Hector Cuper pronto al Mondiale con l'Egitto ma testa ancora al 5 maggio: "Non so darmi una risposta"

Pubblicato 
martedì, 03/04/2018
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

CUPER LAZIO INTER 5 MAGGIO - Hector Cuper è uno degli allenatori più esperti nel panorama calcistico attuale: dopo i tanti anni sulle panchine di club, dal 2015 sta vivendo la prima esperienza alla guida di una Nazionale, l'Egitto. Il tecnico argentino è riuscito in un mezzo miracolo portando 'i Faraoni' nella fase finale di un Mondiale, dopo 28 anni dall'ultima volta. Eppure i pensieri vanno ancora a quel fatidico 5 maggio 2002, quando la sua Inter perdeva allo 'Stadio Olimpico' contro la Lazio la possibilità di vincere uno scudetto. Oggi Cuper ha parlato alla 'Gazzetta dello Sport', queste le dichiarazioni su quella partita e sul prossimo Mondiale.

5 MAGGIO - "Partita incredibile, dura da spiegare. Ancora oggi non riesco a darmi una risposta ma nonostante non abbia vinto alcun titolo con l'Inter, vado orgoglioso di quanto fatto. Abbiamo cambiato la mentalità dopo stagioni complicate. Poi con Mancini e Mourinho l'Inter vinse tutto, probabilmente grazie anche alla nostra base. Certo, mi sarebbe piaciuto vincere qualcosa, ma sono comunque soddisfatto".

COPPIA RONALDO-VIERI - "Non conta il singolo, ma il gruppo. I fuoriclasse possono farti vincere con la giocata, ma cosa farebbero senza gli altri dieci? Pensate alla nostra Inter: Toldo in porta, Cordoba, Materazzi e Zanetti in difesa, Di Biagio a centrocampo, quando c’era bisogno Kallon e Ventola in attacco. Solo per citarne alcuni. Conta la squadra, lo ripeterò fino alla morte".

EGITTO AL MONDIALE - "Sono felice che i tifosi abbiano questa riconoscenza nei miei confronti: Aver raggiunto un Mondiale a distanza di tanto tempo è un qualcosa di eccezionale. Il merito non è solo mio ma di tutta la squadra: il credo è "l'unione fa la forza". Il merito è di ogni componente della Nazionale e del pubblico che ci ha sempre sostenuto. Abbiamo realizzato il sogno di un Paese intero e ogni giorno si nota la felicità, in ogni piccolo gesto. Sembra che la gente viva meglio anche grazie al calcio".

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