Il self-made man GARCIA al terzo derby della Capitale: il crocevia della stagione passa da qui

Pubblicato 
venerdì, 09/01/2015
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

L’ALTRA PANCHINA - In occasione della diciottesima giornata di campionato, stagione 2014-15, torna la rubrica di Lazionews.eu dedicata all’allenatore avversario. Il racconto di carriera, peculiarità tattiche, curiosità e precedenti con la LAZIO. Domenica pomeriggio la città si fermerà per assistere alla sfida dell’Olimpico in cui si affronteranno le due squadre della capitale. I biancocelesti arrivano alla gara sulle ali dell’entusiasmo dopo l'ottima prova offerta contro la Sampdoria. I giallorossi, anche se tra mille polemiche, stanno lottando per il primo posto con la Juventus, trascinati dal loro carismatico tecnico: Rudi Garcia.

LA CARRIERA – Rudi Garcia nasce a Nemours il 20 febbraio 1964. Il percorso che lo ha portato sulla panchina della Roma è stato spesso ripido e tortuoso, proprio come quelle tappe percorse dal famoso tedesco Rudi Altig, ciclista di cui il padre del tecnico era appassionato, tanto da chiamare il figlio allo stesso modo. L’esperienza di calciatore del francese è stata breve e si limita ad una manciata di stagioni trascorse in diversi club transalpini. A 28 anni il ritiro a causa di alcuni problemi fisici che lo hanno tormentato a lungo. La sua storia sulla panchina comincia quasi per gioco: tra il 1995 e il 1998 è allenatore-giocatore di una piccola società dilettantistica. Nel 1999 arriva un’importante chiamata dal Saint-Etienne, che però lo vuole per ricoprire il ruolo di preparatore atletico. La sfida è subito accettata e nell’arco di due anni ampiamente vinta. Infatti, nel 2002 è diventato il coach della squadra e a fine stagione è approdato alla guida del Dijon. Dopo 5 anni nelle serie minori, il destino chiama di nuovo, stavolta per offrire la grande occasione: il Le Mans lo vuole portare in Ligue 1. Qui conquista il nono posto e compie un nuovo salto di qualità, che l’anno successivo lo porta a sedere sulla panchina del Lille, dove è rimasto tra il 2008 e il 2013. I primi importanti successi sono datati 2011 ed hanno il loro picco massimo nella conquista del ‘double’: Campionato e Coppa di Francia vinti nella stessa annata. Nell’estate del 2013 viene scelto dalla Roma per ricostruire la squadra sulle macerie ancora fumanti dopo la sconfitta subìta in casa nella finale di Coppa Italia, proprio contro la Lazio. L’entusiasmo, che lo ha circondato fin dal primo momento, è stato tramutato nella serie record di 10 vittorie consecutive dell’inizio della scorsa stagione e nella corsa allo Scudetto. I giallorossi hanno poi chiuso il campionato al secondo posto e ricominciato un nuovo anno con la stessa ambizione, ma il derby è una partita a sé e la storia del 2015 è ancora tutta da scrivere.

LA TATTICA – Il marchio di fabbrica di Rudi Garcia è il 4-3-3. Il modulo, applicato quasi scientificamente, prevede un forte utilizzo del pressing alto e delle corsie laterali, con i velocissimi attaccanti esterni pronti a tagliare alle spalle delle difese avversarie, dopo la sponda dell’attaccante centrale. Quando la sua squadra è in possesso palla il tecnico predilige un fraseggio continuo e veloce dei centrocampisti, utile a creare spazio e tentare l’imbucata preferita. Il giocatore cardine della sua Roma è Totti, che in posizione di ‘falso nueve’ smista palloni per i vari Gervinho, Florenzi, Ljajic, e Iturbe. Nella stracittadina, per tentare di scardinare la difesa biancoceleste che nella sfida con la Sampdoria non ha mai permesso ai blucerchiati di entrare in area di rigore, affianco al trentottenne capitano dovrebbero scendere in campo l’argentino ed il serbo.

I PRECEDENTI – Garcia è alla sua seconda stagione in Italia e quello di domenica sarà per lui il terzo derby della capitale. Lo score dello scorso anno gli sorride: la vittoria per 2-0 prima e il pareggio a reti inviolate poi, gli hanno permesso di guadagnare 4 punti sui 6 a disposizione. Il confronto con l'allenatore laziale non è molto indicativo, infatti, i due si sono scontrati una sola volta e il tecnico emiliano ne è uscito con le ossa rotte, subendo 5 gol quando era alla guida di un Bologna in piena crisi. Questa volta la squadra di Pioli è di ben altro livello e la sfida è aperta ad ogni risultato.

Gian Marco Torre

Non perdiamoci di vista, seguici!
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram