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Lazio-Rosenborg dalla A alla… Z

La rubrica che racconta il match con le lettere dell’alfabeto…

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LA PARTITA DALLA A ALLA…Z – Dopo il Campionato, si riapre anche il capitolo Europeo. Conclusa la sosta delle Nazionali, infatti, è arrivato il momento di pensare al consueto appuntamento del giovedì con l’Europa League: stasera, a Roma la Lazio affronterà per la prima volta nella sua storia il Rosenborg. Terza giornata della fase a gironi, Pioli contro Ingebrigtsen, ed una Lazio che, nonostante le assenze che pesano come macigni, cercherà i tre punti per il primo posto in classifica, in un inedito match che sarà trasmesso in diretta ed in chiaro dalle ore 19.00.  LAZIONEWS.EU ritorna con “La partita dalla A alla… Z”, la rubrica che racconta le curiosità legate al match con tutte le lettere dell’alfabeto.

A di “Sant’Antonio Candreva”. L’unico pilastro che, per stare in piedi, non ha bisogno di stampelle. Antonio, dopo la parentesi in Nazionale, torna in buone condizioni anche nella “sfortunata” trasferta del Mapei, una partita in cui è stato protagonista ed uno dei migliori. Il centrocampista resta un elemento irremovibile in campo e per i compagni: Pioli si aggrapperà a lui, ancora una volta. Senza De Vrij, Biglia, Parolo ed anche Keita, il tecnico parmense si aspetta proprio da Romoletto l’ennesima straordinaria prestazione, forgiata, chissà, anche dal gol che gli manca da tempo.

B di Bentornato Berisha. Eccolo lì, che torna fra i pali per l’appuntamento di Coppa: l’estremo difensore biancoceleste, dopo aver conquistato l’Europa con l’Albania, punta a raggiungere l’obiettivo anche con la Lazio. Inoltre gli stessi connazionali lo hanno anche eletto “miglior giocatore”, mentre l’ex società di calcio dilettantistica KF 2 Korriku in settimana ha svelato pure il suo lato “tenero”: “Titi”infatti, come viene chiamato in quel di Pristina, ha donato al club dei palloni destinati alla prima squadra e alla scuola calcio. Babbo Berisha, ai Norvegesi pensaci tu.

C di Camaleontici. Biancocelesti contro “bianconeri”, ma non è sempre stato così. Il Rosenborg nella sua storia, come un camaleonte, ha cambiato i suoi colori: dalle prime divise, che risalgono al 1918, blu con una striscia gialla sulla parte anteriore e pantaloncini bianchi si passa, dal 1931, ai pantaloncini bianchi a strisce nere (come tributo all’Odd). L’introduzione dello sponsor sulle maglie, invece, risale al 1971.

D di Diretta. La Lazio arriva in chiaro ed i tifosi possono finalmente sorridere: stasera, alle ore 19, la gara sarà visibile sul canale Mtv8 oltre che in diretta tv sui canali Sky Sport 3 e Sky Calcio 2. Chi non possedesse un abbonamento con la pay tv, dunque, potrà comunque godersi lo spettacolo senza recarsi allo stadio, visto che stavolta il canale ha scelto di mandare in onda proprio la partita dell’Olimpico.

E di “Era Dicembre quando…”. In un freddo e semivuoto Meazza, il 4 Dicembre 1996 il Milan accoglie la modesta squadra di Eggen nella fase a gironi di Champions League. Rossoneri, squadra dei sogni: Costacurta, Maldini, Baresi, Albertini, Baggio. Un risultato finale che, però, ha dell’incredibile: la partita si conclude 2-1 a favore dei Norvegesi che oltretutto quell’anno, nella classifica generale del Gruppo D, scavalcano gli italiani qualificandosi con il Porto. Suona l’allarme per la Lazio, visto che anche il Rosenborg di oggi, in trasferta, è duro a morire.

F di “Fatti non foste per viver come bruti”… ma per seguir la vittoria con pazienza. Dall’ “Inferno” della Paideia alla preparazione fisica, ma soprattutto psicologica di Formello: perdere la lucidità sarebbe fatale, i ragazzi di Pioli non se lo possono permettere. Il segreto, non così segreto, della lunga striscia di vittorie consecutive dell’anno scorso è la perseveranza, la cura dei dettagli, la compattezza del gruppo dagli allenamenti al match. Forse è solo questo quello che manca per riaccendere la scintilla nel cuore della Curva, basterebbe solo crederci un po’ di più.

G di Gil. Dopo il discutibile arbitraggio in campionato del signor Guida, arriva a Roma il polacco Pawel Gil, colui che dirigerà la gara di Europa League. Il fischietto sarà coadiuvato dagli assistenti Sadczuk e Borkovski, dal quarto uomo Sapela e dai due addizionali Frankowski e Jakubik: riuscire a fare peggio del campano e dall’addizionale Cervellera sembra difficile, ma i biancocelesti negli ultimi tempi non sembrano essere tanto “fortunati”.

H di Happy Birthday Mister!. Proprio l’altro ieri ha festeggiato i suoi primi 50 anni: Stefano Pioli ha aspettato con ansia oggi per il pensiero più gradito, la vittoria dei suoi in Europa. Intanto durante la giornata il gruppo, gli amici di una vita e i tifosi si sono uniti in coro per augurargli buon compleanno: il pacatissimo tecnico parmense è molto amato proprio per il temperamento mite e ponderato, quel suo non essere mai sopra le righe. Ed allora stasera, per la sua e la nostra gioia, vogliamo scartarlo insieme questo regalo.

I di Ingebrigtsen. Subentrato lo stesso giorno in cui Hansen è stato rimosso dall’incarico di allenatore del Rosenborg, Ingebrigtsen è una vera e propria bandiera del club bianconero: la sua carriera da centrocampista, infatti, inizia proprio con la squadra che oggi allena, nel 1985. Lascerà più la squadra per poi tornare fino al 1997, dopo aver militato nel Manchester City. Nel 2007 inizia la sua carriera da allenatore, ma solo nel 2014 viene richiamato “in patria”, a indossare di nuovo i colori del cuore. Oggi allena il club più titolato di Norvegia, con il quale quest’anno conquisterà con tutte le probabilità il titolo. Ma a questo si penserà dopo il rientro da Roma, parola di Kare.

K di Keita. Urge una benedizione. Il periodo che sta vivendo la squadra biancoceleste in ambito infortuni, assomiglia ad una macumba, un maledetto incantesimo contro il quale nessuno può far nulla. Anche il giocatore spagnolo starà fuori almeno un mese: il medico sociale Salvatori ha confermato infatti che il Nino Maravilla presenta una “lesione distrattiva del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro”. Niente Rosenborg, niente Torino ma soprattutto niente derby. Lo stop di Keita si va ad aggiungere alla lista infinita dei reduci malconci da Agosto ad oggi. Era il giocatore più in forma, dava certezze e continuità partita dopo partita. Abbiamo perso anche lui, non ci resta che aspettare.

L di Ludogorets. Una Lazio fortissima davanti al suo pubblico: un dato confortante c’è, almeno quello. Nelle sfide giocate negli appuntamenti casalinghi i biancocelesti hanno perso solamente una delle ultime 13 sfide, quella contro il Ludogorets del 2014, poi tanti risultati positivi. Il pubblico dell’Olimpico è il fattore X, un portafortuna a cui davvero in questo momento la squadra non può rinunciare.

M di Matri e Morrison. Pioli rilancia Alessandro Matri: sarà suo il compito di affondare la nave norvegese a suon di Mitra-gliamenti. Nel frattempo arriva (forse) anche il momento di Ravel: ha dovuto attendere che il centrocampo si decimasse, che Pioli avesse bisogno di lui solo perché gli altri erano in barella. “Peggio di Onazi non potrà mai essere”, qualche tifoso non le manda certo a dire dopo la prestazione negativa del nigeriano contro il Sassuolo. E allora perchè non prima Morrison? Perchè ancora in dubbio, in un perenne standby?  Tanti dubbi, una sola certezza: i due desaparecidos sono ricomparsi e vogliono una maglia da titolari. Che siano proprio loro l’anello mancante di questo gruppo ancora in costruzione?

N di Nessun Dorma. Lampi, bagliori improvvisi, poi il buio. Per chi sogna l’Europa, quella che conta, non può essere così. La squadra di Pioli lo sa bene: per salire in alto innanzi tutto è necessario non prendere gol. E di reti, la difesa biancoceleste, ne ha prese troppe. In casa sembrano quasi imbattibili, ma fuori dalle mura amiche Mauricio, Basta, Radu e i compagni di reparto sembrano quasi assopiti, in un sonno da “belli addormentati”. Vigili nelle retrovie, più reattivi e precisi davanti. “All’alba vincerò…”

O di Odd. Da Odd a Rosenborg, da Rosenborg ad Odd. Il club fu fondato il 19 maggio 1917 con il nome di Odd, ma non gli fu concesso di giocare alcun campionato fino al 1927, quando cambiò il nome in quello attuale. Il Rosenborg Ballklub è la squadra norvegese con il maggior numero di successi, con 22 campionati, 9 coppe nazionali e numerose partecipazioni ai trofei continentali.

P di Precedenti. Non esistono precedenti tra i biancocelesti e i bianconeri: sarà una sfida del tutto nuova per entrambe, contro un avversario che hanno potuto “studiare” solo davanti alla tv. Le statistiche però sorridono alla Lazio, visto che il Rosenborg è riuscito a vincere soltanto una delle 14 partite disputate contro squadre italiane. 

Q di Quattro, due, tre, uno. Pioli recupera Matri, che sarà l’unica punta, a suo supporto giocherà certamente Candreva, mentre sarà ballottaggio Mauri-MorrisonFelipe Anderson-Kishna per gli altri due posti sulla tre quarti. Scontata la presenza tra i pali del portiere di coppa Berisha, in difesa tornerà Hoedt, che giocherà al centro accanto a Gentiletti; sulle fasce invece Konko e Radu. La “diga” di centrocampo sarà composta da Cataldi e Onazi.

R di Risultati. Dopo la vittoria per 3-2 contro il St.Etienne, e prima il pareggio esterno contro il Dnipro, la Lazio punta a consolidare il primato nel girone, che condivide con 4 punti  proprio con la formazione ucraina. Dal canto loro i norvegesi del Rosenborg, a quota 1, vogliono riscattarsi per conquistare uno dei primi due posti che valgono l’accesso ai sedicesimi di finale.

S di SøderlundAlexander Søderlund, attaccante del Rosenborg e capocannoniere del campionato norvegese ha parlato della sfida contro la Lazio, confermando il desiderio non solo di fare bene, ma addirittura di vincere nella trasferta all’Olimpico:“Sarà emozionante incontrare la Lazio. Andiamo a Roma per portare a casa la vittoria. Posso dire che le nostre chances di battere i biancocelesti sono più alte di quelle che aveva la Norvegia contro l’Italia per le qualificazioni ad Euro2016. La Lazio è una buona squadra in Italia, noi però siamo bravi in contropiede”.

T di Tredici Campionati. I bianconeri, in campionato, hanno alternato alti e bassi raggiungendo il loro periodo d’oro tra il 1991 e il 2004 con la vittoria di 13 campionati consecutivi, 10 dei quali con alla guida tecnica Eggen, l’allenatore più vincente nella storia del calcio norvegese. Queste vittorie consecutive fanno del Rosenborg la quarta squadra al mondo nella lista delle squadre per campionati nazionali vinti.

U di Uno per tutti, tutti per uno. E’ sempre l’unione…che fa la forza. Lo spirito guerriero di “quelli” che l’anno scorso hanno giocato uno dei più bei campionati biancocelesti degli ultimi anni, di tanto in tanto si impossessa di “questi” che oggi sembrano essere stati lasciati lì per caso. A sprazzi, si vede la stessa Lazio del precedente campionato, gli stessi occhi affamati alla conquista della propria “zolla” di terreno, ma solo a momenti. Ieri tutti al Gerini per le foto ufficiali, compresa Olympia: tanto affiatamento per i ragazzi di Pioli che così hanno avuto modo di giocare fra loto, scherzare e scambiare qualche chiacchiera. Fuori dal campo l’aria è senz’altro buona.

V di Vuoto, o quasi. Un grande dolore nel vederlo così, stranamente silenzioso, e tante domande sul perchè, l’Olimpico, anche stasera sarà praticamente vuoto. Le sconfitte di inizio campionato, seppur pesanti, non giustificano “l’assenteismo” del tifo biancoceleste: il  responsabile della biglietteria Angelo Cragnotti parla di numeri deludenti, con circa 3000 biglietti venduti, praticamente nulla rispetto ai 70mila che può ospitare lo stadio. Per il Torino 1500 presenti che si aggiungono agli abbonati, mentre per il derby 300 tagliandi.

Z di Zuccherino. Freddo ed amaro, il caffè di Reggio Emilia. Partiti per vincere, tornati senza punti e con l’ennesimo infortunato. La vittoria contro il Rosenborg rappresenterebbe l’input per affrontare al meglio il Toro domenica, la parola fine all’ennesima deludente trasferta, l’addio ai nuovi rimpianti del lunedi mattina, il retrogusto dolce e persistente di una notte da…leoni.

Michela Santoboni

Twitter @micmarvic

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