Dal campo alla panchina. Inzaghi e Juric, simili ma non troppo

Pubblicato 
mercoledì, 18/01/2017
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

FACCIA A FACCIA INZAGHI JURIC - Un pallone. Uno spazio in cui giocare e magari una porta. Fatta con sassi, felpe o legni cambia poco. Un paio di amici, i soliti, per rendere tutto più bello. La televisione? Non se ne parla. I telefoni? Figuriamoci. Inzaghi e Juric sono cresciuti così. Con un amore incredibile per il calcio. Una passione che li ha portati in Serie A sia da giocatori che da allenatori. Dai primi calci alle sfuriate dentro gli spogliatoi. Il passo è stato breve. In mezzo tanti sacrifici, tanto sudore e tanto lavoro. In campo o su una panchina. Nulla arriva per caso.

SIMILI MA NON TROPPO - L'età è quella. Quarant'anni il biancoceleste (il più giovane in A). Quarantuno, invece, il genoano. Simili anche per il modo di vivere le partite. Con intensità, con rabbia e foga. Fosse per loro, entrerebbero anche in campo. Inzaghi si muove più adesso che un tempo tra le difese avversarie. Juric non è cambiato, è sempre stato un tipo focoso. A livello tattico e di credo calcistico presentano delle discontinuità. Uno è un fautore del 4-3-3, l'altro del 3-4-3. A Simone piace giocare in verticale, Juric preferisce sfruttare le corsie esterne. La Lazio poi in fase di non possesso è solita abbassarsi, arretrare dietro la linea della palla e aspettare il momento giusto per uscire. Il Genoa pressa a tutto campo, creando costantemente situazioni di uno contro uno. Come ha fatto l'Atalanta di Gasperini, non a caso il mentore di Juric...

DESTINI INCROCIATI - Uno arriva, l'altro parte. Quest'estate Inzaghi e Juric si sarebbero potuti incrociare sulla strada per andare a Crotone. Dopo la promozione in A, il croato ha sposato il progetto del presidente Preziosi, lasciando vuota la panchina calabrese. Nel frattempo a Roma Lotito si accordava con Bielsa ed Inzaghi sembrava essere destinato a guidare i rossoblù nella massima serie italiana. Ad inizio luglio gli scenari cambiarono del tutto. 'El Loco' si confermò tale e non varcò mai i cancelli di Formello, dove invece ritornò Simoncino. E ora eccoli qua. Di nuovo uno contro l'altro. Come mesi fa, quando a trionfare furono i biancocelesti.

Riccardo Caponetti

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