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FOCUS. La “Speedy Lazio” del comandante Petkovic

La palma del “velocista” va a Hernanes: il brasiliano segna solo nel primo quarto della gara…

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LE PARTENZE FULMINANTI DELLA LAZIO – “Chi va piano, va sano e va lontano“…Quante volte ci è capitato di sentirci ripetere questo vecchio adagio dai nostri genitori o dai nostri nonni? Un monito che serviva per ricordarci di come la fretta e la velocità non siano sicuramente buone consigliere della ragione. Un detto che però non sembra calzante con la Lazio di mister Petkovic. Andiamo a scopriamo il perchè…

 QUANTA FRETTA! – “La mia Lazio dovrà sempre cercare di dominare gli avversari”, furono le parole del tecnico bosniaco nel giorno della presentazione. Un dominio che deve iniziare fin dal primo minuto e deve essere supportato da un pressing alto molto ragionato. In molti sicuramente avranno sorriso alla frase di questo sconosciuto venuto da Sarajevo, pensando: “Quanta spavalderia per un tecnico che non ha mai allenato in Serie A!”. Ed invece, a distanza di quattro mesi, il suo lavoro sta pagando eccome e i numeri sul campo lo testimoniano: i biancocelesti vanno sempre a segno entro il primo quarto di gara, consecutio logica della mentalità che Petkovic ha infuso alla propria squadra. Una ‘regola’ che trova applicazione fin dalla prima giornata: contro l’Atalanta, Hernanes va in rete al 17° minuto. Nel turno successivo c’è la classica ‘eccezione che conferma la regola‘: Klose porta in vantaggio la Lazio contro il Palermo con una zampata al minuto 39. Ma da li in poi sono stati messi a segno solo ‘gol flash‘ dai biancocelesti: contro il Chievo a Hernanes bastano 5 minuti per bucare Sorrentino; il Siena resiste un po di più: 17 minuti, poi è Ederson ad aprire le danze; a Pescara Hernanes si ripete sbloccando il risultato dopo 5 giri di orologio; infine arriviamo alla gara di ieri sera, quando ancora Hernanes (solo lui, infinitamente lui…) castiga Abbiati al 25′ minuto.

 IL CAPOVOLGIMENTO DEL TREND – Ma non è stato assolutamente semplice raggiungere questo obiettivo, anzi l’avvio non fu certo dei più confortanti, tutt’altro. Le prime uscite amichevoli furono quasi da film horror: per festeggiare la prima vittoria i tifosi biancocelesti hanno dovuto aspettare il 16 agosto, quando un gol di Kozak al 92° regalò il successo sul Malmoe. Prima di allora buio pesto. Anzi, se si esclude il gol di Larrondo al 41° minuto subito nell’amichevole contro il Siena di fine luglio, il teorema da noi analizzato trova ancora la sua applicazione. Stavolta però nella direzione opposta: Lazio-Torino, Sgrigna castiga Marchetti con una pregevole voleè al 17° minuto; poi è il turno di Elmander che a Istanbul, nel match contro il Galatasaray, perfora la retroguardia biancoceleste al quarto d’ora; chiude la sequenza il gol di Pedro Leon nella partita di presentazione contro il Getafe. L’ex centrocampista del Real Madrid è andato a segno su calcio di punizione al 13° minuto. In quelle gare la Lazio aveva sì mostrato sprazzi di buon gioco ma aveva mostrato anche questa costanza nel subire gol in avvio, dopo i quali non era più in grado di reagire. Ai biancocelesti va quindi riconosciuto il merito di essere riusciti a ribaltare questo trend negativo

 L’ECCEZIONE DELL’EUROPA – Se in campionato la Lazio parte in quarta, in Europa l’approccio alle gare sembra essere più soft: infatti scorrendo tra i numeri relativi ai match di Europa League scopriamo invece come qui i gol arrivino sempre dopo la mezzora. E’ il caso del doppio confronto col Mura dove Hernanes prima e Kozak poi sbloccarono la gara al 31° minuto. Chiude l’elenco il gol di Ederson messo a segno contro il Maribor arrivato al minuto 17 del secondo tempo.

Daniele Gargiulo

 

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