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Firenze, grazie ma non posso. Milinkovic-Savic, la porti un bacione e un gol

LAZIONEWS.EU – Il serbo trova la prima rete in serie A proprio contro la Fiorentina…

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Pubblicato il 9/01 alle 22.35

LAZIONEWS.EU – La Lazio si dimostra grande contro le grandi. I biancocelesti espugnano il Franchi e disputano una delle migliori prestazioni del campionato, la migliore secondo Pioli, contro una squadra reduce da 20 punti nelle ultime 9 giornate. Il sogno viola di diventare campione d’inverno si infrange sulla voglia di rivalsa della Lazio, che dopo l’Inter capolista batte in trasferta anche la seconda forza della serie A.

TAPPA A FIRENZE – Il protagonista della serata è Milinkovic-Savic, centrocampista serbo arrivato alla Lazio quest’estate. Durante il calciomercato la sua è la telenovela che infiamma i sogni dei tifosi biancocelesti: Fiorentina o Lazio? Entrambe puntano forte sul ragazzo, è una sfida all’ultimo colpo tra i direttori sportivi Pradè e Tare, entrambi hanno l’accordo con il Genk, società proprietaria del cartellino del ragazzo. Il futuro è nelle sue mani, poi tutto prende contorni più definiti: il neo campione del mondo under 20 sceglie la Fiesole e dal Belgio prende un aereo per Firenze il 25 luglio. Il giocatore ha deciso: si legherà ai colori viola, la corte spietata del club toscano ha avuto la meglio. Ma proprio sul più bello arriva l’incredibile dietrofront: dopo mezza giornata di trattative, l’entrata in sede e la visita allo stadio, il giovane scoppia in lacrime. “Avevo una promessa con Tare, voglio andare alla Lazio”, singhiozza davanti ai dirigenti viola. La reazione di Pradè è come una tempesta: “Noi non possiamo e non dobbiamo pregare nessuno per venire alla Fiorentina. Gli accordi sono stati trovati ma il calciatore ancora vuole prendere tempo. Non possiamo accettare questo. Se il calciatore ha altre squadre dietro che vada per la sua strada. Siamo stanchi, finisce qui”. Firenze, grazie ma non posso.

CHE RIVINCITA – Il giorno dopo l’aereo cambia rotta: destinazione Roma, il contratto è pronto e l’aquila chiama. La società capitolina lo accoglie a braccia aperte e il Genk incassa una cifra vicina a 9 milioni di euro. E’ il colpo dell’estate per la Lazio, uno degli investimenti più onerosi della gestione Lotito insieme agli acquisti di Zarate, Hernanes e Felipe Anderson. Pioli ha tra le mani un diamante grezzo, il serbo brilla di luce propria ma diventa un rebus tattico e una Lazio in crisi non ha tempo per la sua crescita: preso per fare il trequartista e per sostituire Mauri (che ad inizio luglio aveva detto addio), si ritrova a giocare da mezzala ma non ha ancora il passo giusto e si vede. Il tecnico emiliano non ci sta, in quel ruolo ha bisogno d’altro, così nasce un’idea: trequartista nel 4-2-3-1, ruolo dove poter mettere in mostra le sue qualità migliori. Tecnica da vendere, presenza in area e un fisico da corazziere con i suoi 192 centimetri che lo rendono il centrocampista più alto della Serie A. Proprio sfruttando queste caratteristiche trova il primo gol, di testa, contro il Dnipro (match terminato 1-1). In Italia però nessuna rete, almeno fino al ritorno a Firenze, 168 giorni dopo quell’aereo e quel contratto non firmato. La penna tremò, il piede stavolta no e proprio sotto la curva viola il serbo sigla lo 0-2 che contribuisce alla vittoria del Franchi. Accolto tra i fischi dallo stadio risponderà con un’esultanza polemica, mostrando alla panchina di Sousa l’aquila sul suo petto. Un segno di fierezza, poi confermato dalle dichiarazioni nel post gara: “Questo gol mi ripaga della scelta fatta in estate”. Il senso d’appartenenza c’è, la personalità è quella di un giovane campione. La porti un bacione a Firenze, e anche un gol. Ed è soltanto il primo, per il serbo, in serie A.

Giorgio Marota
@GiorgioMarota

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