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ESCLUSIVA LN Lazio, ecco GENTILETTI. Il parere degli esperti: “Arcigno ed esperto, se la giocherà con gli altri per un posto da titolare”

La redazione di Lazionews.eu ha contattato alcuni grandi conoscitori di calcio sudamericano per raccontarvi in maniera più approfondita il nuovo acquisto biancoceleste…

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ESCLUSIVA LAZIONEWS- É l’ultimo acquisto in casa Lazio, divenuto ufficiale ieri con il comunicato della società e quello orgoglioso del presidente Lotito, che lo ha battezzato come l’uomo giusto per completare la difesa biancoceleste. “Gentiletti é un acquisto fondamentale, le parole impegnative nel patron; ‘El Chueco’ (soprannome ‘guadagnato’ da ragazzo, letteralmente ‘persona con le punte dei piedi all’indietro’) però ha già diviso la platea laziale. La maggior parte avrebbe desiderato un acquisto di tutt’altra risonanza per competere per l’Europa e provare ad agguantare la Champions. L’argentino, fresco campione del Sudamerica con il San Lorenzo de Almagro (la squadra per la quale fa il tifo Papa Francesco), é arrivato a Roma grazie alla clausola rescissoria pagata dalla Lazio di 2,5 milioni di dollari (circa 1,8 milioni di euro) e una parte della tifoseria, nonostante lo scetticismo, vuole aspettare di assistere a qualche prestazione prima di bocciare definitivamente o promuovere il 29enne centrale. L’esordio ufficiale nella stagione per la Lazio é ormai alle porte, domenica sera c’è il Bassano Virtus all’Olimpico nel terzo turno preliminare di Coppa Italia: Pioli sembrerebbe già intenzionato a buttarlo nella mischia, lo ha provato in allenamento a fare coppia con De Vrij, ma il suo debutto avverrà contro il Milan alla prima di campionato in quanto non c’è ancora il transfer (potrebbe arrivare lunedì). In attesa di vederlo sul campo, per conoscere meglio Santiago Juan Gentiletti e scandagliarne pregi e difetti, la redazione di Lazionews.eu ha contattato in esclusiva alcuni esperti di mercato, soprattutto di calcio argentino e in generale sudamericano, che ‘sguazzano’ da diversi anni nell’affascinante mondo del fútbol latino.

JOSE’ ALBERTI (ex calciatore, procuratore argentino ed agente di mercato): “E’ un buon giocatore, nel San Lorenzo ha fatto bene anche se in tutte le altre esperienze non è mai risultato come un giocatore che fa la differenza; nel complicato campionato italiano troverà molte difficoltà. Inoltre ha 29 anni ed ha girato molto in Sudamerica, è andato anche in Europa ed è poi tornato, io non avrei speso i soldi che ha invece speso la Lazio; sì ha vinto il campionato argentino e la Libertadores, ma non farà fare il salto di qualità alla Lazio, è un buon giocatore”. Il suo acquisto si va a innestare in un reparto come quello difensivo che ora si completa con De Vrij, con caratteristiche anche simili. “Si tra l’altro la Lazio ha rivoluzionato tutta la difesa quest’anno e così facendo trovi molte difficoltà perchè cambiando quattro giocatori dietro devono anche prima amalgamarsi, poi i giocatori sudamericani ci mettono magari un po’ per inserirsi negli schemi e nella preparazione, anche se Gentiletti è stato già in diversi paesi e non ha questo tipo di problema. In ogni caso è un giocatore che se lo metti sull’uomo, in posizione centrale o di esterno, rende ma non sarà mai il giocatore che fa fare il salto di qualità”. In Italia, come in tutta Europa, se ne vedono tanti di difensori argentini che approdano dal Sudamerica con credenziali più o meno alte e alcuni di loro hanno caratteristiche simili. “Si, lui magari somiglia a un Fernandez (giocatore ex Napoli da pochissimo passato allo Swansea, ndr), ma la Lazio ha la sua maniera di interpretare gli acquisti anche argentini (vedi Biglia), ma così il livello rimane sempre da sesto posto in giù, di certo non da terzo-quarto. Ci sono altri giocatori anche giovani che possono far fare questo salto di qualità, Gentiletti è uno che non ha fatto bene negli altri club in cui ha giocato, solo nel San Lorenzo ma in Argentina comunque non ci sono grandi attaccanti. Qui in Italia invece ci sono attaccanti che ti lasciano sul posto, è un buon giocatore ripeto ma se va in difficoltà si arrabbia e non rende più come dovrebbe. Il campionato italiano è molto difficile, soprattutto per i difensori, e lui non è un Rojo o un Balanta che è un profilo magari già superiore. Lui dove ha giocato è stato poco, una specie di ‘mordi e fuggi’, poi in Argentina è diverso, è casa sua con un buono stipendio. Di certo non è stato l’artefice principale della vittoria in Copa Libertadores, ha fatto un paio di gol ma non è il tipo di difensore che fa tutto, mara e magari ti crea superiorità numerica quando si inserisce. In Serie B italiana ce ne sono 20-30 di difensori come lui, il passaporto da comunitario e le vittorie recenti gli hanno dato volume, poi il prezzo comunque molto basso (circa 1,7 milioni di euro) lo hanno reso appetibile. In ogni caso mi auguro per la Lazio di sbagliarmi”.

STEFANO BORGHI (telecronista tra i migliori nel panorama nazionale, attualmente nella scuderia di Fox Sports, grande appassionato e soprattutto profondo conoscitore di calcio sudamericano): “E’ un difensore centrale e in passato ha giocato anche da esterno a sinistra nella difesa a tre o anche a quattro, ma è assolutamente da considerare un marcatore centrale. E’ un giocatore di buona esperienza, ha vinto un campionato in Argentina e la Copa Libertadores una settimana fa, quindi arriva sicuramente con un buon livello di esperienza e con buoni stimoli perchè è comunque reduce da un successo storico. E’ molto duro in marcatura, forte di testa e questo si sente anche in area di rigore avversaria perchè qualche gol lo ha fatto; tuttativa non è perfetto nelle letture tattiche e questa può essere un’incognita, dal momento che in Italia permane un livello di attenzione tattica altissima e soprattutto viene chiesta dagli allenatori”. Alla Lazio arriva per puntellare un reparto difensivo che conta già Stefan De Vrij, oltre ai vari Ciani, Cana e Novaretti con i quali si giocherà il posto da titolare accanto all’olandese. “Con lui titolare la Lazio perderebbe un po’ di mobilità; io sono convinto che da tempo ai biancocelesti serva un difensore veloce, visto che fino ad ora si è sempre puntato su giocatori magari più robusti che rapidi, inoltre con l’addio di un leader tattico come Biava la necessità si fa ancora più pressante. Con Gentiletti non si risolve il problema, però va a completare il roster: prendere un giocatore che ha appena vinto un torneo importante e prestigioso come la Libertadores porta sicuramente un bonus, forse le caratteristiche non sono quelle che nella Lazio vedo come primarie, ma sarà il campo a dirlo con certezza”. In ogni caso proprio prima di vedere il campo, l’argentino sembra essere stato già bocciato dalla tifoseria biancazzurra, almeno dalla stragrande maggioranza. “Secondo me queste sono cose incomprensibili, probabilmente la maggior parte di quelli che hanno già giudicato il ragazzo come inadatto e hanno sfiducia a priori, non lo hanno mai visto giocare, almeno non attentamente. Io ho avuto il piacere di seguire da vicino due anni fa l’intero precampionato della Lazio con tutte le amichevoli, era l’inizio dell’era Petkovic. I risultati erano complicati e l’opinione era già contro l’allenatore bosniaco che veniva considerato inadatto al campionato italiano; poi in quella stagione la Lazio ha vinto la Coppa Italia in finale contro la Roma e ha fatto un’annata molto positiva. Queste sono cose che non comprendo, giudicare senza vedere mi sembra un po’ particolare. Detto questo, nell’ambiente della Lazio il livello di pazienza non è molto alto, però per giocatori che arrivano da lontano e che non si conoscono, permettergli almeno di dimostrare quello che sono mi sembra un buon passo per creare le giuste condizioni per rendere al meglio”. Un’altra di queste condizioni ideali, secondo il noto telecronista, è quella di evitare paragoni con altri calciatori. “E’ una cosa che fa solo male, i giocatori sono da osservare e considerare per quello che sono, anche perchè se viene accostato a un difensore che non ha fatto bene diventa automaticamente come lui, e viceversa se il paragone avviene con un calciatore molto forte, allora anche lui lo diventa. E’ Santiago Gentiletti, uno che vinto con maglie diverse e ha caratteristiche importanti, ma ha un difetto sul piano della velocità e dell’educazione tattica; è un difensore più arcigno che limpido”. Un difensore che però è arrivato in Italia a 29 anni, uno status che in realtà hai suoi pro e i suoi contro. “In Italia si cercano più che altro i giovani, che attirano di più, però poi non li fanno giocare perchè magari non hanno l’esperienza adatta. Io credo che soprattutto per piazze esigenti, anche di fascia medio-alta, sia un vantaggio prendere calciatori più esperti: se punti su un giovane di diciotto anni, magari questo sbaglia una volta ed è subito bruciato, mentre un giocatore più esperto è in grado di gestire le diverse pieghe che può prendere la stagione. Gentiletti è un centrale maturo e ha ancora parecchio da dare”. Tutt’altro profilo era ed è quello di Eder Balanta, colombiano del River classe ’93. “E’ un livello diverso, ritengo Balanta almeno tra i primi dieci centrali difensivi under 23 del mondo, ha dei margini di crescita notevoli e ha già dimostrato di avere mezzi significativi. Si è parlato nel calciomercato di questo ragazzo e prenderlo magari tra i 5 e i 7 milioni mi sembrava un’operazione formidabile ma evidentemente non si è riuscito a chiudere”.

EUGENIO ASCARI (ex avvocato e grande esperto di calcio sudamericano, in particolare argentino e cileno, nel calcio da più di vent’anni ed ex procuratore di giocatori come Oddo, Spinesi, Vannucchi, Amoroso e ora tra i suoi assistiti figurano anche Eder e Paulinho):  “L’ho conosciuto e visto giocare quando ancora era in Cile all’Osorno, quindi 6-7 anni fa e all’epoca giocava ancora terzino destro, poi nel corso della carriera si è trasformato in difensore centrale. Non pensavo che poi potesse arrivare in un club importante e ambizioso come la Lazio, anche se nonostante la precedente esperienza europea in Francia al Brest non fortunata, é cresciuto molto facendo bene al San Lorenzo e arrivando a vincere recentemente la Copa Libertadores. Negli ultimi anni si è specializzato come centrale di difesa, anche se all’inizio, pur essendo destro, giocava anche da esterno sia a destra che a sinistra, ma credo che possa essere un giocatore di totale affidabilità, a 29 anni arriva in Italia con l’esperienza giusta e credo che possa far bene”. L’argentino dovrà inserirsi in fretta nei meccanismi della difesa di Stefano Pioli, che ha caratteristiche ben definite, ovvero molto forte fisicamente soprattutto con i vari De Vrij, Cana e Ciani. Tuttavia ‘El Chueco’, secondo Ascari, può avere qualità differenti. “É un giocatore che ha gamba, fortissimo nel recupero, nascendo anche come terzino e credo che questa sia la dote migliore; se viene saltato ha le capacità di recupero per stare sempre sull’uomo e accanto a un altro centrale come De Vrij, ben strutturato e forte di testa, si integra alla perfezione”. Lo stopper sudamericano nato a Godeneke il 9 gennaio dell’ ’85 può ricordare un ex difensore biancoceleste molto amato dai tifosi, almeno per l’evoluzione della posizione in campo. “Uno che nella Lazio ha giocato da terzino e poi si è affermato come centrale é Chamot (difensore argentino apprezzatissimo per la sua proverbiale cattiveria agonistica), però paragonarlo a lui mi pare eccessivo, dal momento che per me Chamot é stato uno dei migliori difensori centrali arrivati in Italia negli ultimi vent’anni e quindi direi che Gentiletti ne deve percorrere ancora tanta di strada per arrivare a quei livelli”. Santiago però non arriva con i favori del pronostico, con la piazza laziale che si aspettava un colpo molto più importante e prestigioso per completare il pacchetto arretrato con il botto finale. “É chiaro che non è un giocatore che può essere considerato un top player. Già l’anno scorso poi l’arrivo di Novaretti dal campionato messicano da semisconosciuto generó delle perplessità nella tifoseria e poi credo che anche le prestazioni in stagione abbiano confermato le titubanze che lo hanno accompagnato. Gentiletti é un buon giocatore, ma non è straordinario, altrimenti a 29 anni avrebbe seguito una carriera diversa da quella che invece ha avuto; ha avuto un’impennata negli ultimi due anni, ma fino a 5-6 anni fa giocava nell’Osorno, che é una squadra di bassissima classifica del campionato cileno, poi é stato nell’ O’ Higgins, formazione di medio-bassa classifica, e in Europa nel Brest che è un club di bassa classifica, quindi ad oggi, escludendo gli ultimi due anni al San Lorenzo, le precedenti esperienze non depongono a favore della possibilità di considerarlo un giocatore affermato e dal passato luminoso“. La concorrenza alla Lazio nella retroguardia biancazzurra c’è eccome, con quattro difensori a contendersi la maglia da titolare accanto a Stefan De Vrij. “Se la può giocare con loro, con Novaretti, Cana e Ciani, dovrà dimostrare sul campo il suo valore e migliorare il rendimento nell’ultimo biennio. Io me lo ricordo qualche anno fa e sinceramente non lasciava intravedere la possibilità di poter arrivare a una squadra di livello come la Lazio”.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

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