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L’allenatore di giovanili migliore d’Italia ha bisogno di un ultimo battito d’ali. Decisivo l’incontro con LOTITO…

LAZIONEWS.EU – La carriera di Bollini parla da sè: in 90 partite solo 7 sconfitte e nel successi di Reja e Inzaghi c’è visibile la sua impronta…

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LAZIONEWS.EU – Saluta la Lazio Edy Reja, la accoglie a braccia aperte Stefano Pioli. La panchina biancoceleste ha ufficialmente un timoniere per la prossima stagione. Rebus finiti? Neanche per sogno, perchè ora da risolvere c’è quello relativo ad Alberto Bollini, rimasto un po’ con il cerino in mano. Scontata la sua permanenza come vice in caso di conferma di Reja, accostato anche come prima guida laziale, ora i tasselli del puzzle del suo futuro sono sparsi per Formello in attesa di trovare combinazione. Il mister di Poggio Rusco, che lunedì compirà 48 anni, era ed è il pupillo di zio Edy, che più volte ha avanzato la sua candidatura come tecnico unico della prima squadra in un futuro prossimo. Il friulano ha dimostrato di tenere in grandissima considerazione le opinioni e le idee del lombardo, tanto che il 4-3-3 con cui la Lazio si è messa in campo negli ultimi mesi è da considerare opera sua. Allo stesso modo Bollini è artefice della gestione e della conseguente esplosione del talento cristallino di Keita Balde Diao.

UNA CARRIERA CHE PARLA DA SE’ – Dopo le esperienze con Crevalcore e Modena (nelle giovanili), Alberto Bollini arriva alla Lazio Primavera nel 1999-00, anno dello Scudetto biancoceleste in Serie A. Il Tricolore arriva anche per gli Aquilotti nella stagione seguente 2000-01 in finale contro il Pescara. Vittoria 2-0 dopo aver eliminato Roma, Atalanta e Bari (detentore del titolo) e titolo che torna a alla Lazio dopo sei anni, mentre anche nella gestione Bollini il Viareggio continua ad essere tabù. Il mister rimane sulla panchina biancazzurra altri due anni, collezionando due primi posti nel girone C di appartenenza, ma senza arrivare oltre i quarti nelle Final Eight. In quegli anni, nello spettacolare 3-4-1-2 messo in mostra, passeranno giocatori come Manuel Mancini, Alessandro Gazzi, Daniel Oia, Alessandro Turchetta, Emanuele Berrettoni, Maurizio Domizzi, Marco Pisano, Michelangelo Minieri, Valerio Di Cesare e Giampiero Pinzi. Nel 2003-04 lascia la panchina a Mimmo Caso per tentare l‘avventura professionistica con Igea Virtus e Valenzana e poi far ritorno alle giovanili in quel di Genova. Alla guida della Sampdoria, Bollini costruì una squadra molto forte, arrivando alla finale Scudetto persa contro l’Inter nel 2006-07 aprendo così la strada alla grande Samp Primavera che con Fulvio Pea vinse tutto. Il tecnico nativo della provincia di Mantova nel frattempo era approdato sulla panchina della Fiorentina, con la quale nel 2007-08 aveva eliminato proprio la Lazio nei play-off scudetto, prima di essere estromesso in semifinale dalla ‘sua’ Sampdoria. L’anno successivo la Fiorentina passa al Girone C e non riesce a qualificarsi per le fasi finali del campionato. Nel frattempo la Primavera biancoceleste aveva vissuto un periodo di buio iniziale con Caso e Mattioli seguito da un po’ di luce con la guida di Roberto Sesena. Un tunnel che ha visto la fine solo con il ritorno di Alberto Bollini dal luglio 2010. In tre anni una finale scudetto persa con l’Inter e poi il culmine con la vittoria del Tricolore l’anno successivo, il 9 giugno 2013: Atalanta annichilita 3-0. Tante vittorie, ma soprattutto un marchio di fabbrica come il 4-3-3, esportato quest’anno nella Lazio dei ‘grandi’. Una Primavera che ha visto passare gente come Onazi, Crecco, Cataldi e Rozzi, certezze e prospetti del futuro laziale. Senza contare che anche i successi di Simone Inzaghi portano le impronte visibili di Bollini, per uomini (tra cui lo spostamento di Elez a centrocampo) e modulo. E per numeri: nella seconda gestione del mister di Poggio Rusco lo score impressionante parla di 90 panchine in campionato con 62 vittorie, 21 pareggi e appena 7 sconfitte (207 punti conquistati). La Lazio ha in casa quello che con ogni probabilità è il miglior allenatore di giovanili degli ultimi anni in Italia, un talento da far crescere alla stregua dei campioncini che scendono in campo.

FUTURO PROSSIMO INCERTO – L’indole di Bollini, si è vista, è quella vincente dei grandi allenatori, indispensabile sicuramente per il settore giovanile. Difficilmente un tecnico alla prima esperienza su una panchina di Serie A, anche se in coabitazione, ha un‘influenza come l’ha avuta con Reja. E questo non è un fattore da tralasciare. Il progetto giovani biancoceleste in qualche modo sembra non poter fare a meno di Bollini; tuttavia il suo futuro rimane in bilico. L’ex Primavera lo ha sempre ribadito, la Lazio è la sua casa, nei prossimi giorni si incontrerà con il presidente Lotito, che comunque nutre molta stima di lui, per stabilire con certezza quali potranno essere le sue prospettive. Di certo c’è che le proposte per il tecnico non mancano assolutamente, dalla Lega Pro (si parlava di un sondaggio del Foggia) al palcoscenico affascinante ed impegnativo della Serie B. All’ormai 48enne aquila Bollini serve un ultimo decisivo battito d’ali per spiccare il volo nel calcio dei grandi.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

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