L'identità di gioco è stata trovata, ora PIOLI deve puntare all'equilibrio

Pubblicato 
giovedì, 01/01/2015
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

APPROFONDIMENTO LAZIONEWS.EUVentisette punti in cascina ed un terzo posto in coabitazione con Napoli e Sampdoria: questo è il bottino raccolto da Stefano PIOLI nelle sue prime sedici partite alla guida della LAZIO, frutto di otto vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte. Non male per chi, come lui, ha posto come obiettivo primario il ritorno in Europa, con la Champions a rappresentare il sogno (nemmeno tanto celato...), mentre l'Europa League è l'automatica alternativa. Giunti alla sosta Natalizia, è arrivato il momento di tracciare un primo bilancio del suo operato...

MENTALITA' E GOL - "Vogliamo essere una squadra propositiva, una squadra aggressiva, una squadra che non aspetta gli avversari, che gioca un calcio intenso, coinvolgente, con tanta velocità e con ritmi alti"Si era presentato così l'allenatore di Parma lo scorso giugno ed è difficile ammettere che non sia riuscito nell'intento di cambiare la mentalità della LAZIO e fornirgli una precisa identità di gioco: dal "conservatorismo" di REJA, si è passati ad un stile di gioco completamente diverso che, dopo alcune giornate di adattamento, sta portando i sudati frutti. Linea difensiva alta, reparti cortissimi e continui inserimenti in area di rigore: una ricetta che ha portato la squadra ad avere il secondo miglior attacco del campionato (al pari di NAPOLI e ROMA), dietro solo alla JUVENTUS. Impostazione che esalta al meglio le caratteristiche della mediana, capace di mettere a segno ben 18 dei 28 gol totali (Mauri 6, F.Anderson 3, Lulic 3, Parolo 2, Candreva 2, Biglia 1, Ederson 1). Questi numeri permettono di affermare con una certa sicurezza tale assunto: la LAZIO è una formazione che scende in campo per imporre sempre il proprio gioco. Un risultato che, dopo alcune "scosse di assestamento" iniziali (3 delle 5 sconfitte sono arrivate nelle prime quattro giornate, ndr), sta pagando soprattutto tra le mura amiche dove la truppa di PIOLI ha conquistato 15 punti dei 21 a disposizione (terzo miglior rendimento della Serie A, dietro Roma e Juve). E' bene, quindi, sottolineare che da qui al giro di boa ci sono ancora tre gare da giocare all'Olimpico (derby compreso): se l'allenatore ha intenzione di puntare concretamente alla Champions deve continuare a sfruttare questa favorevole inerzia interna, ma anche trovare il modo di far aumentare i giri alla propria squadra.

CALI E CAMBI - Ritmi alti: proprio qui la medaglia mostra l'altra sua faccia. Il gioco di PIOLI comporta un notevole dispendio di energie, tale da rendere difficile (se non impossibile) riuscire a mantenere lo stesso ritmo nell'arco dei novanta minuti. Non a caso le reti subite aumentano in maniera vertiginosa nella ripresa, con le gambe che non girano più con la stessa scioltezza e la mente che è più annebbiata. Il rimedio a questa problematica si deve ricercare nell'equilibrio: la LAZIO deve essere brava a sapersi gestire, essere in grado di alternare momenti di "furia" a quelli di gestione della gara, magari congelando il gioco col possesso palla. Ovviamente questi sono discorsi legati al risultato, ma l'obiettivo fondamentale è quello di poter arrivare al triplice fischio finale sempre con della benzina ancora nel serbatoio. Il tutto è nelle mani del tecnico che ha il compito di guidare da dietro le quinte i propri giocatori, essere il direttore d'orchestra del concerto biancoceleste. Inoltre l'ex Bologna dovrà iniziare ad essere un po' più audace: qui il discorso si sposta prevalentemente nella gestione dei cambi, terreno sul quale ha dimostrato di incorrere in qualche difficoltà di troppo. L'esempio più recente fa riferimento proprio all'ultima sfida contro l'INTER, ma anche le sostituzioni operare nel pari col CHIEVO e nella sconfitta con l'EMPOLI hanno lasciato qualche perplessità. La strada che porta al terzo posto è lunga ed impervia, ma l'attrezzatura per la "scalata" c'è, sperando poi che arrivi anche quale aiutino dal mercato e che il 2015 regali la definitiva esplosione di KEITA e CATALDI, due pedine che potrebbero dare una grande mano alle ambizioni laziali.

Daniele Gargiulo

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