GAZZETTA DELLO SPORT. E’ IL CINESE Così chiamavano Signori: sui siti asiatici curava gli affari dei bolognesi

Pubblicato 
venerdì, 17/06/2011
Di
Redazione Lazionews.eu
Tempo di lettura: 2 minuti

(Getty Images)

Uno è il Bello e, vabbè, dato l’aspetto fisico ci può stare. Ma perché l’altro deve essere definito il Cinese? Stiamo parlando di Stefano Bettarini, per il quale il nomignolo con il quale viene citato nelle intercettazioni è legittimo, e di Beppe Signori che invece, non avendo gli occhi a mandorla e non essendo nato a Pechino e dintorni, non si capisce per quale motivo debba essere chiamato il Cinese? La spiegazione è una sola e la fornisce il gip di Cremona Guido Salvini. Scrive nell’ordinanza di scarcerazione di Antonio Bellavista, al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari a Bitonto, a proposito del ruolo dell’ex giocatore del Bari: «Numerosissimi sono gli accordi presi con Parlato e Bressan, chiamati non a caso "soci", e i riferimenti a Giuseppe Signori chiamato anche il "cinese"per il suo intervento sui siti asiatici nell’interesse del gruppo» . Libero Bellavista esce dal carcere di Cremona intorno alle 11.30. Ad attenderlo, la compagna. Non rilascia dichiarazioni, anche perché non ha l’autorizzazione del giudice. [...]E guarda caso, secondo gli inquirenti sono proprio loro due gli anelli della catena che, dai faccendieri-pasticcioni tipo Pirani o Erodiani, dovrebbe portare al secondo livello di questa inchiesta. Verifiche Bellavista era presente all’incontro nello studio dei commercialisti di Signori del marzo scorso. É stato lui a dettare il famoso «papello» a Signori: è una delle poche cose ammesse da Beppe-gol, che ha precisato di non sapere quello che stava scrivendo e perché. Poco importa, in realtà. Ciò che interessa, ai fini delle indagini, è che Bellavista e Signori sono collegati: elemento rilevante per provare il reato di «associazione per delinquere» che è stato contestato ai due. Ora si tratta di verificare, e non è un lavoro semplice, come Signori e Bellavista si muovessero. Doppio lavoro Che Bellavista sia un tipo tosto lo si capisce anche leggendo le intercettazioni. Paoloni, che gli ha rifilato una «bufala» e gli ha fatto perdere parecchi soldi, viene minacciato in modo esplicito, con toni e parole che si avvicinano più a quelle dei malavitosi che a quelle dei bulli di periferia. I magistrati sono convinti che Bellavista operasse su due piani: da un lato si preoccupava di corrompere giocatori per truccare le partite e dall’altro gestiva le scommesse per conto di un gruppo di gente poco raccomandabile. Se Parlato e Bressan vengono definiti «soci» di questi loschi affari, perché Signori, se davvero come sostiene Beppe-gol non c’entra nulla con tutta questa storia, viene chiamato il Cinese? Non serve l’intervento della Cia per capirlo: nell’ambiente delle scommesse, stiamo parlando di quelle illegali sia ben chiaro, Signori era noto perché gestiva il traffico di soldi e di puntate sui siti asiatici, in particolare quelli di Singapore. [...]

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