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UOMINI DA DERBY: SOSA, il marcatore biancoceleste degli 1-1 ma con quel sinistro…

Altra tappa della rubrica di LAZIONEWS.EU riguardo ai giocatori che sono stati decisivi nelle stracittadine, è la volta di Ruben Sosa…

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Continua con un’altra tappa la nostra rubrica incentrata sugli “Uomini del derby”. Dopo il cannoniere di tutti i tempi della nostra serie A, il mitico Silvio Piola, è la volta di un ritorno ad un passato un po’ più recente anche se si parla di anni ‘90, è la volta dell’uruguaiano dal sinistro d’oro, stiamo parlando di RUBEN SOSA. “El Principito, così era soprannominato dai tifosi uruguaiani, sbarcò nella capitale a cavallo degli anni ’90, precisamente nell’88 e deliziò per ben quattro stagioni il pubblico biancoceleste a suon di colpi da vero fuoriclasse.

ruben sosa

I PRIMI PASSI – Il talento uruguaiano che aveva deliziato prima il Danubio, società in cui è cresciuto e poi il Real Saragozza, sbarcò all’ombra del Colosseo nel 1988. Quella Lazio era appena tornata in Serie A dopo anni di purgatorio in serie cadetta. Il presidente biancoceleste Calleri, come regalo per la promozione, acquistò alcuni calciatori provenienti dal sud-America: Nelson Gutierrez, Abel Dezotti e poi c’era lui Ruben Ardaiz Sosa, seconda punta mancina molto atipica per quei tempi: era piccolo e anche un po’ cicciottello ma possedeva una velocità impressionante ed un sinistro favoloso. Queste caratteristiche gli permisero di siglare ben  18 reti nell’ultima stagione con il Saragozza (1987/88) prima di approdare in biancoceleste.

RITORNO IN SERIE A – Quella era  la Lazio di Giuseppe Materazzi, di Angelo Gregucci, Bergodi, Pin ma a cui mancava un vero finalizzatore o almeno un uomo che potesse fare veramente la differenza. L’uruguagio fu subito decisivo, un acquisto che si rivelò azzeccato a differenza degli altri sudamericani. L’esordito in Serie A avvenne il 9 ottobre 1988 a Cesena e già si intravedevano delle grandi potenzialità che furono poi confermate. La prima stagione fu sorprendente, miglior marcatore dei biancocelesti con 8 reti in campionato, il talento di Montevideo era entrato già nel cuore dei tifosi. La Lazio si salvò in maniera agevole ma il picco più alto avvenne nella gara di andata del derby. 15 gennaio 1989, in un Olimpico strapieno finì 1-0 per i biancocelesti grazie alla rete firmata Paolo Di Canio abile a sfruttare un assist al bacio proprio di Sosa. La squadra biancoceleste tornava a vincere un derby dopo 10 anni.

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UOMO DERBY, ECCO IL PERCHE’ – Oltre al già citato assist per Di Canio che permise alla Lazio di infliggere agli odiati cugini una cocente sconfitta, Sosa fu fondamentale in altri derby dove mise il timbro sul tabellino finale. Il primo gol nel derby risale al 2 dicembre ‘90 quando la stracittadina finì 1-1 con rete romanista di Voeller. Un remake avvenne nel derby di ritorno, il 6 aprile ‘91, quando al gol iniziale di Voeller su rigore rimediò l’uruguagio. La terza e ultima rete della stella di Montevideo avvenne il 1 marzo ‘92, finì sempre 1-1 ma questa volta fu la Roma, con la rete di Hassler, a raggiungere le aquile. Nelle quattro stagioni in maglia biancoceleste, dal 1988 al 1992, Ruben ha mantenuto costantemente il ruolo di titolare, totalizzando 140 presenze di cui 124 in campionato, e 16 in Coppa Italia, realizzando 47 reti di cui 40 in campionato e 7 in Coppa Italia. La storia con la Lazio finì nell’estate del ’92 quando passò all’Inter per circa 2 miliardi e mezzo. Il legame con la piazza non è però stato mai messo in discussione e solo grazie alle qualità del folletto uruguaiano che molti tifosi biancoceleste lo ricordano ancora oggi.

ruben sosa Manuel Sablone

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