Dalla Lega all'Olimpico. Il derby di Lotito e Pallotta, i rivali mai amati dai tifosi

Pubblicato 
sabato, 03/12/2016
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

Pubblicato il 2/12

FACCIA A FACCIA - "Che 'ntender no la può chi no la prova". Chissà se Dante, durante la scrittura del celebre sonetto 'Tanto gentile e tanto onesta pare", avesse pensato al derby della Capitale. Ovviamente non può essere così, ma le sua parole tornano utili per descrivere lo stato d'animo dei romani, l'aria che si respira tra le vie della Città Eterna. Nessuno, fuori da queste mura, può capire cosa rappresenti Lazio-Roma. Più di tre punti, più di una semplice partita di calcio. In campo, sugli spalti e nei banchi di scuola. La stracittadina si gioca ovunque, anche in tribuna d'onore. Anche e soprattutto tra Lotito e Pallotta, i presidenti delle due società.

AMICI MAI - Rivali a Roma, rivali in Lega Calcio. Non possono essere considerati amici, nonostante le parole di Lotito di qualche mese fa: "C'è sempre stata massima correttezza, i nostri rapporti sono positivi". Frasi di circostanza o vere? Impossibile stabilirlo. Una cosa è certa: tra i due non corre buon sangue. Battute, frecciatine e prese in giro. Uno dei primi scontri verbali risale al 2015, al selfie di Totti dopo la rete nel derby, che non viene visto di buon occhio dal laziale. Pronta la replica del romanista: "Mi dispiace per lui ma è stato un bel momento. Quasi avrei preferito, però, un autoritratto con la sua faccia sul gol". Passa il tempo e tornano di nuovo protagonisti. In estate scoppia il caso Bielsa e Lotito attacca la società di Trigoria: "Sabatini gli ha detto di non venire, che io non sono affidabile". "Lo adoro, mi fa ridere - risponde Pallotta su Twitter - mi dispiace per i tifosi della Lazio".

SCELTE DIVERSE - La Lazio e la Roma corrono per due strade diverse, viaggiano su due binari quasi opposti. Da una parte c'è Lotito, che, anche per riconquistare in parte i tifosi, ha cercato di puntare molto sulle tradizioni, sulla storia della prima squadra della Capitale. L'aquila e la maglia bandiera sono le due iniziative per eccellenza. Pallotta, sull'altra sponda del Tevere, ha subito voluto internazionalizzare il marchio, cambiando lo stemma - per esempio - e portando la squadra a fare lunghe tournèe. Bilanci, conti e gestione del club sono altri punti di discussione tra i due numeri uno. "La Roma non ha nè socità e nè soldi. Nell'arco dell'anno 2014 ha perso oltre 38 milioni di euro presentando inoltre un patrimonio netto negativo consolidato di oltre 81 milioni di euro", l'attacco arrivato da Formello. Il giallorosso si difende: "Dicendo queste cose dimostra di essere ignorante. Cercherà di renderlo edotto in merito alla nostra solidità e redditività finanziaria. Lo farò come se parlassi a un bambino, ovvero parlando lentamente e scandendo bene tutte le sillabe". Una battaglia a colpi di vocali, di tweet e parole al veleno, che sembra destinata a continuare.

RAPPORTO CON I TIFOSI - Non sono amati dalle due Curve. Questo punto li accomuna. Sono ormai tanti anni che il popolo laziale, definito da Lotito come 'sparuta minoranza', si è compattato in massa. Tanti striscioni, appelli e proteste sono state fatte contro il patron. Due su tutte. Il 'No Lotito day' del 23 febbraio 2014, in occasione di Lazio-Sassuolo e quella dello scorso 14 luglio. Siamo nel caos dopo il 'no' di Bielsa, il clima è incandescente e migliaia di cuori biancocelesti si riversano in piazza Santi Apostoli. Non è migliore la situazione in casa Roma, dove il presidente, più che per questioni relative al campo, viene contestato per essere poco presente, per non mettere la squadra al primo posto dei propri interessi. Il cambio dello stemma, un'azione che non gli verrà mai perdonata, ha fatto poi precipitare la situazione. Domenica si ritroveranno uno contro l'altro, soli, senza l'appoggio della propria gente.

Riccardo Caponetti

Non perdiamoci di vista, seguici!
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram