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Fischi e palle perse: il momento no di Felipe Anderson

APPROFONDIMENTO LAZIO ANDERSON – Non tanto la sconfitta e neanche la prestazione incolore. Quel che davvero ha descritto la serata, e forse…

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APPROFONDIMENTO LAZIO ANDERSON – Non tanto la sconfitta e neanche la prestazione incolore. Quel che davvero ha descritto la serata, e forse il momento, di Felipe Anderson sono stati i fischi dell’Olimpico. Timidi, al momento del suo ingresso in campo, e via via un crescendo fino a diventare un assordante frastuono. Qualche malumore di troppo, forse qualche incomprensione con l’ambiente alla base, senza dimenticare un giustificabile nervosismo per esser stato fuori a lungo ed essere scalato indietro nelle gerarchie. O forse, soltanto un normale scotto da pagare, dopo un rientro ben al di là di ogni più rosea aspettativa.

LA FLESSIONE – Quel che è certo, è che da una settimana a questa parte il fantasista brasiliano non riesce più ad incidere come vorrebbe e potrebbe. 43 minuti col Milan, steccati. 25 ieri sera, steccati. In mezzo, la Coppa Italia, steccata anche quella. A San Siro, in campionato, il numero 10 biancoceleste aveva calciato verso la porta una sola volta (fuori), con un assist non concretizzato ed un’occasione da gol creata. Poca roba, considerando anche i 6 palloni persi sui 69 (il 9,8%). All’Olimpico col Genoa, però, i numeri di Anderson sono addirittura peggiori: 0 in tutte e tre le prime voci, cui si aggiungono i 3 palloni persi sui 29 giocati, il 10,3%. Tanto l’impegno, ma pochi, pochissimi per la sua caratura, gli spunti degli di nota. Numerosi gli errori, invece, tecnici e di valutazione dell’azione. Gambe pesanti e testa forse ancor di più. Urge bisogno della cura-Inzaghi.

Giordano Grassi

2 Comments

2 Comments

  1. giggierbullo

    6 Febbraio 2018 12:30 at 12:30

    ma poro ragazzo…è stato fermo mesi…per me è 10 volte meglio di luis alberto…

  2. Tony

    6 Febbraio 2018 13:18 at 13:18

    Non si può pensare di utilizzare un giocatore 20 minuti a partita, quando va bene, e chiedergli di risolvere sempre le partite ed essere sempre determinante. Bisogna farlo giocare con continuità per ritrovare la forma migliore e la determinazione giusta. Stesso discorso per Nani.
    Bisogna rischiare in casa nelle partite in cui si deve vincere e giocare con un modulo più offensivo.
    Nella partita di ieri troppa poca qualità in campo, e squadra piena di centrocampisti contro una squadra che ha giocato a non farti giocare. In questi casi solo il giocatore che crea superiorità e salta l’uomo può creare alla squadra l’occasione da goal

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