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Keita vs Perotti: dal mercato al campo, fenomeni in cerca di esplosione

LAZIO-GENOA, IL FACCIA A FACCIA – All’Olimpico sarà duello tra i due esterni d’attacco, per rialzare la testa dopo un inizio di stagione negativo…

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IL FACCIA A FACCIA – La notte cupa del San Paolo alle spalle, l’incubo Grifone all’orrizzonte. Dopo l’umiliazione contro il Napoli, la Lazio proverà a ripartire nel turno infrasettimanale di mercoledì contro il Genoa di Gasperini, vera e propria bestia nera della società capitolina. 8 sconfitte consecutive negli ultimi 4 anni, tra Olimpico e Marassi e la necessità di invertire la tendenza per dare una dimostrazione di cuore e attributi. In campo ci saranno tanti incroci e duelli, ma tra tutti spiccherà quello fatto di tecnica, rapidità ed esplosione tra Keita e Diego Perotti.

PROTAGONISTA INASPETTATO – Doveva andare via dalla Lazio e salutare tutti, poi il playoff di andata di Champions League ha cambiato la sua storia in biancoceleste. Contro il Bayer Keita parte dalla panchina, entra e spacca la partita con un gol tutto rabbia, fisico e qualità. Visto il ritorno, la rete non servirà al destino europeo della Lazio, però sblocca il giocatore e gli regala fiducia e motivazioni in un inizio di stagione complicato e travagliato. Prima punta, seconda punta, esterno, Pioli lo vede bene ovunque in una Lazio spenta e demotivata: è lo spagnolo il trascinatore inaspettato, complice un buon momento di forma e la freschezza atletica e tecnica. Eppure era al centro del calciomercato: le sirene del Liverpool, il possibile passaggio al Genoa, ma i secchi “no” di Lotito, tra i più grandi estimatori di Keita, tra i primi a volerlo nel 2011 quando era ancora un canterano del Barcellona. Con l’aquila sul petto fin qui 71 presenze e 11 gol, più uno scudetto Primavera vinto da stella nel 2013. L’esplosione definitiva in prima squadra arriva solo con Reja nella seconda parte della stagione 2013-14, poi gli alti e bassi con Pioli. Lui intanto cresce fisicamente e mentalmente, impara a giocare con la squadra e a mettersi a disposizione. Il tecnico emiliano pare quindi aver deciso: puntare su Keita è la soluzione, magari portandolo a giocare al centro dell’attacco. Intuizione o necessità? Per il giocatore è solo l’occasione giusta da sfruttare.

LA FRECCIA ARGENTINA – Fine anni ’80, Argentina, Buenos Aires. Chiamarsi Diego ha solo una spiegazione: l’ispirazione dei tuoi genitori al Pibe de Oro, Diego Armando Maradona. Perotti cresce con un idolo, che solo due anni prima aveva trascinato l’Albiceleste al titolo mondiale e da i primi calci ad un pallone proprio nel Boca Junior, prima di completare il settore giovanile nel Deportivo Moròn, con cui esordisce in prima squadra a 18 anni, nel 2006. È qui che esplode El Monito, la scimmietta, soprannominato così per la sua scaltrezza nel dribblare e sfornare assist e gol. Perotti è imprendibile e fastidioso per le difese avversarie, piccolo fisicamente ma con una tecnica sopraffina. Se ne accorge il Siviglia, che lo acquista e dopo due anni nella cantera lo lancia in prima squadra nel 2009. 5 anni in Andalusia: 159 presenze, 16 gol e 25 assist, ma in progressione gioca sempre meno e colleziona più infortuni che gol. Così a febbraio 2014 il Boca lo prende in prestito, ma in 4 mesi scende in campo 2 volte e non segna mai. Torna in Spagna, ma arriva giusto in tempo il Genoa, che per una cifra irrisoria (circa 350 mila euro) si porta a casa un giocatore non ancora 26enne. In Liguria, finalmente esplode: 28 presenze e 4 gol nella prima stagione italiana, in un campionato che porta i rossoblu al 6° posto in campionato. A fine anno il suo valore di mercato salirà fino ai 10 milioni euro.

IL CONFRONTO – Cifra che Preziosi conosce bene e spera accontenti Lotito nello scambio che avrebbe avuto del clamoroso: Perotti in biancoceleste, Keita sotto la lanterna. Se ne è parlato, i giocatori piacciono alle rispettive società, ma la Lazio ha declinato, nonostante il volere di salutare la Capitale del biancoceleste. Keita rimane a Roma per lanciarsi definitivamente e Perotti a Genova per confermarsi tra i migliori esterni del campionato. Rapidità, movimenti, dribbling e imprevedibilità: fin qui alle due compagini è mancato il guizzo vincente o le giocate di un campione. Inizio negativo per entrambe, ma all’Olimpico è già crocevia: la Lazio per scuotersi e tornare a vincere e divertire, il Genoa per il primo successo stagione contro quella che è stata da 4 anni a questa parte la vittima prediletta. Parola al campo e naturalmente, ai giocatori migliori.

Giorgio Marota
@GiorgioMarota

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