono andati in Serie A per Bollini, ma insieme allo staff che insieme a me ha collaborato a creare la mentalità giusta per plasmare questi giocatori. Nella mia gestione ho lavorato molto con la partecipazione al gruppo, al senso della maglia, per un’accoglienza umana nei confronti degli atleti stranieri. Grande attenzione a tutti i dettagli che poi ti fanno rendere al meglio. Con Keita abbiamo fatto un grosso lavoro, per un anno si è potuto solo allenare. L’abbiamo aiutato molto in quel periodo e vedendolo oggi ti rendi conto che è stato fondamentale. Per lo spagnolo personalmente non noto niente di strano, ha vent’anni, biosogna fare attenzione a quest’età nel sbilanciarsi coi giudizi. Con me la competitività non era altissima, il parco attaccante era ridotto per infortuni e vicissitudini. La sua imprevedibilità, il suo non sentire lo stress esaltava le sue doti. Quando quest’anno gli venne chiesto un qualcosa in più, come è giusto che sia, ha avuto un piccolo calo. Ma non dobbiamo dimenticarci che si giocava una maglia con dei fuoriclasse. E’ un ’95 ha avuto uno spazio importante, può crescere molto, anche lui deve essere bravo a lavorare quotidianamente e superare le difficoltà di quando giochi meno. Accettare ogni tipo di scelta. Cataldi ha avuto uno scatto di personalità importante, intravedevo in lui caratteristiche al di fuori della media, sia tecniche, quanto caratteriali. Leader agonistico, doveva solo modulare la sua esuberanza e la frenesia. Ha avuto una velocità di modulazione incredibile, è riuscito a essere protagonista dappertutto. Quando lo vedo è un ricordo e un presente sportivo bellissimo. Sono contento per questo suo exploit. Col mio modulo giocava da interno, ma è un gicatore che ha talmente tanta tecnica e visione di gioco che può fare ogni tipo di ruolo. In prima scelta lo vedrei bene da intermedio, i calciatori moderni quando hanno personalità e abilità possono giocare su tutti i moduli”. Su Oikonomidis, Tounkara e Guerrieri: “Quando ho visto la prima volta Oikonomidis dissi a Tare di tenerlo d’occhio, aveva solo bisogno di consacrarsi. E’ facile parlare di ragazzi che sono andati in Nazionale, lui ha raggiunto quella maggiore australiana. Reputo che questi ragazzi ci arrivino anche grazie al contributo di vecchi compagni di squadre che negli anni precedenti li hanno fatti integrare al meglio nell’ambito Primavera. Tounkara non deve aver fretta, anche coi giudizi. Bisogna continuare a puntare sul dialogo, sulla disciplina e lavoro quotidiano. Chi lo gestisce deve avere pazienza. Per quanto riguarda Guerrieri, credo abbia un ruolo particolare, ovvero quello del terzo portiere. Bisogna fare delle scelte degnate. Capire se fare il terzo ti può far crescere vista l’opportunità di allenarsi con Berisha e Marchetti. Oppure fare un’esperienza con qualche altra squadra in prestito, per queste cose bisogna leggere il momento del ragazzo, non solo tecnico ma anche caratteriale. Capire qual è l’ambiente giusto che possa credere in loro, così che questi ragazzi possano proseguire il percorso di crescita. Al terzo anno di Primavera un calciatore deve giocare, questa è la mia opinione”. Sul Lecce: “E’ stata una giornata turbolenta quella del 4 febbraio. Avevo comunicato a Lotito del contatto e delle varie richieste. Quella del Lecce era troppo importante per me, la mia voglia di tornare sul campo ha fatto la differenza. Ho trovato grande professionalità e grande disponibilità dei calciatori, è stata un’esperienza positiva. Dieci vittorie su quindici non sono poche, ma ho trovato una piazza delusa dal suo passato. Non riescono a viversi le singole vittorie. Auguro al Lecce le migliori fortune, avrei potuto continuare, ma la scelta della famiglia Tesoro di lasciare il club è stata decisiva per il mio futuro”. Infine sulla Lazio attuale: “Quando arrivi a un preliminare di Champions, vuol dire che hai fatto una stagione importante. La Lazio se lo è meritato sul campo e al di là degli acquisti la rosa è competitiva. Giocare più manifestazione diventa più complicato, la mia esperienza me lo ha fatto capire. Bisogna continuare su questa strada, la Lazio sono convinto farà ancora bene. Sono legato ai tifosi e alla dirigenza, ho dato tanto e ho ricevuto altrettanto”.

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