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74anni di MANZINI: “Il 26 maggio nel cuore ma la Coppa delle Coppe non si batte. Ecco come ho iniziato questo lavoro…”

NOTIZIE LAZIO – Nel giorno del suo 74esimo compleanno, Manzini si è raccontato tra passato e sogni nel cassetto…

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NOTIZIE LAZIO – Sono passati più di quarant’anni da quando MANZINI ha messo piede per la prima volta in casa LAZIO. Oggi, nel giorno del suo 74essimo compleanno, il team manager biancococeleste ha deciso di regalarsi un tuffo nel passato, soffermandosi anche sul sogno di vedere i capitoli alzare la Coppa dalle grandi orecchie…

MANZINI A LAZIO STYLE RADIO

Ennesimo compleanno alla Lazio. Nonostante la delusione di questi giorni, oggi il sorriso…

“Ringrazio tutti per gli auguri. E’ un giorno speciale. Per quanto riguarda quelle voci che mi vedono lontano dalla Lazio, io non gli do grande importanza perché quando sarà, sarà, L’importante in ogni caso è aver avuto il privilegio di aver fatto questa esperienza, non esiste maggiore fortuna per un uomo di far divenire la propria passione il proprio lavoro”.

Hai vissuto tantissimi trofei, tantissime emozioni

“Tenere il conto non è facile. Ogni volta è un emozione, alcune volta anche gioia. E’ un ripetere di quell’intensità che ha sempre accompagnato la mia vita con questo lunghissimo club”

Un aggettivo per descrivere Pioli

“Lo sto conoscendo di persona e anche da avversario mi ha sempre dato l’impressione di essere un signore. Ne ebbi la prova in un Bologna-Lazio in cui vincemmo anche se magari non lo meritavamo a pieno. Naturalmente i minuti che mancavano non passavano mai e uno di nostri mandò la palla in fallo lateriale che uscì tra le due panchine. Pioli andò li per prenderla, io feci una finta per perde un po’ di tempo e lui mi ha guardato. Come l’arbitro ha fischiato la fine, sono corso dietro e mi ha dato la mano come a tutti gli altri della squadra. Gli ho detto Mister mi scusi per quel gesto, è stata la tensione del momento. “Non ti preoccupare, avrei fatto uguale”, anche se secondo me non l’avrebbe mai fatto. E’ stato veramente un gentiluomo”.

Quanto ha inciso nella tua vita privata la Lazio

“Un consiglio che voglio dare a chi si accinge a svolgere professioni come la mia è quello di non sposarsi mai, perché anche se ci sono i giorni di riposo, ti rendi conti che questo è un tipo di lavoro così a tempo pieno che ti tiene impegnato 25 ore su 24. Ogni minuto accade qualcosa che richiede il tuo intervento, non posso più andare in vacanza che devo subito tornare perché è successo qualcosa. Incide tanto sulla vita privata”.

Quante volte sei tornato di corsa..

“una volta era Ferragosto, ero in spiaggia e stavo prendendo il sole. A un certo punto mi chiama Cragnotti e mi chiese dov’ero. Mi ha detto vestiti che devi andare in Ecuador. Nella mia vita ho volato tanto, ma questa era davvero un’esperienza unica. Era un aereo che sembrava un appartamento, tutti mi assistevano, mi portavano il cibo (ride, ndr). Una volta mi chiama Lotito alle 3 del mattino: “Che fai dormì?” e io: “No presidente, aspettavo la sua telefonata! (ride, ndr)”.

Il giocatore a cui sei rimasto più legato

“Di giocatori del passato ne sento abbastanza. Oggi ne ho sentito uno, Gabriele Podavini al quale rinnovo gli auguri che fa il compleanno oggi. Sono rimasto affezionato a tutti, ma quello con cui ho avuto un rapporto da padre a figio è Gaiscogne”.

Più il 26 maggio o Supercoppa Europea?

“E’ una bella domanda. Sono state due conquiste molto importanti, però io credo che la vittoria nella Coppa delle Coppe ci ha dato un respiro internazionale e non per niente quell’anno eravamo il primo club mondiale”.

Però il 26 maggio ti ricordo con tantissima gioia, così come a Pechino

“Sono tutti momenti molto intensi, in cui si respirava Lazialità, C’è sta una simbiosi perfetta tra tutti, squadra, staff, fans. Non lo dimenticherò mai”

Che regalo vorresti da questa squadra

“Vorrei finire tra i primi tre posti della classifica. A momento è un sogno ma i sogni a volte si avverano e poi sognare non costa nulla e rende meno amara la vita”

Gli auguri che ti hanno fatto sentire di più il compleanno era da parte di un uomo o di una donna

“Forse da parte di un uomo, perché questa persona era una persona che recentemente ha sofferto molto per un evento che l’ha colpito ma era visibilmente molto emozionato. Mi ha detto auguri in un tono di voce che vale più di mille discorsi”.

Da un tifoso: “Grazie per tutta la tua Lazlialità”…

“Io sono uno di voi, prima che dirigente e addetto ai lavori io sono un tifoso. La Lazio la seguo dai tempi di Maestrelli e lo ricordo che ho fatto trasferte dormendo su un vagone di terza classe, così come tante altre avventure. Come il famoso Perugia-Lazio. Ricordo con piacere tutti i minuti vissuti, anche quelli negativi. Sono stati momenti di Lazialità immensi”.

Sempre con i Ray Ban

“Sono un appassionato, mi piacciono molto”.

Sulla sconfitta con la Juventus

“Quella contro l’Empoli è peggio. Quel posto, sportivamente parlando, è maledetto. Ricordo anche l’altro Empoli-Lazio 0-0. Era uno stadio pieno di laziali, come a volte non succede nemmeno a Roma. Quel giorni Signori poteva fare 5/6 gol eppure niente. In tutte le maniere e non c’era nulla da fare, non siamo riusciti a schiodare il campionato e quel pareggio ci è costato il campionato”.

Il primo giorno alla Lazio

“E’ stato nel lontano 1972 e la mia avventura  inizia così: tornavamo da una trasferta a Bergamo e la Lazio mi offrì un passaggio sul pulman, Maestrelli scese per primo e a ognuno che scendeva gli diceva “ci vediamo domani”. Quando sono sceso anche io mi ha fatto “Manzini domani al campo” e io ci sono andato. Mai avrei immaginato”.

 

MANZINI A “I LAZIALI SONO QUA”

Benvenuto Maurizio e innanzitutto tanti tanti auguri!

“Grazie, anche se ho raggiunto un’età che, più che gli auguri, dovrei ricevere le congratulazioni (ride, ndr).

Dal 1971 ad oggi è sempre stato al fianco della Lazio. Qual è il momento più bello che ha vissuto?

“Devo dire che sono molto legato a tutte le vittorie che abbiamo conseguito. Sia ai due Scudetti che alle Coppe Europee. Io dico spesso questa frase: “Ho vissuto e vinto uno Scudetto in bianco e nero e uno a colori”.

43 anni di Lazio non sono pochi. Quali sono i personaggi che porta nel suo cuore?

“Ne ho conosciuto tanti e non vorrei fare torto a nessuno, ma ne cito due: Eugenio Fascetti e Dino Zoff. Con Fascetti abbiamo vissuto forse il momento più drammatico ed esaltante al tempo stesso. Zoff semplicemente perché è Zoff, un mito del calcio internazionale”.

Avendo vissuto da vicino tantissimi grandi calciatori, ci dice qual è quello per cui nutriva un debole particolare?

“Paul Gascoigne. Nel bene e nel male. Paul è un ragazzo di una generosità disarmante, non è stato mai attaccato al denaro e ogni volta che ha potuto ha sempre aiutato tanta gente. Non si sanno molte cose sul suo conto, perché non voleva pubblicità, ma posso garantirvi che non ho mai conosciuto nessuno come Gazza. Nonostante i suoi difetti, non posso che parlarne bene”.

Maurizio si vive di sogni e penso che lei ne abbia realizzati tanti nella sua vita. C’è un sogno che non ha ancora realizzato e che si vorrebbe regalare?

“Mi piacerebbe vedere una Coppa dalle grandi orecchie (una Champions League, ndr) con sopra inciso il nome della Lazio. Quello è il mio sogno più grande. Obiettivamente non so se riuscirò mai a vedere una cosa del genere, ma visto che sognare non costa nulla, io continuerò a farlo”.

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