LEGIA VARSAVIA-LAZIO. LA MOVIOLA.

Pubblicato 
giovedì, 28/11/2013
Di
Redazione
Tempo di lettura: 4 minuti

La MOVIOLA a cura di Lazionews.eu- Dopo una lunga attesa Legia Varsavia e Lazio si sfidano al 'Pepsi Arena' sotto gli occhi di circa 12000 tifosi, di cui circa 700 giunti dalla capitale, dopo qualche problema di ordine pubblico. I capitolini con una vittoria si assicurano il passaggio ai sedicesimi per sfidarsi poi per la testa del girone con il Trabzonspor nell'ultima giornata all'Olimpico; in caso contrario la Lazio è qualificata anche con una non vittoria dell'Apollon Limassol che , nell'altra gara del girone J, fa visita ai turchi. E' l'olandese Kevin Blom il direttore di gara, coadiuvato da un quintetto tutto 'orange': Berry Simmons e Hessel Steegstra sono i guardalinee,  il quarto uomo Bas van Dongen; gli assistenti addizionali sono invece Danny Makkelie e Tom van Sichem. Nel primo tempo c'è solo una squadra in campo, ed è quella di Vladimir Petkovic, che arriva in zona gol diverse volte con Cavanda ed Hernanes, anche se il più pericoloso è Felipe Anderson che al 6' ha una grande occasione ma spara alto da ottima posizione. Il gol è nell'aria e arriva al minuto 25 con una bella giocata, di tecnica, potenza e coordinazione di Brayan Perea. I padroni di casa provano a uscire e a prendere il controllo del match, senza far venire le palpitazioni ai tifosi laziali: di chance pericolose neanche l'ombra, se non un tiro senza pretese di Radovic. E' anzi la Lazio che sfiora il secondo gol con Keita prima e Gonzalez poi. Molto positivo anche Berisha, messosi in luce con qualche ottima uscita alta. Nell'unico minuto di recupero occasione importante per il Legia con la sponda di Wawrzyniak  per Dvalishvili, ma Biglia ci mette la testa: è 1-0 Lazio al 45'+1'. A Trebisonda si va al riposo invece sul 2-0 per il Trabzonspor sull'Apollon e qualificazione sempre più vicina anche per i biancazzurri. In apertura di ripresa subito Lazio molto pericolosa con una combinazione Perea-Anderson con il brasiliano che va al tiro al volo; poi è Hernanes ad andare a un passo dal raddoppio. Secondo tempo che non può che essere appannaggio ancora della formazione di Petkovic. Una superiorità soprattutto tecnica che si concretizza al 52' con il raddoppio firmato Felipe Anderson (primo gol in biancoceleste anche per l'ex Santos), che scarica una bella rasoiata angolata, imbeccato da un assist splendido di Hernanes. Profeta che, galvanizzato dalla giocata, si esibisce in una serpentina meravigliosa che lo porta a tu per tu con il portiere ma il tocco del brasiliano è debole. Continuano i capitolini a macinare gioco e a produrre azioni da gol ma la terza marcatura non vuole arrivare con gli attaccanti della Lazio forse poco precisi in fase di conclusione e a volte anche nell'ultimo passaggio. Per i polacchi da segnalare un tiro mediamente pericoloso di Radovic e una grande opportunità sprecata malamente da Ojama, mentre i biancazzurri vanno vicini al gol con Onazi, Lulic e Floccari, entrato benissimo in campo. Al 92' esce male e in maniera avventata su un calcio di punizione per il Legia, Radovic va al pallonetto a porta vuota e a botta sicura, ma c'è ancora Lucas Biglia a dire di no al primo gol polacco nella competizione che con un colpo di testa prodigioso strappa il pallone dalla porta. Finisce qui il match del 'Pepsi Arena': 2-0 per la Lazio che si qualifica per i sedicesimi con un turno di anticipo e soprattutto infrange il tabù trasferta dopo 204 giorni di astinenza. 

IL MATCH- Match molto corretto quello del 'Pepsi Arena' con Blom che è chiamato a veramente poche decisioni, che però arrivano puntuali e corrette, come quella sul fallo di mano di Cavanda nella trequarti ospite. Prima frazione che scivola via senza ammoniti, un ritmo di gioco favorito dall'atteggiamento abbastanza remissivo del Legia Varsavia, già abbondantemente fuori dalla competizione. Lazio che invece sembra propositiva con un Keita ispiratissimo e un Biglia finalmente padrone del centrocampo, ma in compenso un Hernanes  che stenta a ritrovare la verve di un tempo. Dopo 46 minuti di gioco i biancocelesti conducono per 1-0 grazie al bel gol al 25' di Perea, che mette a segno il suo primo gol in Europa, il secondo con la maglia della Lazio dopo quello di Bergamo. Secondo tempo alla stregua del primo, ma che fa registrare la prima ammonizione della partita: se la guadagna Luis Cavanda al 51' per un fallo su Brzyski, anche se non sembra esserci un contatto evidente. Punito più che altro il braccio del belga teso ad interrompere una ripartenza. Al 57' la Lazio trova finalmente il raddoppio con un'ottima giocata del duo Anderson-Hernanes con il primo che va in rete coronando una buona prestazione. Al 65' Blom non concede un rigore netto alla Lazio. Su un cross di Keita il tocco con il braccio, molto largo anche se ravvicinato, di Wawrzyniak è netto, troppo netto per pensare che nè arbitro nè guardalinee lo abbiano visto; il mancato penalty si spiega con l'involontarietà del tocco secondo i giudici di gara, che probabilmente si sono anche messi una mano sulla coscienza nei confronti dei padroni di casa. Tre minuti più tardi occasionissima per il Legia Varsavia su un'uscita di Berisha non perfetta che Ojama sfrutta per involarsi verso la porta sguarnita, ma sbaglia clamorosamente da posizione defilata. In ogni caso il numero 7 dei polacchi aveva commesso fallo sul portiere albanese con un intervento molto scoordinato e per certi versi pericoloso, ma non ravvisato dal fischietto olandese. All'82' anche i padroni di casa reclamano un tiro dal dischetto per un tocco con il braccio di Radu, ma in questo caso il romeno era veramente troppo vicino al pallone e soprattutto il braccio era attaccato al corpo. Stavolta Blom fa bene a non concedere il rigore. Nel finale Lazio vicina al terzo gol, ma nel secondo dei tre minuti di recupero è Biglia, autore di una grande partita, a negare il gol ai padroni di casa con un intervento miracoloso. Finisce 2-0 con i biancocelesti qualificati che si giocheranno il primo posto nel girone J con il Trabzonspor nel match dell'Olimpico.

IL VOTO- Match di ordinaria amministrazione per Blom e i suoi assistenti, soprattutto nel primo tempo, con una prestazione che va verso un 6 senza infamia e senza lode, ma poi arrivano il rigore non concesso alla Lazio, per un eccesso di bontà probabilmente, e il fallo su Berisha di Ojama non sanzionato da nessun assistente che stava per regalare il gol della bandiera al Legia (oltre a un'ammonizione dubbia per Cavanda), ed ecco che la valutazione scende inevitabilmente fino al 5,5 conclusivo. 

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