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Lazio ti presento Kishna: il prodigio che ha stregato l’Olanda tra corsi e ricorsi storici

LAZIONEWS.EU – Il talento classe ’95 è arrivato dall’Ajax con le migliori referenze: vi portiamo alla scoperta della storia e le caratteristiche del nuovo gioiello biancoceleste…

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LAZIONEWS.EU – Operazione talento. Non è una missione militare americana, né tantomeno un reality show, ma semplicemente è la linea guida di questi ultimi due anni di calciomercato (ma anche in campo) della Lazio. Keita, Felipe Anderson, de Vrij, Cataldi, Hoedt, Patric, Morrison e ora anche Kishna. E’ stato voluto, cercato, corteggiato e infine convinto: l’olandese è un nuovo giocatore della Lazio e va a rimpolpare ulteriormente la schiera di giovani talenti su cui mister Pioli potrà contare per la stagione 2015/16. Una trattativa non particolarmente difficile (la base di accordo con l’Ajax è stata raggiunta immediatamente, ndr) anche se al giorno d’oggi nel calciomercato non c’è niente di scontato. Un altro ’95 dalla tecnica sopraffina: fantasia e talento al potere, insomma.

GLI ALBORI E IL CALVARIO – Ricardo nasce il 4 gennaio 1995 a Den Haag, nell’Olanda meridionale, e il cognome fa notare l’origine indiana del padre, cresciuto però in Suriname, proprio come un certo Clarence Seedorf. Il suo percorso calcistico inizia in una formazione amatoriale della sua città, il VUC, per poi passare all’ADO nel 2001. Con i gialloverdi trascorre 9 anni nelle giovanili, fino al 2010, quando arriva la chiamata dell’Ajax. In tenera età Ricardo viene accostato ad Ibrahimovic, per la qualità abbinata a un fisico davvero imponente che utilizzava appunto anche da punta centrale. L’avventura con i ‘lancieri’ però comincia nel segno della sfortuna: Kishna ha un problema alle ginocchia, le cartilagini non funzionano, i medici sono abbastanza chiari: il ragazzo non tornerà al top. Non ha tregua, non riesce a giocare e a scattare ma viene curato da uno specialista tedesco e recupera molto lentamente. Un calvario ad appena 16-17 anni, ci mette impegno e determinazione e smentisce chi lo aveva dato per ‘spacciato’, dimostra un carattere da campione. Si mette alle spalle gli infortuni, reagisce e dopo aver fatto la spola tra la Jong e la prima squadra esordisce con i grandi in amichevole il 9 gennaio (Lazio nel destino?) 2014 contro il Galatasaray.

SEDUZIONE E ABBANDONO – L’allenatore Frank De Boer se ne innamora, è stregato, lo fa debuttare in gare ufficiali il 20 febbraio nella sconfitta per 3-0 contro il Salisburgo in Europa League. Tre giorni dopo arriva anche il primo gettone in campionato ed è lì che già lascia il segno con un gol dopo 15′ dal suo ingresso in campo. Finirà la stagione con 10 presenze, un gol e due assist senza contare i match con la ‘Primavera’. L’anno della consacrazione è però quello successivo, quindi quello appena trascorso, in cui Ricardo si guadagna il posto da titolare. In particolare il 22 novembre si mostra al mondo in tutta la sua incredibile classe: contro l’Herenveen si esibisce in un gol e soprattutto in un assist da leccarsi i baffi per la rete di El Ghazi, proprio nel giorno de 50esimo anniversario del primo gol di Johan Cruyff con la maglia dell’Ajax. Corsi e ricorsi storici. Alla fine saranno 37 le presenze con la prima squadra in tutte le competizioni, con 6 reti e soprattutto ben 11 assist. A marzo di quest’anno però, dopo alcune partite in panchina, avviene la rottura con De Boer, che non lo convoca per un ‘comportamento inaccettabile’. Rapporto poi ricomposto, almeno pubblicamente, ma l’avventura di Kishna all’Ajax ha i mesi contati.

COMBINAZIONE LETALE – A 19 anni Raiola comincia a proporlo in giro per l’Europa, lo sponsorizza senza badare al sottile: “E’ allo stesso livello di Pogba: fa goal, è un attaccante molto completo, ha talento e fisico e una valutazione ancora abbordabile per le italiane”. Messaggio direttissimo per Marotta, che però declina ma lo tiene in considerazione per il futuro. Un pensierino ce lo fa anche il Milan, ma l’Ajax fa capire che lo vuole blindare e quindi i discorsi non vengono approfonditi: la Lazio ringrazia. “Voglio diventare il miglior giocatore al mondo”, i buoni propositi il ragazzo li ha, bisognerà vedere se saranno accompagnati da impegno e costanza. La sicurezza e la consapevolezza di sé non gli mancano di certo, così come i modelli: CR7 e Robben. Ed è proprio al fuoriclasse del Real che viene maggiormente accostato, per passo e soprattutto qualità di dribbling. Funambolico con la palla tra i piedi, incredibilmente tecnico con una grande progressione da sganciare sulla fascia sinistra. “Il nuovo Di Maria”, porta una dote di 187 centimetri d’altezza che però non gli impediscono di dribblare gli avversari come cinesini su un campo d’allenamento. E’ un sinistro puro, un fenomenale assist-man che spesso si accentra, ma che preferisce arrivare sul fondo e servire cioccolatini per gli attaccanti.

LIMITI & FAMILY – E’ dotato di un buon tiro, può agire spesso anche a destra così come in posizione centrale da ‘falso nueve’ (un po’ come Keita). Deve diventare più concreto, aumentare la percentuale di pericolosità della propria azione, che non deve solo far strabuzzare gli occhi o innervosire gli avversari per la presunzione che spesso sembrano trasudare le sue giocate. Attaccante totale insomma, perfetta scuola Ajax, fautrice della ‘TIPS’ (Technique, Insight, Personality, Speed). Ciò che stupisce è la naturalezza e la personalità con cui un ragazzino appena affacciatosi in prima squadra riesce a deliziare pubblico, compagni e osservatori vari, non è qualcosa che si vede tutti i giorni, neanche nell’Academy dell’Ajax. Con i suoi numeri strappa applausi ma risulta a volte anche provocatorio, chiedere a Janmaat. E’ affezionatissimo alla famiglia, ha un tatuaggio che raffigura la sorellina più piccola, vuole restituire bellezza al babbo e al nonno, dare una possibilità al Suriname come loro, potrà farlo anche con il quadriennale da 1,2 milioni firmato con la Lazio. “Un mix tra Cristiano Ronaldo, Di Maria e Van Persie”, così lo ha battezzato Raiola, personaggio dai modi e dalle uscite spesso discutibili e sopra le righe, ma che di talento se ne intende.

Francesco Iucca
TWITTER: @francescoiucca

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