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Lazio, primi tempi da horror: la scossa arriva dalla panchina

NEWS DEL GIORNO – In 9 dei 17 gol biancocelesti c’è lo zampino dei subentrati…

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Pubblicato il 24/11 alle 18.05

NEWS DEL GIORNO – Che la Lazio di questo periodo sia fragile non è certo un mistero. Da una squadra in difficoltà è lecito attendersi un certo spirito di sacrificio e un pizzico di cattiveria in più, soprattutto nei frangenti iniziali dei vari match. Non è così per la truppa di Pioli, che nel caso in cui le partite finissero dopo i primi 45 minuti sarebbe ad oggi sedicesima, affacciata sull’orlo di quel precipizio chiamato zona retrocessione, con soli due punti di vantaggio sulla terzultima. Qualcosa non funziona nel meccanismo dei capitolini, il dato è ormai chiaro. Che quella biancoceleste sia una delle peggior difese del campionato lo dicono i numeri, 21 gol subiti in 13 match, peggio ha fatto solo il Carpi, fanalino di coda della Serie A e fermo a 6 punti. Ma i problemi dei biancocelesti non finiscono qui.

PRIMO TEMPO HORROR – Un altro preoccupante dato che i biancocelesti hanno in comune con il Carpi è il numero di primi tempi chiusi in svantaggio in queste prime 13 giornate di campionato. Ben 7 volte dopo 45 minuti di gioco la Lazio è stata costretta a rincorrere il risultato. Stessa situazione che si è presentata nell’ultima uscita, il pareggio contro il Palermo, che ha pesato sull’umore forse più di una sconfitta:I giocatori erano motivati, ma siamo andati subito in difficoltà. E’ un momento delicato, ci vorrebbe più bravura ad andare subito in vantaggio”, l’ammissione di Pioli a fine match. Dichiarazioni che fanno da eco ai vari appelli lanciati in precedenza, ma caduti nel vuoto: “Questa non è la vera Lazio, dobbiamo ritrovare il giusto atteggiamento e mantenerlo per 95 minuti”, il succo delle richieste del tecnico emiliano ai suoi. Atteggiamento che dopo la strigliata negli spogliatoi viene ritrovato nella ripresa. Quella di Pioli è l’unica squadra in Europa che non ha ancora segnato neanche una volta nei primi 15 minuti di gara. Anche contro i rosanero, quando Sorrentino è stato seriamente impegnato per la prima volta solo intorno al 40esimo, la Lazio è tornata in campo con qualche minuto d’anticipo sugli avversari, vogliosa di riprendere a giocare. La reazione c’è stata, alla fine la partita è stata pareggiata.

SEGNA CHI ENTRA – Pioli è il primo a rendersi conto della situazione: “In questo momento ci aiuterebbe molto andare in vantaggio, invece al primo tiro andiamo sempre sotto”, poi grazie ai cambi in corsa a volte la partita è stata riacciuffata: in 9 dei 17 gol segnati finora dalla Lazio c’è lo zampino dei subentrati, segno che nella seconda parte di gara anche nell’atteggiamento qualcosa si sblocca. Vuoi per la spinta di chi entra, vuoi per la voglia di mettersi in mostra, i biancocelesti guidano questa speciale classifica. Grazie alla rete dal dischetto di Candreva contro il Palermo che ha messo in equilibrio il risultato, il numero dei gol segnati da calciatori che avevano iniziato dalla panchina sale a 5 (solo la Fiorentina ha gli stessi numeri). Prima la doppietta di Matri contro l’Udinese, che al suo esordio biancoceleste regala tre punti alla Lazio, poi Keita che contro il Frosinone entra dopo un’ora di gioco e a 10 minuti dalla fine sblocca le marcature, che consentiranno alla Lazio di fare bottino pieno. L’unica rete a non portare punti è stata quella di Kishna contro il Milan, buona solo per le statistiche. Ben 7 punti su 19 sono arrivati dalla panchina, un vero e proprio salvagente per Pioli. In ogni caso il rendimento nei primi tempi va invertito in fretta; se lo scorso anno la Lazio era finita sul tetto d’Europa grazie al numero di reti messe a segno dai suoi centrocampisti, in questa stagione sta sfiorando il fondo per quanto riguarda i parziali: nei più importanti campionati europei solo Hannover (10) e Las Palmas (8) hanno chiuso in svantaggio più primi tempi della Lazio. Un dato choc, che deve far riflettere e che può essere inserito tra le urgenze di una squadra che vuole ripartire, anche perché, citando Pioli: “Se finisse oggi la stagione sarebbe fallimentare“. E come dargli torto.

Gian Marco Torre

Per le statistiche si ringrazia Lazio Page

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