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Il ‘libidinoso’ gira-Italia VENTURA, cultore delle fasce e del gioco semplice ma spettacolare, ha imparato anche a cambiare

L’ALTRA PANCHINA – Il pupillo del tecnico genovese è stato senza dubbio Alessio Cerci, così come tutti gli esterni veloci e bravi nel dribbling…

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L’ALTRA PANCHINA – In occasione dell’ottava giornata di campionato, stagione 2014-15, torna la rubrica di Lazionews.eu dedicata all’allenatore avversario. Il racconto di carriera, peculiarità tattiche, curiosità e precedenti con la LAZIO. Domenica allo ‘Stadio Olimpico’ c’è LAZIO-TORINO e con l’impegno di Europa League in mezzo i granata dovranno essere in grado di gestire le forze: la ‘palla’ passa al guru Giampiero VENTURA.

LA CARRIERA –Giampiero Ventura, nato il 14 gennaio 1948 è stato un vero e proprio ‘vagabondo’ dell’Italia, girata in lungo e largo dal tecnico genovese. A partire proprio dalla sua città, sponda Samp tra giovanili e vice allenatore della prima squadra per complessivi cinque anni, prima di cominciare un vero e proprio tour nazionale tra Albenga, Rapallo Ruentes, Entella Bacezza (dove allena anche Luciano Spalletti) e Spezia (tutte in Liguria) prima di arrivare a Centese e Pistoiese nel 1987 e poi passare per Giarre, Venezia, Lecce e Cagliari. Con le ultime due formazioni ottiene una doppia promozione in Serie A, ma l‘esordio di Ventura nella massima divisione italiana avviene solo con i sardi. In Sardegna rimane però appena due anni, prima di tornare alla Sampdoria e proseguire il suo giro nella nostra penisola, tra Udinese, di nuovo Cagliari, Napoli (primo allenatore dell’era De Laurentiis), Messina e Verona (con cui retrocede però in C1 dopo i play-out). Nel 2007 arriva l’esperienza che sarà decisiva per la carriera del tecnico genovese, che lo consacrerà al grande calcio, ovvero il PISA nel 2007. Con i toscani in Serie B arriva ad esprimere un calcio divertente e frizzante, apprezzato in tutta Italia, con giocatori talentuosi e giovani, ma anche d’esperienza che poi diventeranno dei top. Basta fare i nomi di Cerci, Castillo e Kutuzov, solo alcuni dei calciatori che daranno al loro tecnico delle grandi soddisfazioni. La favola Pisa-Ventura si interrompe bruscamente dopo due anni e mezzo e due rinnovi, il 19 aprile 2009 dopo una serie di quattro sconfitte consecutive. Nel campionato 2009/2010 Ventura prosegue nel solco del bel gioco e lo fa a BARI (dove esclamò “Io alleno per libidine”), con cui fa registrare il record di punti in Serie A (50 punti) nella storia dei pugliesi, ma anche in questo caso il mister ligure non riesce a confermarsi un’altra stagione e il 10 febbraio 2011 si dimette dopo essersi commosso. Con i pugliesi molti calciatori toccano il loro apice, come Alvarez, Barreto, Meggiorini, Donati, Almiron, Bonucci e lo stesso Gazzi, che al pari di Barreto e Meggiorini ritroverà poi a Torino. Con i granata l’avventura inizia il 6 giugno 2011 ed è piena di soddisfazioni, con il primo anno che frutta la promozione in Serie A, per poi ottenere l’anno dopo la salvezza e arrivare poi la scorsa stagione alla qualificazione in Europa, che mancava da 20 anni in casa Toro. Da quando è sbarcato per la prima volta in Serie A Ventura ha messo insieme ben 504 panchine (137 con i granata), mentre se consideriamo l’interezza della sua carriera lo score è ormai prossimo alle mille panchine (in Serie A sono 207 con 59 vittorie, 58 pareggi e 89 sconfitte).

LA TATTICA – In realtà sulla carta quello di Ventura è un modulo abbastanza lineare, anche nel suo sviluppo. Il 4-4-2 di base ammirato soprattutto a Pisa e a Bari in fase di possesso palla e di attacco diventa un 4-2-4, che soprattutto nell’esperienza toscana è stato un vero e proprio marchio di fabbrica. Più che ovvia l‘importanza fondamentale degli esterni, che sono nella maggior parte dei casi dei veri e propri attaccanti, fulcro dell’azione offensiva di Ventura. Si diceva del possesso palla lineare, con i centrocampisti che svolgono il ruolo di veri e propri mediani con il compito di far girar palla sulle fasce e triangolare con le ali. Per anni, a Pisa prima e a Torino poi, con la parentesi pugliese della freccia Edgar Alvarez, gli esterni di Ventura impegnavano i loro diretti avversari in continui uno contro uno e dribbling in velocità anche per sfiancare i terzini. Pupillo assoluto del tecnico genovese è Alessio Cerci, che ha incarnato il gioco di Ventura per diversi anni, ora definitivamente sbocciato e arrivato all’Atletico Madrid di Simeone. Al centro dell’attacco vere e proprie punte e bomber d’area di rigore, come lo era Bianchi prima che lasciasse i granata e Castillo a Pisa e ora lo sono Quagliarella e Amauri; ma anche attaccanti comunque in grado di dialogare e spaziare per l’area offensiva, così come Barreto e Meggiorini nell’esperienza con i ‘galletti’. Negli ultimi anni l’ex Samp ha utilizzato la difesa a tre in un 3-5-2 che in ogni caso fonda molto sul gioco esterno, con un Bruno Peres, esterno classe ’90 che sta stupendo in questo inizio di stagione, e un Darmian formato Nazionale sull’altra fascia. Novità di stagione è l’utilizzo dei trequartisti, nelle figure di Sanchez Mino (altra piacevole sorpresa) e Omar El Kaddouri (squalificato contro la Lazio), mentre si mantiene il difensore dominante come il capitano Glik.

I PRECEDENTI – In campionato sono 10 i precedenti di Ventura con la Lazio, con 4 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte che contano parità di gol fatti e subiti, ovvero 10. Il primo confronto risale al 1998 (Lazio-Cagliari 2-0), mentre l’ultimo è chiaramente quel 3-3 dell’Olimpico andato in scena il 20 aprile scorso, con il pareggio in extremis di Candreva. Gli incroci con il mister Pioli invece sono sette e contano due vittorie, tre pareggie due sconfitte con 5 gol fatti e 6 subiti; il tecnico biancoceleste però non batte il collega granata da ben sei anni, ovvero da Piacenza-Pisa 1-0 del 20 dicembre 2008.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

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