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L’EDITORIALE DI PAOLO CERICOLA. Sto con Diakitè

Siena, Novara e Lecce decisive nella corsa Champions…

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Siena, Novara e Lecce decisive nella corsa Champions…

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Lo dico subito; sto con Diakitè. Il giorno dopo la bella vittoria della Lazio sull’Inter e la chiusura della stagione biancoceleste è giusto analizzare a bocce ferme il risultato finale. Quarti con 64 punti dopo Juve, Milan ed Udinese. Stesso risultato dello scorso anno, anzi 2 punti in meno. La stagione è stata avvincente ma così come successo nella passata stagione alla fine a tagliare il traguardo per prima non è la Lazio. Le cause sono chiare ed evidenti. 2 derby vinti, battute Napoli, Inter e Milan all’Olimpico confermano come in questa stagione le gare importanti abbiano sempre trovato la squadra di Reja concentrata e vincente tanto da far venire meno l’alibi degli infortuni. Le assenze sono state certamente pesanti ma le vittorie con il medesimo risultato contro Inter e Napoli ad esempio testimoniano come non sia stata l’assenza di Klose a fare la differenza. A Bergamo poi contro l’Atalanta sette giorni fa i biancocelesti sono scesi in campo con la “peggiore” formazione possibile, causa il numero imbarazzante di infortuni, eppure hanno strappato i tre punti. Reja ha lamentato l’assenza di Sculli, “io non lo avrei lasciato andare” – ha detto pochi giorni fa il tecnico friulano, a conferma di quanto la duttilità del calabrese fosse utile a Formello, ma sottolineando anche che poi alla fine dei conti non sono gli infortuni il vero motivo del quarto posto. Certamente hanno un peso importante nell’andamento della stagione ma le gare contro Lecce, Siena e Novara sono il vero scoglio sul quale la nave biancoceleste ha lasciato i punti Champions. Contro due squadre retrocesse ed una tranquillamente salva la Lazio è stata capace di collezionare solo 2 punti, per giunta giocando due gare in casa. Sarebbero bastati 5 punti per poter oggi salutare con entusiasmo molto diverso la chiusura di una stagione che non può essere considerata sufficiente. Le eliminazione in Coppa Italia da un Milan formato ridotto ed il passaggio del girone in Europa League e poi l’eliminazione contro l’Atletico di Simeone, vincitore della competizione, lasciano molto l’amaro in bocca. Si era puntato dritto al campionato, puntato l’obiettivo dichiarato: il terzo posto. Obiettivo fallito. Quei pochi punti contro le ultime della classe, per non parlare dei 6 su 6 concessi al Genoa pericolante, hanno regalato alla Lazio il quarto posto ed un’analisi profonda sul futuro. Reja nelle ultime ore non dice ma lascia intendere di non voler continuare. Le critiche e l’ambiente sono ancora indigesti a chi in 2 anni e mezzo ha comunque fatto risultati positivi pur lasciando insoddisfatti in molti. La società si interroga su di lui. Le parole di Tare di ieri sera “il tecnico va comunque ringraziato” fanno anche capire quello che può essere il futuro.

1 Comment

1 Comments

  1. mirko

    14 Maggio 2012 10:22 at 10:22

    che Dio voglia che se ne vada!
    non se ne può più dei suoi piagnistei.
    Un tecnico che non sa dare gioco, non sa organizzare la preparazione fisica, che spinge i giocatori con le sue dichiarazioni ad uscire dalle coppe invece di incentivarli, che gioca sempre con il catenaccio pure col novara sperando nel famoso gol di culo che quando non viene dice di essere stato sfortunato, che quando perde non è mai colpa sua ma della sfortuna, dell’arbitro, del pubblico e chi più ne ha ne metta, che mette in campo formazioni assurde, che non ha mai messo un giovane in campo se non per 2 minuti.
    E’ vergognoso questo allenatore che se ne vada il prima possibile.

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