Da Villa Ada all'eremo dell'Olgiata: come si dividono i giocatori di Roma e Lazio tra i parchi della capitale

Pubblicato 
giovedì, 30/04/2020
Di
Redazione Lazionews.eu
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ROMA LAZIO ALLENAMENTI - Una proposta surreale che potrebbe però diventare concreta dal prossimo lunedì. Il 4 maggio inizierà la Fase Due e, a meno di clamorosi ripensamenti, i centri sportivi rimarranno chiusi. Il mondo del calcio chiede spiegazioni alla politica, che ha invitato i calciatori ad andare a correre nei parchi piuttosto che nei quartieri generali delle rispettive società. Roma e Lazio hanno manifestato un disaccordo comune sulla proposta. Ma quali parchi sarebbero costretti ad utilizzare i calciatori per svolgere le attività da runners?

Roma e Lazio nei parchi: i giocatori si dividono da Villa Ada alla Longarina

Il Corriere dello Sport ha portato avanti una curiosa e dettagliata analisi, prendendo in riferimento le abitazioni dei calciatori e i parchi più vicini alle loro case. I calciatori della Lazio utilizzerebbero in maggioranza il comprensorio esclusivo dell'Olgiata. Ben 11 giocatori (Luis Alberto, Parolo, Luiz Felipe, Leiva, Bastos, Correa, Proto, Jony, Strakosha, Vavro, Adekanye) potrebbero correre tra i viali del quartiere residenziale più esclusivo della capitale, sotto vigilanza giorno e notte. I calciatori della Roma invaderebbero, invece, il pratone di Casal Palocco, vicino a Trigoria. E chi vive in città? Intorno a Parioli e Fleming, dove risiedono, Simone Inzaghi, Caicedo, Patric e Lazzari, ci sono diversi parchi, come Villa Ada, Villa Borghese e Villa Balestra. Immobile deve scendere da Monte Mario, Radu e Cataldi dalla Giustiniana. Curiosi i casi di Milinkovic, Marusic e Guerrieri. I primi due abitano vicini a Formello, ma non potrebbero entrare, il portiere è "esiliato" all'Eur Torrino, insieme ai romanisti Zaniolo, Under e Zappacosta. I parchi della capitale potrebbero essere invasi dai calciatori, con facile creazione di aggregazioni. Una situazione paradossale, per la quale però c'è ancora il tempo di intervenire. Prevenire, si sa, è meglio che curare.

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