WILSON: «La Lazio abbassi le bandiere per ricordare Giorgio. Lui ha sofferto isolato, c'è chi doveva stargli più vicino»

Pubblicato 
lunedì, 02/04/2012
Di
Redazione Lazionews.eu
Tempo di lettura: 2 minuti

WILSON: «La Lazio abbassi le bandiere per ricordare Giorgio. Lui ha sofferto isolato, c'è chi doveva stargli più vicino»

L'ex capitano biancoceleste parla del suo amico e compagno di squadra scomparso ieri

(getty images)

Quella di ieri è stata la giornata della morte di Giorgio Chinaglia, quella di oggi è la giornata del ricordo di questo grande personaggio del mondo Lazio. A Sky Sport24 è intervenuto Pino Wilson, il capitano del primo scudetto biancoceleste che ha visto come protagonista Long John. Quale è il ricordo più indelebile dell'ex giocatore della Lazio? «Il momento in cui l'ho conosciuto la prima volta, parliamo di 46 anni fa. Si è presentato al Napoli con un impermeabile verde, bombetta e ombrello, era già pazzo all'ora. E' un ricordo che non può cadere nell'oblio perché trovare un personaggio del genere a Napoli ha fatto scalpore». 

Che giocatore è stato Chinaglia e che uomo era fuori da campo? «Quando ti fanno queste domande cadi nel luogo comune, ma lui è conosciuto come trascinatore di quella squadra di pazzi. Giorgio insieme a Maestrelli era l'emblema di quella squadra particolare che poi in campo si trasformava e i risultati si sono visti. Siamo stati i primi a svolgere un gioco a tutto campo. La domenica ci ricompattavamo, sembrava un miracolo e per me quel miracolo si chiamava Tommaso Maestrelli»

Cosa potrebbe fare la Lazio per ricordare al meglio Chinaglia? «Intanto, mettere le bandiere a mezz'asta, poi, se si ha un minimo di sensibilità, bisogna fare qualcosa per Giorgio, per quello che ha vinto e che ha fatto portando il primo scudetto alla Lazio». 

Nell'ultimo periodo della sua vita Chinaglia ha vissuto da latitante, dimenticato un po' dal calcio italiano. Ne ha sofferto? «Non ho dubbi, il rammarico è che sia stato un po' isolato, solo alcuni gli sono stati vicino in questo ultimo periodo e lui l'ha sentito. Un trascinatore quando si sente un po' isolato si lascia un po' cadere. Ritengo che qualcuno avrebbe dovuto e potuto stargli più vicino».

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