Le tifoserie. Lazio-Torino: tra storia, passione e tragedie. E la stampa...

Pubblicato 
lunedì, 13/03/2017
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

LAZIO TORINO TIFOSERIE - Una storia da difendere. Da proteggere. Da tramandare. Di padre in figlio, di generazione in generazione. Con orgoglio e senso di appartenenza. Senza abbassare mai la testa. Ma anzi, cercando di alzarla sempre di più. Perchè è così che vuole il passato. Glorioso. Ultracentenario. Di Lazio e Torino, della Curva Nord e di quella Maratona. Due luoghi sacri del tifo in Italia. Gradinate in cui si respira un'aria diversa, in cui il calcio e la propria fede si vivono in prima persona. Con passione ed emozione. Con rabbia, ma sempre con tanto amore. E la conferma arriva direttamente da Ciro Immobile, che a pochi giorni dal posticipo di lunedì contro il suo amico Belotti rivela: "Il tifo della Lazio è simile a quello del Torino". E se lo dice lui...

TRAGEDIE E PASSATO - Dalla tragedia di Superga, a quella di Re Cecconi. Passando per le premature scomparse di Chinaglia e Maestrelli. Il tifoso laziale e quello del Toro non hanno mai avuto vita facile. Hanno sempre dovuto combattere. Anche contro la vita, che ha tolto loro personaggi, calciatori e soprattutto Uomini - con la 'U' maiuscola - che hanno fatto la storia del calcio italiano. Tragedie che avrebbero potuto avere un effetto catastrofico su un appassionato, ma che invece non hanno fatto altro che alimentare l'amore verso la propria fede. E questo spiega anche il motivo per cui a Roma, sponda laziale, e a Torino, sponda granata, c'è questo legame imprescindibile con il proprio passato, con le proprie origini. Conosciute da tutti. Grazie ai racconti dei nonni ai nipoti, che poi crescendo cominciano a frequentare la curva. Lo stadio. E si rendono conto che non sono stati gli unici ad aver ricevuto sotto l'albero di Natale la maglietta di Long John o di Valentino Mazzola.

RAPPORTO CON I MEDIA - Trascurati, snobbati ma anche presi di mira. La Lazio e i laziali non godono dell'appoggio dei media nazionali. Ma neanche nella Capitale la situazione è diversa, dove gli organi di stampa si concentrano soprattutto sulla Roma. Un po' quello che vive il Torino, oscurato dallo strapotere della Juventus. Spalletti e Allegri, Dybala e Dzeko. Nei giornali, nelle radio e in tv non si parla d'altro. "Nei quotidiani leggo solo le pagine dei granata, che sono poche...", sentenzia il tecnico Mihajlovic. Una frecciatina a tutti gli addetti ai lavori. Ma questo non fa altro che unire i tifosi, sempre più coscienti di poter contare solo sulle proprie forze e la propria passione. Che li distingue dalla massa.

E OGGI... - Ambiziosi. Un'altra parola chiave per descrivere le due Curve. Non si accontentano mai. Vogliono il massimo. Da tutti. Dirigenti, allenatori e giocatori. Chiedono umiltà, sacrificio e di sudare in campo per i colori che indossano. In casa e in trasferta. Sono sempre presenti, anche quando le cose vanno male. La storia insegna. E bisogna impararla bene. C'è anche un capitolo sull'attuale situazione dello stadio Olimpico. Lontano dai tempi d'oro. Dall'essere gremito di sciarpe biancocelesti. Ma questo è un altro discorso. I laziali c'erano, ci sono e ci saranno. Insieme ai granata. Mai amici, ma avversari sempre affrontati con rispetto. E non importa se non si vince lo Scudetto, conta onorare un simbolo. L'aquila e il toro.

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