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La sconfitta con il Milan spiegata dalla Lazio

LAZIONEWS.EU – Le idee di Pioli e una mentalità che non cambia…

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LAZIONEWS.EU – “Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui”. Questa frase di Ezra Pound mette davanti a un bivio esistenziale: fino a che punto sono forti e solide le idee che sosteniamo? È il dramma personale di Stefano Pioli, allenatore della Lazio che si trova ad affrontare per la prima volta due sconfitte consecutive.

SOTTO ATTACCO – Media, tifosi, addetti ai lavori: squadra e tecnico sono sotto attacco, ora che anche il fortino dell’Olimpico è caduto. E la Lazio sa difendersi male, è cosa nota, perché la mentalità non cambia e da quando in sella c’è l’emiliano il credo biancoceleste non è mai stato smentito: attaccare, imporre il proprio gioco, creare occasioni e divertire. Un campionato intero fatto di gol e vittorie, la Lazio che si qualifica in Champions e la sensazione di aver trovato un allenatore con la bacchetta magica. Ma l’incantesimo ora sembra essere svanito. Pioli si è trovato prima a giustificare un inizio di stagione disastroso (fuori dall’Europa che conta e schiaffeggiato da Chievo e Napoli) poi a difendere ad oltranza la sua filosofia di calcio, cosa che fino ad ora non aveva mai avuto il bisogno di fare. E da buon difensore quale è stato sa bene che arroccandosi, prima o poi il gol lo prendi, mentre se stai dall’altra parte corri meno rischi. E lui non ha solo alzato le difese, ma ha cominciato pure ad attaccare.

LE PAROLE DELLA LAZIO – Per la prima volta da quando è alla guida della Lazio ha guardato oltre la prossima gara e ha cominciato a farlo nella conferenza stampa della vigilia di Lazio-Milan. “Voglio vincere qualcosa” ha tuonato, regalando il titolo a molti giornalisti presenti. Poi dopo la pesante sconfitta contro i rossoneri ha dichiarato “Rispetto per il Rosenborg, ma la testa è al derby”. Appena qualche minuto e a dire l’esatto opposto non è uno qualunque, ma il suo capitano, quello che lui ha scelto per portare in campo la sua idea di calcio. Biglia a precisa domanda “Pioli ha detto che…” risponde: “Ma quale derby, prima c’è il Rosenborg e dobbiamo pensare solo a quello”. Incomprensioni? Singolo episodio? Può essere, ma due indizi fanno (quasi) una prova e l’uscita dal campo di Candreva è un capo d’accusa bello e buono. “Non c’è gioco e non ci sono idee” avrebbe detto a Radu una volta seduto in panchina, con il romeno che faceva sì con la testa. Il labiale lo incastra, l’occhio della tv lo manda in diretta mondiale e il fotogramma successivo, scherzo baro del destino, è Pioli che allarga le braccia perché in campo continuano a non ascoltarlo.

MENTALITA’ – Non c’è nessun complotto contro l’allenatore: semplicemente gambe e testa non girano come dovrebbero e i biancocelesti stanno vivendo un momento critico in una fase cruciale della stagione. Senza curva nord, con il morale sotto i tacchi e nella settimana che porta al derby. Basta avere un occhio pessimista e fatalista per leggere in questi segni i presupposti per una stagione maledetta, ma il gruppo cerca di fare ora fronte comune intorno al proprio condottiero, al di là di qualche incomprensione. Del resto appare evidente come il cambio Onazi-Klose a Bergamo abbia dato un segnale forte a tutti: la Lazio gioca per vincere e più che accontentarsi, preferisce rischiare di perdere. È una storia vecchia come il mondo, c’è chi sceglie l’uovo oggi e chi la gallina domani. La Lazio è in confusione, ma c’è una cosa che ha già deciso: lotterà per le proprie idee, con la speranza che i risultati prima o poi cominceranno a dargli ragione.

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

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