Il figliol prodigo MANCINI alla ricerca della quadratura del cerchio chiamato INTER

Pubblicato 
mercoledì, 17/12/2014
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

L’ALTRA PANCHINA – In occasione della sedicesima giornata di campionato, stagione 2014-15, torna la rubrica di Lazionews.eu dedicata all’allenatore avversario. Il racconto di carriera, peculiarità tattiche, curiosità e precedenti con la LAZIO. Domenica sera alla ‘Scala del calcio’ si gioca INTER-LAZIO: le due squadre sono chiamate alla vittoria per confermare quanto di buono fatto vedere nella giornata precedente e per trovare continuità di risultati. I nerazzurri sono guidati da un pezzo di storia biancoceleste e del calcio italiano, Roberto MANCINI.

LA CARRIERA – Roberto Mancini nasce a Jesi il 27 novembre del 1964. Pochi giorni fa ha compiuto 50 anni, 34 dei quali passati nel calcio professionistico, infatti, sedicenne ha esordito in Serie A con la maglia del Bologna. Dopo due stagioni in terra emiliana si è trasferito alla Sampdoria, dove con 424 presenze e 132 gol ha contribuito alla vittoria dello scudetto 1990-1991, 4 coppe Italia e una Supercoppa. Nel 1997 approda alla LAZIO, dove nel giro di un anno diventa protagonista assoluto, soprattutto nel derby, infatti in poco più di dodici mesi va a segno 4 volte contro i giallorossi. Guidata dai suoi colpi e da quelli di altri campioni, la prima squadra della capitale ha vinto uno storico scudetto nel campionato 1999-2000, l’ultima edizione della Coppa delle Coppe, due coppe Italia e una Supercoppa. Ciliegina sulla torta, la vittoria della Supercoppa Europea contro gli ‘Invincibili’ del Manchester United di Ferguson, battuto per 1-0 a Montecarlo.
Dopo 36 presenze e 4 reti in Nazionale, Mancini chiude la sua avventura di calciatore, ma non ha neppure il tempo di appendere gli scarpini al chiodo che nella stagione 2000-2001 si siede al fianco di Eriksson sulla panchina della Lazio. Dopo metà stagione con la Fiorentina, Il 1° luglio del 2002 rientra a Roma dalla porta principale e, tra i mille problemi finanziari dei biancocelesti, riesce a trionfare in Coppa Italia. Dopo due stagioni si trasferisce all’Inter, dove sarà l'unico a vincere tre scudetti consecutiviNel 2009 si siede sulla panchina del Manchester City dello sceicco Mansur, dove nel 2012 ha portato lo scudetto dopo 44 anni di digiuno. Sotto la sua gestione, i Citizens si qualificano per la prima volta in assoluto direttamente alla Champions League. Un allenatore del suo carisma non riesce a stare fermo per molto tempo nello stesso posto, così nel 2013 approda al Galatasaray, dove però non ha avuto molto successo. Il 14 novembre 2014, dopo l’esonero di Mazzarri, è cominciato il suo secondo mandato all’Inter, con l’esordio nel derby di Milano pareggiato per 1-1.
Finora, il giramondo Mancini ha collezionato 368 panchine, con uno score di 213 vittorie, e detiene un interessante record: nessuno ha vinto quanto lui la Coppa Italia: 6 volte da giocatore e 4 da tecnico.

LA TATTICA – Il ‘Mancio’ è all’Inter da poco più di un mese e sta ancora cercando la quadratura del cerchio per una squadra che non ha costruito personalmente. Nell’ultima gara vinta per 2-0 contro il Chievo, prima gioia del nuovo corso, i nerazzurri sono scesi in campo con un ordinato 4-3-1-2, con Kovacic e Guarin a scambiarsi continuamente i ruoli di vertice alto e basso del centrocampo. La soluzione tattica dovrebbe essere riproposta nella sfida di 'San Siro', anche se il modulo preferito dal tecnico è il 4-2-3-1. Ma metterlo in atto con i giocatori a disposizione non è semplice, mancano, infatti, degli esterni in grado di offrire qualità e gol alla squadra. Così i nerazzurri si affidano alla coppia d’attacco tutta argentina Icardi-Palacio e i primi risultati stanno arrivando. Mancini crede nei suoi ragazzi e nel lavoro che sta svolgendo e non si nasconde: vuole puntare alla zona Champions League.

I PRECEDENTI – L’attuale tecnico dell’Inter, in quasi 15 anni di carriera da allenatore, ha incontrato la Lazio per 10 volte, e vanta uno score di 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. L’ultima volta che Mancini ha sfidato i biancocelesti è finita 1-1, con i laziali che sono andati più volte vicini alla vittoria, ostacolata solo dalla traversa e da uno strepitoso Julio Cesar. La squadra di Delio Rossi ha messo in seria difficoltà la formazione milanese, dando una lezione di correttezza a tutto il calcio italiano, che parlava in quei giorni di ‘partita arrangiata per non favorire i cugini giallorossi nella corsa allo scudetto. Lo storico tra Pioli e Mancini non è corposo, i due si sono incrociati una sola volta, quando il tecnico laziale sedeva sulla panchina del Parma. In quella occasione ebbe la meglio il nerazzurro, che trovò una vittoria per 2-1 in terra emiliana.

 Gian Marco Torre

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