BILANCIO 2014/2015: Centrocampisti. Biglia, la Lazio ti aspettava. Cataldi la grande speranza, Parolo il maratoneta

Pubblicato 
sabato, 06/06/2015
Di
Redazione Lazionews.eu
Tempo di lettura: 6 minuti

LAZIONEWS.EU - Si è chiuso col botto il campionato biancoceleste, la vittoria nella notte storica del 'San Paolo' che ha permesso alla Lazio di tornare a giocarsi l'Europa dei grandi dopo 8 anni. Tanti, tantissimi applausi per la banda Pioli, che ha saputo sfruttare al massimo le proprie capacità a tratti dando anche spettacolo e meritando ogni singola vittoria. Una media gol di 1,87 a partita (71 in totale) costruita anche e soprattutto grazie all'apporto fondamentale del reparto di centrocampo, mai come quest'anno decisivo in entrambe le fasi. Diciotto sono le reti messe a segno da Lucas Biglia, Marco Parolo, Danilo Cataldi, Senad Lulic, Cristian Ledesma, Eddy Onazi ed Ederson Honorato Campos. Andiamo ad analizzare singolarmente la stagione dei centrocampisti biancocelesti, vera forza trainante di questa splendida realtà. Un centrocampo bravissimo a creare, ma anche a distruggere il gioco avversario, a mettere in pratica quel pressing forsennato e a tutto campo che è prerogativa degli schemi di Pioli.

Lucas BIGLIA: Arrivato da un Mondiale giocato da protagonista, l'argentino ha preso in maniera decisa le redini del centrocampo tra le sue mani, anzi nei suoi piedi. Tra Reja e Pioli la differenza nel tipo di gioco è completa e a trarne vantaggio è proprio l'ex Anderlecht, che diventa il perno della mediana, colui che detta i tempi e stabilisce inevitabilmente il baricentro della squadra. E Lucas subito diventa Principito di questa Lazio, praticamente indispensabile per Pioli e si dimostra un giocatore fantastico, completo, uno dei più forti negli ultimi anni biancocelesti (bisognerebbe tornare fino a Veron). Da tempo si attendeva un giocatore così. Bravissimo quando si tratta di distribuire il pallone ma bravo anche in fase di chiusura senza palla, un giocatore rognoso da affrontare e superare, 'cattivo' al punto giusto. Biglia è uno che agisce su tutto il campo, pericoloso sulla trequarti offensiva ma te lo ritrovi poi alle calcagna anche a difendere sulla linea di fondo. Tecnica sopraffina, non perde praticamente mai il pallone ed è difficilissimo anche vedergli sbagliare un passaggio (è il migliore della squadra per passaggi riusciti con il 77,4%). Nella classifica IVG, l'Indice di Valutazione Giocatore stilato dalla Serie A che corrisponde al contributo quantitativo che il giocatore apporta alla propria squadra, l'argentino è primo nella Lazio e terzo in assoluto in campionato. Tra l'altro, con 70,8 passaggi a partita, è il quarto in Italia e il sedicesimo in Europa. Il limite di questa stagione sono stati sicuramente gli infortuni a causa di problemi al ginocchio, agli adduttori e alla caviglia che ne hanno condizionato soprattutto l'ultima parte della stagione: per lui 'solo' 27 le presenze in campionato condite da 3 gol contro Torino, Fiorentina e Cagliari . In ogni caso è da considerarsi uno dei top player assoluti di questa Lazio, non a caso oggetto del desiderio di club come il Real Madrid. Assolutamente fondamentale trattenerlo.

Danilo CATALDI: E' la grande sorpresa, (o la grande conferma, dipende dai punti di vista), di questa stagione laziale. Dopo un inizio complicatissimo in cui sembrava un'annata stregata per il ragazzo classe '94 dopo l'infortunio all'adduttore che sembrava guarire per poi tornare beffardo. L'esordio del numero 32 è arrivato alla 19esima, nella sconfitta casalinga contro il Napoli: e proprio 19 giornate più tardi ancora contro gli azzurri al 'San Paolo' nell'ultima di campionato, ha sancito il suo futuro da protagonista. Alla sua prima stagione in Serie A sono 16 le presenze (sulle 20 giocate dal Napoli in poi), senza gol che però sembra ormai solo rinviato (da annotare l'autogol a Cesena che però lo ha fortificato). Il giovane Danilo ha impressionato particolarmente per la personalità mostrata in campo al cospetto di molti campioni, contro cui ha giocato da veterano mai senza paura. Un giocatore dinamico, di corsa e bravo anche tecnicamente, freddo nella gestione della palla e mai frettoloso, dotato di un ottimo tiro da fuori che forse ha provato troppo poco. E' stata sua la responsabilità di fare il vice-Biglia, senza dubbio più adatto al gioco di Pioli rispetto a Ledesma, ma è stato subito beniamino dei tifosi che ora lo acclamano ad ogni uscita. Non solo, anche i compagni di squadra l'hanno praticamente eletto a futuro della Lazio, così come gli addetti ai lavori lo hanno investito a vera promessa anche per la Nazionale Italiana. Laziale dentro, romano, talentuoso, è lui la grande speranza biancazzurra di ritrovare una bandiera che sia laziale d'origine. Deve gestire le pressioni e i complimenti, ma può solo crescere.

Honorato EDERSON: Per il brasiliano un'altra stagione martoriata, tormentata dagli infortuni. Un tunnel dal quale l'ex Lione non è purtroppo mai uscito, anche se ha avuto la possibilità di timbrare il cartellino con il gol del 4-2 contro il Cagliari all'Olimpico. In totale sono 4 le presenze del numero 10 biancoceleste (68' complessivi, mai da titolare), comunque presenza di spessore nello spogliatoio di Pioli ma in campo chiuso dalla grande stagione dei suoi compagni e ormai troppo indietro nelle gerarchie. Ha il contratto in scadenza nel 2017, difficile pensare che rimarrà alla Lazio soprattutto considerando l'arrivo di Morrison e di probabili altri innesti.

Cristian LEDESMA: Il gladiatore silenzioso ha finito di lottare nell'arena biancoceleste. L'ultima volta è sceso in quella azzurra del 'San Paolo', per portare la sua Lazio in Champions League: ha dato ordine al centrocampo nel momento peggiore della squadra di Pioli, quando tutto sembrava sfuggire. Invece lui ha mantenuto il suo sangue freddo, ha fatto ammonire Ghoulam per la seconda volta, ha tenuto palla, ha condotto il contropiede del terzo gol e fatto l'assist per il quarto. Napoli-Lazio del 31 maggio rappresenta la carriera di Cristian Ledesma con la maglia dell'Aquila addosso, la stessa Aquila che lui onora con la sua esultanza. Una stagione alle spalle del fenomeno Biglia e del rampante Cataldi, ha subito più di ogni altro il cambio di gioco e mentalità apportato da Pioli, per cui Cristian è poco adatto. Una stagione fatta di 13 presenze in campionato e 3 in Coppa Italia (con un gol), dopo che è stato il perno del centrocampo biancoceleste e della Lazio tutta per ben 9 anni. Una stagione in secondo piano ma, come al solito, senza mai un accenno di polemica o di malcontento e che rappresenterà una grande perdita soprattutto umana. Cristian lascerà la Lazio alla scadenza del suo contratto il prossimo 30 giugno e lo farà ancora una volta senza battere i piedi ma con tutta la professionalità e l'amore per questi colori che hanno caratterizzato il suo volo biancoceleste durato 9 anni.

Senad LULIC: Buona invece la stagione del bosniaco, che all'inizio del campionato ha faticato un po' ad entrare in condizione. Lui è un diesel, parte spesso a rilento per poi carburare e diventare il motorino del centrocampo laziale, anche se rispetto agli ultimi anni il suo apporto in zona gol è calato. Fermato anche dai problemi fisici all'inizio del 2015 che non gli hanno permesso di avere e dare continuità (25 presenze e 3 gol), è stato comunque importante per Pioli anche se ha necessariamente bisogno di essere al top fisicamente. Un po' a disagio quando si è trattato si agire da terzino (vedi il derby), con l'arrivo di Morrison, mezzala di qualità, sarà un elemento fondamentale che darà equilibrio al centrocampo. La stagione dell'ex Young Boys però rimarrà comunque impressa, ancora da uomo della storia, della provvidenza. L'8 aprile ha infatti segnato il gol al 'San Paolo' nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, una fotografia in perfetto stile 26 maggio, che ha permesso agli uomini di Pioli di andarsi a giocare il trofeo con la finalista di Champions League. Per lui la serata perfetta, con tanto di salvataggio sulla linea.

Eddy ONAZI: Con un centrocampo titolare così affidabile e indispensabile per certi schemi e ritmi di gioco per chiunque sarebbe stato difficile guadagnarsi il posto. Il giovane Eddy quest'anno ha collezionato solo 16 presenze in campionato, facendo comunque il suo senza grandi sbavature e in maniera ordinata ogni volta che è stato chiamato in causa. Una stagione che però cambia completamente senso per il nigeriano nell'ultima giornata di Serie A, quando entra ufficialmente nel cuore dei tifosi biancocelesti per restarci a lungo. E' suo infatti il sussulto, da neoentrato, che va a ghermire il pallone vacante in area napoletana con uno scatto che permette all'ex 'canterano' laziale di segnare con il destro il punto del 3-2 che proietta la Lazio in Champions. Ci ha creduto Eddy, questo ha fatto la differenza.

Marco PAROLO: E' stata forse la vera sorpresa di questo campionato biancoceleste. Partito in sordina, un acquisto che non ha fatto clamore né a livello economico né a livello mediatico. Invece si è rivelato l'uomo più importante in assoluto per Pioli, non a caso è il giocatore più impiegato in assoluto: ben 34 presenze con 3186 minuti giocati. Numeri che da soli basterebbero a rendere l'idea dell'indispensabilità dell'ex Parma per il mister laziale. Ad avvalorare la sua stagione fantastica sono i 10 gol (suo record personale) segnati dal centrocampista classe '85 accompagnati sempre da un'eccezionale vena offensiva, tra senso dell'inserimento, corsa, grinta, un gran tiro da fuori. Ciò che ha impressionato forse maggiormente è la freschezza atletica e la costanza fisica dimostrate durante l'anno ma anche all'interno di ogni singolo match. E se il numero 16 non fosse stato squalificato in due turni e infortunato negli altri due, c'è da credere che Pioli gli avrebbe fatto registrare l'en plein di gare di campionato. Solo in Coppa Italia con il Varese il giocatore di Gallarate è stato tenuto in panchina. Fondamentale negli schemi del mister anche e soprattutto senza il pallone, quando si tratta di organizzare la fase del pressing: non a caso, chiamando ancora a supporto i numeri, Parolo è stato sempre impiegato da titolare e in sole tre occasioni non ha completato la partita saltando la miseria di 33 minuti. A questo si aggiunge anche l'ultima sfida col Napoli (con gol), dove però il trentenne ha dovuto abbandonare il campo al 62' non per scelta tecnica ma solo per espulsione. Insomma, un maratoneta.

Francesco Iucca
TWITTER: @francescoiucca 

 

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