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Dall’inferno al paradiso, andata e ritorno. La parabola (discendente) di Andrè DIAS

APPROFONDIMENTO LAZIONEWS.EU. Il brasiliano sembra ormai un lontano parente dell’eccelso difensore ammirato qualche stagione fa. E anche PETKOVIC sembra essersene accorto…

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SUPERCOPPA JUVENTUS LAZIO tevez dias

APPROFONDIMENTO LAZIONEWS.EU – Da titolare inamovibile a ultima ruota del carro: questo è quanto ha decretato l’elenco Uefa presentato ieri dalla LAZIO. Andrè DIAS non sembra essere più il perno fondamentale della retroguardia biancoceleste. Le prime avvisaglie si erano già intraviste sul finire della scorsa stagione, quando PETKOVIC ha cominciato a preferirgli sempre più spesso CANA che, nel ruolo di difensore centrale, sembra aver trovato la giusta dimensione nella LAZIO. Una svolta ricaduta sulle spalle dell’esperto brasiliano che, ad oggi, si ritrova ad essere l’ultimo nelle gerarchie del tecnico.

MAXI LOPEZ anticipa DIAS

UN ESORDIO DA BRIVIDI – La sua storia biancoceleste non iniziò nel migliore dei modi: sbarcato a Roma all’inizio del 2010, nella sessione invernale di calciomercato, l’ex San Paolo si ritrovò all’interno di una squadra allo sbando, partita con obiettivi prestigiosi ma costretta poi a lottare per la salvezza. Il suo esordio fu un disastro: il 7 febbraio BALLARDINI decide di gettarlo subito nella mischia nel match casalingo contro il CATANIA, un autentico scontro diretto per la salvezza con i biancocelesti che stazionavano al 16esimo posto e gli etnei qualche punto più sotto al 18esimo. La gara venne decisa da una zampata di MAXI LOPEZ (che fino a qualche giorno prima era stato ad un passo dalla LAZIO…) al minuto 63, andando ad anticipare un goffo DIAS. Non fu un biglietto da visita proprio esaltante.

DIAS 02

(Getty Images)

IL RISCATTO E L’ASCESA CON REJA – Le cose però cambiarono da lì a poco. A seguito della sconfitta contro gli etnei, LOTITO decide di esonerare BALLARDINI e di affidare la squadra a REJA. Questo cambio di guardia rappresenterà la svolta per Andrè DIAS: dopo una prima fase di rodaggio nella quale il tecnico friulano si affida alla vecchia guardia (il giocatore pensò anche di tornare in patria in questo breve lasso di tempo) , il brasiliano diventa in breve tempo il regista difensivo della linea a tre biancoceleste. “E fortissimo”, fa sapere a tutti il nuovo tecnico quando si parla di DIAS e lui lo ripaga con due gol pesantissimi nelle vittorie esterne contro BOLOGNA e GENOA. Centrata la salvezza nella sua prima stagione italiana, nelle due annate successive sotto la guida dell’allenatore goriziano, DIAS si impone come uno dei centrali più affidabili dell’intero campionato. Una tecnica eccelsa, un bruciante senso dell’anticipo e una straripanza fisica lo rendono un difficile ostacolo da superare e ben presto tutti si accorgono di lui. Insieme a BIAVA compone una coppia formidabile tanto che, nella stagione 2010/11, la LAZIO chiuderà con soli 39 gol subiti (seconda miglior difesa del campionato assieme al NAPOLI). Positiva anche la sua terza stagione in biancoceleste, nonostante qualche infortunio muscolare di troppo e la pesante squalifica (tre giornate) a seguito della rissa che si scatenò al Friuli per il convulso gol di PEREYRA. Sanzione che gli fece terminare il campionato in anticipo.

LAZIO-FIORENTINA dias cuadrado

LA LENTA DISCESA CON PETKOVIC – Il campionato 2012/13 parte con un nuovo cambio al timone: via REJA, dentro lo sconosciuto PETKOVIC. Con il bosniaco il feeling sembra essere subito ottimo tanto che nelle prime 13 giornate DIAS non avrà mai bisogno di controllare la formazione titolare: lui c’è, a prescindere. Poi un problema muscolare agli adduttori lo condizionerà per il resto della stagione, facendolo scivolare piano piano in panchina, prima in luogo di CIANI, poi di CANA che PETKOVIC ha definitivamente trasformato in difensore centrale. L’albanese gli soffierà il posto anche nel “match dei match”: la finale di Coppa Italia contro la ROMA dello scorso 26 maggio. Il primo trofeo in maglia biancoceleste per DIAS, che sarà però costretto a restare tutta la gara in panchina.

FIUGGI 2013 hernanes dias

DAI BUONI PROPOSITI ALL’ESCLUSIONE“So che quello che ho fatto l’anno scorso lo potevo fare molto meglio. Voglio tornare a livello di un anno, un anno e mezzo fa, e quest’anno farò molto meglio”. Prometteva DIAS da Auronzo di CADORE. Parole cariche di voglia di rivalsa, di chi è consapevole di poter dare ancora tanto alla LAZIO nonostante i suoi 34 anni. Alle parole, purtroppo, non hanno fatto ancora seguito i fatti: DIAS pare aver perso il suo proverbiale sangue freddo che lo portava, in passato, a compiere anche qualche rischio in difesa (un’uscita palla al piede o un dribbling azzardato sulla trequarti avversaria). Il brasiliano sembra oggi un lontano parente dell’eccelso difensore ammirato qualche stagione fa. Anche PETKOVIC se n’è accorto e, complice anche l’età avanzata, ha deciso di escluderlo dalla lista UEFA. Ora sta all’ex San Paolo far ricredere tutti quanti, anche perchè la LAZIO, come ha confermato il campo nei primi tre impegni ufficiali, ha bisogno del vero Andrè DIAS.

Daniele Gargiulo

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