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VIAGGIO TRA I BOMBER BIANCOCELESTI. I numeri dicono Crespo ma il campo premia ‘Mito’ Klose

La media gol di ‘Valdanito’ è tra le migliori degli ultimi decenni. Il tedesco però ha dimostrato più volte di non essere solamente un bomber per questa Lazio…

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VIAGGIO TRA I BOMBER DELLA LAZIO – Sono giorni febbrili in casa Klose: mentre il biancoceleste è impegnato nella “caccia” a Gerd Muller per lo scettro dei bomber tedeschi (Miro dista 4 reti dall’ariete di Nördlingen), in patria sta montando una polemica alimentata dalle parole di Ulrich Hoeness, presidente del Bayer Monaco, reo di averlo attaccato con alcune dichiarazioni che lasciano perplessi e che fondamentalmente lasciano trasparire un certo rancore nei confronti della punta per il modo in cui ha lasciato il club di Monaco di Baviera. Nessun problema comunque, a difendersi ci riesce benissimo anche da solo con le sue prestazioni sul campo e i suoi numeri. E sono proprio questi ultimi che vogliamo analizzare qui: sono oggettivi e non mentono mai. Parlare dell’importanza di Miro negli schemi biancocelesti risulta essere quasi superfluo: poche squadre in Serie A possono permettersi un attaccante che corre, pressa, imposta, apre i varchi per gli inserimenti dei compagni e finalizza quanto creato dalla squadra, che dovrebbe essere il principale, se non l’unico, compito di una punta. E invece non è raro ritrovare il tedesco in difesa intento a recuperare qualche pallone, dando ulteriore dimostrazione di come debba comportarsi un campione in campo. Andiamo ad analizzare i numeri del panzer tedesco in questi suoi primi 15 mesi di Lazio.

MIRO IN NUMERI – L’anno scorso la Lazio di Reja ha sfiorato per l’ennesima volta l’ingresso in Champions, venendo sorpassata sul fotofinish dall’Udinese proprio come nella stagione 2010/11. Alla sua prima stagione italiana Miro ha collezionato 27 presenze condite da 13 gol. Sicuramente un buon bottino per un 34enne che era reduce da due stagioni decisamente sottotono (solo undici gol i messi a segno, tra Bundesliga, Champions e Coppa di Germania). Ma sono molti i rimpianti dei tifosi biancocelesti visto che il tedesco ha dovuto gettare la spugna a marzo a causa di un infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fermo per due mesi: infatti Klose tornerà in campo solamente alla 37° giornata, saltando così la volata decisiva per l’ingresso nell’Europa che conta. Fino ad allora, grazie alle sue reti (che sono fruttate 16 punti, CLICCA QUI PER L’APPROFONDIMENTO) e ai suoi assist, la Lazio aveva ottenuto 14 vittorie, 7 pareggi e 8 sconfitte mantenendo la terza piazza. Da dopo la trasferta di Catania la Lazio, orfana del suo bomber principe, ha accusato un lieve calo: nelle ultime 11 giornate gli uomini di Reja hanno collezionato 4 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte, e hanno detto addio al sogno Champions. A fine stagione Reja ha salutato tutti ed ha lasciato il timone a Vladimir Petkovic: un passaggio di testimone che ha lasciato la Lazio con gli stessi interpreti ma che ha portato ad un cambiamento nella mentalità. Oggi la squadra scende in campo per proporre sempre il proprio gioco, cercando di dominare l’avversario. Inevitabilmente tutto ciò si è riflesso positivamente sul tedesco: in 7 gare Miro ha messo a referto 5 reti, portando in dote 6 punti alla formazione laziale (decisive le due doppiette contro Palermo e Pescara).

I BOMBER DELLA STORIA BIANCOCELESTE – Erano anni che a Roma non si vedeva una punta del suo calibro: l’ultimo in ordine di tempo fu Hernan Crespo. Dando un’occhiata alle statistiche, quello che balza immediatamente all’occhio è la “mostruosa” media-gol di Valdanito: in 54 presenze, l’argentino mise a segno 39 gol (media 1,38 gol a partita). Non da meno sono i numeri di un altro “signore del gol” biancoceleste: Giuseppe Signori. Vincitore per tre volte della classifica marcatori con la maglia della Lazio, ‘Beppe-gol’ ha messo a segno 107 reti in 152 presenze con il club capitolino (1,42 gol a partita). Senza considerare poi gli indimenticabili Silvio Piola (il goleador laziale di tutti i tempi con 143 gol), Giorgio Chinaglia (98) e Bruno Giordano (86), tutta gente che con il gol aveva un certo feeling.

NESSUNO COME MIRO? – La domanda che sorge spontanea è una: Miro ‘Mito’ Klose è l’attaccante più decisivo della storia biancoceleste degli ultimi decenni? Quando il tedesco non è in campo la Lazio ha dimostrato di saper sopperire con prove di grandissimo carattere (la vittoria sul Milan dello scorso anno ne è l’esempio più fulgido), ma indubbiamente perde quella qualità che solo il campione tedesco riesce a conferire a questa squadra. Indubbiamente Crespo vedeva la porta come pochi altri ma attorno a lui aveva una formazione composta da campioni. Anche ‘Beppe gol’ Signori era senza dubbio un signor goleador ma quella Lazio, allenata allora da Zdenek Zeman, era una vera macchina da gol. La rete rappresenta il pane certamente il pane quotidiano per una punta, ma non è sufficiente per tramutare un ‘bomberincampione‘.
Il campione è lui che, con una giocata improvvisa, sa essere decisivo nei momenti di difficoltà (leggasi Lazio-Parma 1-0 dello scorso anno), che si carica la squadra sulle spalle e la porta alla vittoria (Lazio-Roma 2-1), che è un esempio dentro e fuori dal campo. E la Lazio l’ha certamente trovato il suo campione…anzi, il suo ‘Mito’.

Daniele Gargiulo

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