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Mai un pareggio tra LAZIO e LIVORNO in 83 anni di scontri. E l’ultima affermazione dei labronici non arrivò sul campo…

NUMERI E CURIOSITA’. L’ultima gara in casa contro i labronici venne vinta per 4-1: allora in panchina c’era BALLARDINI che con PETKOVIC condivide questo brutto avvio di stagione…

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LAZIO-LIVORNO gennaio 2010

 

Pubblicato il 13 dicembre 2013 alle 13.45

NUMERI E CURIOSITA’ –  La sfida di domenica tra LAZIO e LIVORNO potrebbe rappresentare l’ultima panchina di PETKOVIC alla guida dei biancocelesti. Una gara che ha assunto, tristemente, i contorni di “sfida salvezza” vista la preoccupante posizione di classifica che si è venuta a determinare a seguito di uno dei peggiori inizi di stagione degli ultimi anni, con un andamento molto simile a quello avuto sotto la gestione BALLARDINI. Proprio quella contro i labronici fu una delle ultime gare alla guida della LAZIO del tecnico romagnolo e coincide anche con l’ultimo precedente all’Olimpico tra le due compagini: il 6 gennaio 2010 i biancocelesti ebbero la meglio con un netto 4-1 grazie alla doppietta di FLOCCARI (alla sua prima in biancoceleste, ndr), ROCCHI e il rigore di KOLAROV che ribaltarono il vantaggio iniziale di BERGVOLD.

MAI UN PARI – Nel corso della loro storia, LAZIO e LIVORNO si sono incontrate in campionato all’Olimpico 21 volte. Il bilancio vede i padroni di casa nettamente in vantaggio con 18 successi a fronte di tre affermazioni degli amaranto. Quindi, in 83 anni di storia (dal primo confronto datato 26 gennaio 1930, ndr) non c’è mai stato un pareggio tra le due squadre fin qui. La superiorità biancoceleste si  evince anche computo delle reti realizzate-subite con il totale che segna 50 reti a 15 per i padroni di casa.

L’ULTIMO SUCCESSO DEI TOSCANI RISALE A MEZZO SECOLO FA, MA… – Come accennato pocanzi, il LIVORNO ha trionfato tre volte nella sua storia tra le mura biancocelesti. L’ultima vittoria risale a 45 anni fa, precisamente il 10 marzo 1968, una gara nella quale è successo davvero di tutto. All’epoca si giocava allo stadio Flaminio che venne “invaso” da 7mila livornesi facendolo diventare un’autentica bolgia. La gara si giocò in un’ambiente incandescente: i supporters laziali tentarono di invadere tre volte il campo e durante la gara vennero lanciati in campo diversi oggetti, in particolare numerosi ombrelli (aveva piovuto tutta la mattinata, ndr). Anche l’andamento del match non favorì la distensione degli animi biancocelesti: al 4° minuto viene annullato un gol ad Adorni, al 16° Fortunato si fa parare un rigore da Belinelli e poco dopo viene espulso Dolso. Per concludere, alla fine del primo tempo viene annulata nuovamente una rete del centravanti Morrone. Al rientro negli spogliatoi in campo vola di tutto. Poi, nella ripresa, la cosidetta “goccia che fa traboccare il vaso”: al minuto 54 Santon trafigge De Vincenzo e porta gli ospiti in vantaggio. Dagli spalti monta il putiferio, con i tifosi casalinghi continuano a lanciare sul campo di gioco oggetti come ombrelli, bottigliette, agrumi e monete, per poi provare l’invasione di campo. All’80’ scoppia anche una rissa tra i calciatori e l’arbitro espelle il terzino laziale Adorni. La partita prosegue ma il clima rimane elettrico e la situazione ambientale non cambia anzi peggiora: il match si chiude con la vittoria del Livorno mentre nel rettangolo verde succede di tutto tra lanci di oggetti e tentate invasioni. Pochi giorni dopo (13 marzo, ndr) il Giudice Sportivo assegna la vittoria a tavolino per 0-2 ai toscani e squalifica per tre giornate il campo della Lazio.

Daniele Gargiulo

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