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Midtsjo vs Morrison, l’occasione giusta per sorprendere

FACCIA A FACCIA – Rosenborg-Lazio, il match visto dal duello a centrocampo…

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Pubblicato il 5/11 alle 12.00

FACCIA A FACCIA – Guai a pensare che sarà facile: in Norvegia la Lazio troverà una squadra forte e motivata. Il Rosenborg di Ingebrigtsen aspetta i biancocelesti capolisti da campione norvegese e li ospita per il 4° turno del girone di Europa League. Una battaglia che si combatterà principalmente a centrocampo, per questo il duello di giornata riguarda quello che sarà uno degli incroci più frequenti: il norvegese Midtsjo da una parte e l’inglese Morrison dall’altra.

TALENTO VICHINGO – Fredrik Midtsjo è uno dei giocatori più promettenti del calcio norvegese. Per capirlo basta ripercorrere la sua giovane carriera e notare come abbia giocato in tutte le nazionali: dall’U15 a salire, anno dopo anno, fino all’U23 e sempre da titolare. Manca solo l’esordio con i grandi per coronare il percorso: ma a 21 anni si può attendere il momento giusto e per ora ha davanti Johansen, 24enne centrocampista del Celtic. Momento giusto che invece è arrivato da tempo al Rosenborg, club con cui è cresciuto esordendo nel 2011 e in cui ha sempre giocato a parte la parentesi della scorsa stagione al Sandnes. Nel sud del Paese gioca tutte le gare in un club appena retrocesso che finisce 7° in Obos Ligaen, la seconda serie norvegese, ma il richiamo della sue terra è troppo forte e torna a casa. In mezzo al campo, a Trondheim detta la legge di Midtsjo, classe ’93 tra i protagonisti della cavalcata che ha restituito al Rosenborg il campionato dopo 4 anni all’asciutto. Mastino e recupera palloni, ha però una caratteristica fondamentale nel calcio moderno: sa attaccare e inserirsi e lo sa bene la difesa della Lazio, che all’andata l’ha visto spesso minaccioso in area di rigore. Midtsjo sa fare tutti i ruoli del centrocampo, ma la sua visione di gioco prevale e Ingebrigtsen lo preferisce mediano. Con Jensen e Skjelvik forma un trio affiatato e completo.

GENIO E SREGOLATEZZA – In mezzo al campo comincia a giocare anche Ravel Morrison, inglese che stregò sir Alex Ferguson. In lui lo storico allenatore del Manchester United disse di aver visto una classe cristallina e un talento vero, ma le sue giocate svaniscono presto e un carattere ribelle (quello che piaceva meno al sergente scozzese) gli chiudono la porta dei Red Devils. Comincia così il suo girovagare per l’Inghilterra: West Ham, Birmingham, Qpr, Cardiff e anche per lui, la trafila completa delle nazionali giovanili. Morrison, classe ’93 cambia pelle nel corso delle stagioni e dal centro del campo si sposta sull’esterno, poi trequartista, con una costante: numeri e grandi giocate che ricordano uno dei campioni più straordinari del calcio britannico, Paul Gascoigne. Quando arriva alla Lazio il paragone con Gazza, ultimo inglese a vestire la maglia biancoceleste, scatta automaticamente e i laziali già lo amano. Ma sono tanti i dubbi su di lui: il suo atteggiamento da bad boys lo penalizza ancora, Pioli prova a raddrizzarlo ma il genio e la sregolatezza di Ravel, a colpi di tweet e ritardi in allenamento non cambiano. Poco presente sul terreno di gioco, molto attivo sui social: “january”, tradotto “gennaio” è il suo ultimo sfogo, come a dire “qui non va, me ne vado” e Pioli che pubblicamente accusa “qui gioca chi merita”. Nella vita però basta saper aspettare: dopo tante esclusioni ecco la prima maglia da titolare. Nella fredda Norvegia, dopo 4 mesi di Lazio sarà lui il protagonista.

IL CONFRONTO – Midtsjo e Morrison sono giocatori con due storie molto simili: entrambi protagonisti nelle nazionali di categoria del proprio Paese, entrambi nati nel 1993, ma senza mai giocare con i grandi. Il norvegese e l’inglese esordiscono in prima squadra nel 2011, a 18 anni. Incredibile è anche la somiglianza fisica: 176 centimetri per 71 kg. Nel match di Europa League in programma a Trondheim giovedì si troveranno spesso: uno fa il mediano, l’altro il trequartista, ma l’abilità con il pallone tra i piedi resta un marchio di fabbrica, così come la predisposizione naturale ad un calcio offensivo. Atteggiamento che Rosenborg e Lazio conoscono molto bene.

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

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