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LAZIONALI. Milinkovic e Caceres, due percorsi opposti nel Mondiale delle mille sorprese

LAZIONALI MONDIALI MILINKOVIC CACERES – Ai nastri di partenza del Mondiale di Russia l’Italia figurava tra le grandi assenti: nonostante questa clamorosa debacle…

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LAZIONALI MONDIALI MILINKOVIC CACERES – Ai nastri di partenza del Mondiale di Russia l’Italia figurava tra le grandi assenti. Nonostante questa clamorosa debacle, i tifosi della Lazio hanno potuto seguire con trasporto le avventure di due biancocelesti impegnati con le loro Nazionali nella competizione più affascinante di tutte. Sergej Milinkovic (Serbia) e Martin Caceres (Uruguay) sono state due pedine fondamentali negli scacchieri dei propri allenatori. La loro avventura è, però, terminata anzitempo: la Serbia non ha superato i gironi, l’Uruguay è invece uscito a testa alta ai quarti contro la Francia. A pochi giorni dall’eliminazione, è il momento di fare il punto sul “Mondiale dei laziali”: hanno soddisfatto o meno le aspettative?

MILINKOVIC: TANTO FUMO, POCO ARROSTO – Messi, CR7, Neymar e… Milinkovic: l’accostamento potrebbe sembrare azzardato ma è impossibile negare come il centrocampista della Lazio fosse tra gli osservati speciali di questo Mondiale. Le voci di mercato e le cifre richieste dal patron Lotito per avere il suo cartellino (non meno di 150 milioni) hanno fatto sì che i riflettori si accendessero tutti insieme sul giovane talento. E questo, forse, ha pesato un pò troppo sulle spalle di Sergej. C’è da dire che Milinkovic ha dovuto integrarsi in fretta: l’ex ct Muslin non lo aveva mai convocato nel pre-Mondiale e trovare subito sinergie con i compagni di reparto non deve essere stato semplice. Rompere il ghiaccio è stato il modo migliore per togliersi tutte le ansie di dosso e non a caso la partita d’esordio contro la Costa Rica è stata la miglior prestazione di Sergej nel torneo. La Serbia ha vinto 1 a 0, Milinkovic ha sfiorato un gol in rovesciata alla ‘CR7’ (anche se viziato da posizione di fuorigioco) ed è uscito dal campo stremato, con la consapevolezza di aver dato tutto. Poi la Svizzera: il calendario ha messo Sergej contro tanto passato laziale, da mister Petkovic a capitan Lichtsteiner, sino a Behrami. La Serbia è uscita sconfitta per 2 a 1 e la prestazione di Milinkovic è stata emblema di quella della sua Nazionale: buona, ma in calo rispetto a quanto visto all’esordio contro la Costa Rica. Nel primo tempo il laziale è stato molto propositivo, poi è arrivato il primo giallo in carriera ad un Mondiale. Nella ripresa il numero 20 è sparito lentamente dal gioco, complice il calo della sua squadra e la crescita del centrocampo svizzero. L’ultima partita del girone era contro il Brasile, una sfida da dentro o fuori: l’avversario era proibitivo ma il centrocampo serbo non è mai riuscito ad avere la supremazia. I verdeoro hanno vinto facilmente per 2 a 0 e Sergej si è fatto notare solo per un tiro nella ripresa, terminato a centimetri dal palo. Sicuramente troppo poco per un calciatore valutato quasi 200 milioni: in un’intervista Milinkovic aveva dichiarato di pensare solo al Mondiale ma chissà se le tante incertezze sul suo futuro non abbiano influito sulle sue prestazioni in campo. Tante aspettative, pochi risultati, ma le difficoltà erano numerose e in una competizione dove i grandi protagonisti sono venuti meno, Sergej non ha fatto eccezione. Voto: 6.

CACERES: UNA SECONDA GIOVINEZZA – Discorso diametralmente opposto può essere fatto per Martin Caceres, giocatore arrivato a fari spenti in Russia ed uscito dalla competizione sotto una pioggia di “inaspettati” elogi. Tra i tanti “scettici” sul suo conto non figurava, certamente, il ct Tabarez: l’allenatore ha puntato sin da subito sul laziale, schierandolo sempre titolare e senza mai sostituirlo. Ma con una sorpresa: Caceres gioca a sinistra. La partita d’esordio contro l’Egitto è stata difficile, come tutti i debutti ad un Mondiale: la vittoria per l’Uruguay è arrivata solo al novantesimo ma Martin ha fatto il suo, disimpegnandosi molto bene sulla corsia assegnatagli. La partita successiva contro l’Arabia Saudita (vinta sempre per 1 a 0) ha dato pochi spunti di valutazione ma il primo vero passo importante nel Mondiale è stata la prestazione strabiliante contro i padroni di casa della Russia. L’Uruguay si è qualificato agli Ottavi vincendo il girone a punteggio pieno e nelle partite ad eliminazione diretta c’è stata subito una novità: Caceres è tornato a destra. Avversario di turno? Cristiano Ronaldo e il Portogallo: la ‘Celeste’ è riuscita nell’impresa di far fuori i lusitani e Martin, più volte a contrasto con ‘CR7’, ha mostrato sicurezza ed affidabilità. Ai quarti, poi, è arrivata la Francia: l’Uruguay era spinto dall’entusiasmo dei tifosi ma il campo ha certificato la superiorità dei ‘Blues’. I sudamericani sono usciti a testa alta, sconfitti per 2 a 0: Martin ha giocato, probabilmente, la sua miglior partita andando anche vicino ad un clamoroso gol, negatogli solo da una strepitosa parata di Lloris. Giunto alla soglia dei 32 anni, il Mondiale in Russia ha consegnato a Caceres nuove certezze: in una retroguardia laziale tutta rinnovata, la sensazione è che (questo) Martin si possa ritagliare uno spazio importante per la prossima stagione. Dalla ‘Celeste’ al ‘biancoceleste’, con un destino comune: partire nell’ombra per stupire alla fine. Voto: 8.

Marco Barbaliscia

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