Castro vs Kishna, tecnica e personalità con il piede degli artisti

Pubblicato 
sabato, 29/08/2015
Di
Redazione
Tempo di lettura: 3 minuti

Pubblicato il 29/8 alle 17.00

IL FACCIA A FACCIA - Chievo e Lazio sono pronte, la 2° giornata di campionato è alle porte. Da una parte l'entusiasmo e la voglia di continuare a stupire, dopo l'ottimo 1-3 in casa dell'Empoli all'esordio, dall'altra l'occasione per rialzare la testa dopo l'esclusione dalla Champions League. In una notte di fine estate Chievo e Lazio si affrontano: faccia a faccia, come i due esterni mancini che si preannunciano già protagonisti. Lucas Castro da una parte, Ricardo Kishna dall'altra.

TEMPERAMENTO E FANTASIA ARGENTINA - Quando arriva a Catania Lucas Castro è annunciato da tutti come l'ennesimo colpo argentino di Pulvirenti. Nato a La Plata, il 9 aprile 1989, "El Pata", in italiano "La Zampa", cresce nel Gimnasia, società che lo prende con sé a 14 anni e dopo tutta la trafila nelle giovanili lo lancia tra i grandi a 20 anni. Tenace, concilia come ogni buon argentino carattere da vendere e tecnica sopraffina e dopo due presenze nel 2008-09, arriva il posto da titolare l'anno successivo: 17 gettoni nel torneo di Apertura, 16 in quello di Clausura e un costante crescere fino al 2011, quando il Racing di Avellaneda decide di portarselo via. Nella stagione che lo consacra, quella 2011-12 Castro metta a segno 5 reti in 22 partite giocando da mezz'ala nel 4-3-3, viene convocato in Nazionale dal ct Sabella per l'amichevole con il Brasile e a fine stagione arriva la grande opportunità. L'Europa chiama, il Catania fa prima di tutti e aumenta la colonia argentina con un acquisto che si rivelerà utilissimo al progetto tattico di Rolando Maran, allenatore dei rossoblu. 3 stagioni in Sicilia, di cui l'ultima in Serie B, per un totale di 94 presenze e 13 gol, poi l'allenatore che l'ha voluto, lanciato e spinto a crescere lo richiama. E Castro raggiunge mister Maran al Chievo, dove viene impiegato da esterno sinistro nel 4-4-2.

ESTRO E PERSONALITA' SCUOLA AJAX - Dici Ajax, dici talento. La scuola olandese è produttrice di campioni e quando esporta raramente sbaglia. Ricardo Kishna, neo giocatore della Lazio nato a L'Aia il 4 gennaio 1995 è l'ultimo fiore del bouquet dei lancieri, abili scopritori di talenti locali. Da Johan Cruyff a Dennis Bergkamp, passando per Frank de Boer, Sneijder, Huntelaar e Van Der Vaart, sono tanti i campioni olandesi cresciuti ad Amsterdam. L'esterno arrivato alla Lazio questa estate spera di seguire la strada dei più forti: abile nel dribbling, funambolo, con un sinistro morbido e allo stesso tempo letale. Nel Paese dei tulipani conquista tutti: 47 presenze con la maglia dell'Ajax, 37 nell'ultima stagione giocata da protagonista a soli 19 anni e nel suo curriculum tutta la trafila delle nazionali giovanili orange. La Lazio ci punta forte, lo porta a Roma per 4 milioni e lo fa esordire già in Supercoppa a Shanghai contro la Juventus, poi in campionato, dove alla prima presenza già va in gol, come quando iniziò con l'Ajax. Una presenza dal 1° minuto e 1 gol, Pioli è in dubbio se lanciarlo dall'inizio, ma il ballottaggio con Felipe Anderson per ora sembra favorire il talento olandese.

IL CONFRONTO - Castro e Kishna si troveranno in campo sulla corsia sinistra del rettangolo di gioco. Entrambi però sanno dare il meglio partendo da destra, dove possono rientrare con il loro piede migliore per creare pericoli. Un piede, il mancino, che ha visto nel calcio esprimersi i migliori interpreti della fantasia e del talento: Maradona, Riva, Stoichov, Rivaldo, Messi e Giggs solo per citarne alcuni. La storia, del resto, ha sempre reso gloria a chi faceva dell'estro una peculiarità e quella che veniva considerata "la mano del diavolo" è stata la caratteristica di personaggi carismatici del calibro di Giulio Cesare, Napoleone, Gandhi, fino ai geni, seppur in epoche diverse, Leonardo Da Vinci e Bill Gates. Chievo-Lazio potrebbe essere davvero decisa dalla qualità dei suoi migliori interpreti. Castro e Kishna proveranno a rispondere presente.

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

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