Da "epurato" a ripescato: la rivincita di Konko

Pubblicato 
martedì, 15/09/2015
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

NEWS DEL GIORNO - Non si può certo dire che tra Stefano Pioli e Abdoulay Konko sia stato amore a prima vista. Anzi, fin dal suo arrivo sulla panchina biancoceleste il tecnico è sempre stato abbastanza chiaro col francese: "Nelle mie gerarchie sei dietro Basta". Dopo quattro anni di titolarità indiscussa (quando non era bloccato ai box dai problemi fisici, ndr), per la prima volta il terzino di origini marocchine/senegalesi ha dovuto fare i conti con un concorrente più che accreditato, cercando di lottare per una maglia da titolare. Una "guerra" che lo ha visto perdere su tutti i fronti: in dodici mesi ha collezionato appena 5 presenze (373 minuti di gioco totali), in parte per le idee dell'allenatore, che gli preferiva Cavanda come prima alternativa al serbo; in parte anche per l'atteggiamento mostrato in campo durante le poche chance che gli sono state concesse.

SICURO PARTENTE - Dopo un campionato del genere, l'epilogo sembrava dover essere scontato: Konko avrebbe detto addio alla Lazio. Soprattutto in una finestra come l'ultima, dove il club, per abbassare il monte ingaggi, ha concesso lo svincolo a diversi giocatori considerati ormai ai margini del progetto tecnico. Ecco quindi che salutano Novaretti, Pereirinha, Ederson, Ledesma e Ciani (questi ultimi due lasciati andare a scadenza), ma non Konko. Eppure le richieste per lui non sono mancate: prima la Fiorentina, poi il Bologna bussano alle porte di Formello ma nessuna riesce a convincere Lotito a lasciarlo andare via.

NUOVA RINASCITA?  - Una strategia che lascia perplessi un po' tutti, in primis il calciatore stesso convinto di aver terminato ormai la sua esperienza in biancoceleste, tanto da aver già le valigie pronte. Queste ultime, però, le userà per altro: volare ad Auronzo di Cadore e prepararsi coi suoi compagni in vista della Supercoppa. Proprio sotto le Tre Cime di Lavaredo l'ex Genoa sorprende tutti per voglia e dedizione: un primo segnale lanciato al tecnico, all'ambiente, ma forse anche a sé stesso. Lavoro, fatica, sudore ed ecco che arrivano i primi frutti: la convocazione per Shanghai. Da lì in poi è una cascata: il reintegro permanente nella rosa, l'iscrizione nella lista europea (a discapito del neo arrivato Patric), fino ad arrivare al premio massimo, ossia la maglia da titolare. Una ricompensa che il francese raccoglierà giovedì in Ucraina quando sarà chiamato a presidiare la fascia destra dal primo minuto, 233 giorni dall'ultima volta. Col Dnipro potrebbe aprirsi la sua "seconda era" in biancoceleste: "Forza Bubù, ritenta che quest’anno sarai più fortunato, gli disse un tifoso nel corso dell'ultimo ritiro. Chissà che non possa esserlo davvero.

Daniele Gargiulo

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