Milinkovic vs Bastien. Dal Belgio in Serie A, i talenti accendono l'Olimpico

Pubblicato 
sabato, 28/01/2017
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

MILINKOVIC BASTIEN LAZIO CHIEVO - Dal Belgio all'Italia. Stessa partenza, ma voli diversi. Uno diretto a Roma, l'altro a Verona. Dopo l'arrivo di Milinkovic dal Genk alla Lazio di due estati fa, lo scorso agosto un altro talento (20 anni) è sbarcato in Serie A. Si tratta di Samuel Bastien, giovane centrocampista belga del Chievo che domani affronterà i biancocelesti all'Olimpico.

UN CALCIO DIVERSO - Non è facile giocare in Serie A. Per nessuno, a maggior ragione per chi è cresciuto all'estero. Con altri principi, un'altra mentalità e impostazione calcistica. Lo sa bene Milinkovic, che ha faticato nel suo primo anno a Formello. Oggi invece è l'uomo copertina della Lazio. Lo cercano i top club europei e il suo valore di mercato si è moltiplicato. E pensare che fino a poco fa si riteneva eccessiva la cifra spesa per lui (10 milioni). "È migliorato tanto ed è merito suo", ha detto Inzaghi. Il serbo non si è arreso alle prime difficoltà. Come sta facendo e dovrà continuare a fare Bastien. Il talento ex Anderlecht non è stato caricato di alcuna responsabilità. Maran l'ha lasciato crescere e non l'ha mai utilizzato prima dello scorso 22 dicembre (Roma-Chievo 3-1). Dall'Olimpico all'Olimpico. Non è la chiusura del cerchio, ma l'inizio della carriera del ragazzo.

FISICITÀ VS RAPIDITÀ - Milinkovic sarà sicuramente della partita oggi. Bastien ha buone chance di partire titolare. Entrambi nel ruolo di intermedio sinistro. Tutti e due con licenza di offendere. Chi in un modo, chi un altro. Il serbo è un gigante. I suoi centimetri fanno la differenza e si posiziona spesso tra i centrali rivali. Da seconda punta (già 4 gol realizzati). Alla sua stazza abbina una discreta tecnica di base. Destro, sinistro, suola. Senza perdere il controllo, con un'estrema tranquillità. Il belga invece non si schiaccia mai sulle difese avversarie. Soffre a livello fisico, ma palla al piede è imprevedibile. Rapido, tecnico e fantasioso. Vederlo giocare è una bellezza. Parte largo e tende ad accentrarsi. Non ha un tiro impressionante, ma ha una buona visione di gioco. È in fiducia, ha scacciato le paure. Oggi vuole prendersi la scena. Dopo il buio ha trovato la luce. E speriamo che l'interruttore per oggi sia spento.

Riccardo Caponetti

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