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Rivali ed ex compagni. Bizzarri chiude la porta alla Lazio e a Marchetti

BIZZARRI MARCHETTI PESCARA LAZIO – Il faccia a faccia in vista della sfida di domani delle 15.00…

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BIZZARRI MARCHETTI PESCARA LAZIO – Un saluto. Una stretta di mano. Da ex compagni, da professionisti. Senza rancori. Bizzarri con il Pescara domani è pronto a ospitare Lazio. Rivedrà alcuni ex compagni, come Radu e Lulic, ma soprattutto Federico Marchetti.

SANA COMPETIZIONE – Hanno diviso lo spogliatoio di Formello per due anni. Vittorie (la più importante in Coppa Italia contro la Roma) e sconfitte. Elogi e critiche. Prima agli ordini di Reja, poi di Petkovic. Sempre con la stessa gerarchia: Marchetti titolare e Bizzarri secondo. I pali biancocelesti erano in buone mani. Esperienza e qualità. Poche altre squadre potevano vantare una coppia di portieri così: “Avere due estremi difensori che hanno giocato in Serie A per tanto tempo, aumenta il rendimento di ognuno. Lottiamo entrambi per essere titolari, non bisogna nasconderlo – ha rivelato l’argentino quando giocava nella Capitale – Tra noi c’è una competizione sana. Chi gioca lo decide il mister”.

DELUSIONE – A dirla tutta Bizzarri ha sofferto la concorrenza di Marchetti. Avrebbe voluto giocare di più. Arrivato nel 2009, sperava che con l’addio di Muslera la società gli consegnasse le chiavi della porta della Lazio. Non è andata così. Dal Cagliari è stato acquistato il classe ’83 di Bassano del Grappa, che si è imposto come primo portiere. Nelle ultime due stagioni a Roma l’argentino ha giocato 22 gare (in totale sono 26). Il suo compagno, invece, ben 85. È rimasto deluso, aveva aspettative diverse: “Non mi è mai stata data l’opportunità di giocare – ha ricordato poco tempo fa – Nel 2010 feci il terzo ma dicevano che ero un primo e da secondo avrei messo in difficoltà Muslera. Poi ho avuto Marchetti che è esploso”. Si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Soprattutto con il Chievo, con cui ha dimostrato di essere ancora un grande numero 1.

FUTURO – Una storia simile a quella di Berisha. Che per trovare continuità ha scelto l’Atalanta. Era sbarcato nel nostro paese con l’obiettivo di prendere il posto di Marchetti, di diventare il titolare della Lazio. Non ce l’ha fatta. Per sfortuna, errori e meriti altrui. Il 33enne italiano dal canto suo non ha mai mollato. Non si è mai adagiato sugli allori e ha sempre conquistato la fiducia degli allenatori. Nessuno se n’è privato. Quando sta bene è uno dei migliori in Italia. Ma il suo rendimento è calato negli ultimi tempi. Anche per i tanti infortuni subiti. La società ha cominciato a nutrire dei dubbi. Non è più una certezza e a giugno potrebbe anche fare i bagagli e lasciare la Capitale. Tutto però dipende da lui. Ha ancora dei mesi per convincere tutti. Club, addetti ai lavori e tifosi.

Riccardo Caponetti

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