Lazio-Cagliari, l'ex Jeda: "Bisogna bloccare le fasce biancocelesti"

Pubblicato 
martedì, 25/10/2016
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

NOTIZIE LAZIO - "Spero che Lazio-Cagliari sia una partita spettacolare con parecchi gol". Questo l'augurio fatto da Jeda, ex attaccante del Cagliari, in un'intervista concessa a http news.superscommesse.it: "La squadra rossoblù gioca un calcio molto offensivo e non ha paura di giocare contro squadre importanti".

Poi ricorda quell'1-4 contro i biancocelesti all'Olimpico...

"Quella fu una partita molto particolare. I biancocelesti sbagliarono due rigori. Segnarono dopo tre minuti, ma dopo 5 minuti ribaltammo la partita. Azioni da una parte e dall’altra. Un bello spettacolo".

Quale giocatore della Lazio può mettere in difficoltà il Cagliari?

"Il tridente offensivoImmobile si muove molto, è bravo ad attaccare le profondità e soprattutto sa fare gol. Lui e Belotti saranno il futuro della Nazionale. Contro il Torino, oltre ad aver fatto una rete meravigliosa, ha dimostrato maturità e rispetto, non esultando dopo esser stato fischiato. Lui ha sempre onorato la maglia del Torino e quindi sinceramente non capisco i fischi. Poi ci sono Anderson, che è ormai una realtà e Keita, un giovane di grande qualità di qualità. Riuscire a bloccare le fasce potrebbe essere davvero importante. La Lazio dipende molto dalla loro individualità. Limitarli significherebbe far perdere molto ai biancocelesti”.

Si affronteranno Inzaghi e Rastelli, due tecnici giovani. Tenendo conto anche dei Montella e dei Di Francesco, questa è la dimostrazione che la scuola italiana è sempre la migliore?

“Io penso che la scuola italiana a livello di allenatori è sempre stata il top. I tecnici giovani avanzeranno sempre più. Il calcio moderno ha bisogno di una mentalità più aperta. Non siamo più nel Medioevo e anche gli allenatori più vecchi si stanno adeguando. Ad esempio, Di Francesco lo ha avuto a Lecce e ho sempre creduto che sarebbe arrivato in alto. Montella sta dimostrando grande qualità. A volte un po’ in Italia ci si sottovaluta. Io, per dire, non ho capito la scelta di De Boer all’Inter. C’erano tanti allenatori italiani, come Prandelli e Pioli, ma i proprietari hanno cercato un nome straniero, magari per una questione di marketing".

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