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LA LAZIO NELLE SCUOLE. Durmisi: “Il calcio mi dà emozioni”. Parolo: “Le sconfitte vanno accettate” (FOTO)

LA LAZIO NELLE SCUOLE – Torna l’evento La Lazio nelle scuole. Oggi i biancocelesti si sono recati…

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LA LAZIO NELLE SCUOLE – Torna l’evento La Lazio nelle scuole. Oggi i biancocelesti si sono recati presso l’Istituto Comprensivo Nino Rota – Scuola Primaria L. Sciascia, Via Domenico Lupatelli 1 (Roma). Questa volta gli ospiti della Lazio sono Parolo e Durmisi, oltre che il falconiere Juan Bernabè, il responsabile della comunicazione Diaconale e il team manager Manzini.

AGGIORNAMENTO ORE 11.00 – L’evento è terminato con tante foto e autografi.

LE RISPOSTE DEI GIOCATORI E DEI RAPPRESENTANTI DELLA SOCIETA’

PAROLO – “Il giorno della partita si mangia un piatto di pasta e un toast o petto di pollo. Mangiamo carboidrati che ci danno energia per corriere in campo.
Quando si parla di sport non bisogna pensare solo al calcio. Quando io non gioco guardo tutti gli altri sport tranne che il calcio. Si pensa subito al calcio perché è più popolare ma bisogna farli tutti, soprattutto da bambini, perché ci si può trovar bene in ogni sport. Fare sport è bellissimo.
Quando si perde non è mai facile accettarlo. Io ho un figlio di 4 anni che non sa perdere, e anche io ero così da bambino. Quando poi inizi a perdere più spesso inizi a pensare come migliorarti per cercare di vincere. Bisogna prendere il positivo da una sconfitta per cercare di vincere.
Comportarsi in maniera violenta è sbagliato, l’importante è subito riconoscerlo e chiedere scusa a tutti, anche pubblicamente. Non dovrebbe succedere e ci dispiace quando succede.
Noi proviamo sempre a trasmettere messaggi positivi come rispettare compagni e avversari. Noi siamo un esempio di gente che vive in gruppo perché viviamo con persone di altre etnie. Tutti puntiamo allo stesso obiettivo e dobbiamo essere uniti. Non bisogna escludere uno, anzi, dobbiamo tirare fuori il meglio da tutti.
Gestire la vita privata tra calcio e famiglia? Si impara con il tempo. Durante il primo anno di mio figlio ero spesso fuori casa per lavoro e mio figlio mi chiamava “nonno” e non “papà”, ma ora abbiamo recuperato.
Si può abbattere il muro della diversità con lo sport facendo vedere come nei gruppi omogenei tutti si aiutano.
Personalmente non ho mai assistito ad atti di bullismo. Fin da piccolo ho cercato di non escludere mai nessuno. Io sono cresciuto all’oratorio e credo che il bullismo sia qualcosa di brutto. Chi cerca di fare il più forte è più debole perché singolarmente non è niente. Non bisogna prendere di mira nessuno, anzi, bisogna mettere tutti a proprio agio. Mettiamoci insieme e aiutiamo chi è in difficoltà.
Accettare le decisioni del mister non è sempre facile, come in una classe, ma se non ci fosse la maestra ognuno farebbe quello che vuole. Bisogna imparare ad accettare le decisioni perché altrimenti ognuno farebbe ciò che vuole. Noi dobbiamo ascoltare il mister e voi la maestra.
Il calcio è un gioco di squadra ed è bello gioire con il compagno che fa gol, così come incoraggiarlo quando fa un errore.
Ognuno di noi in privato dona qualcosa, fa beneficenza, aiuta le persone meno fortunate. Queste cose si fanno in maniera anonima e non facendosi pubblicità”.

DURMISI – “L’emozione che mi dà il calcio è fenomenale, non si può descrivere.
Gestire la vita privata? Per me è facile perché sono single, i miei genitori non sono qui. Ho un fratello piccolo che gioca a calcio in Danimarca e qui con me ci sono un po’ di amici.
Quando sono arrivato alla Lazio pensavo “Ora mi allenerò con Immobile, Parolo e tutti grandi calciatori”, ma poi ti abitui”.
Quando si verificano episodi di razzismo ci sto male, occorre rispettare tutti ed ognuno di noi deve dare il proprio contributo per migliorare questo aspetto”.

BERNABÈ – “Il nome di Olimpia è stato scelto con la tifoseria. La Lazio fede un sondaggio chiedendo ai tifosi quali nomi voleva. Aveva tre scelte: Libera, Olimpia e Vittoria. I tifosi scelsero Olimpia.
Io ho lavorato spesso fuori casa. Bisogna sentirsi realizzati anche se il lavoro ci tiene molto occupati.
Olimpia vive a Formello dentro il centro sportivo. Ha un grande giardino e molta pace. L’aquila riposa tutto il giorno e quando è mezzanotte comincia a volare. Olimpia mangia il pollo ruspante, è il suo piatto preferito! Una volta al mese mangia anche salmone. Olimpia non è presa dalla natura: è nata con l’inseminazione. Lei mi vede come un genitore perché quando si schiude l’uovo mi ha visto per primo”.

DIACONALE – “Esistono delle norme punitive nei confronti di chi fa razzismo. Le punizioni non sono tutto quanto però. L’unico vero modo per impedire queste forme è agire nelle scuole. Quella è l’educazione principale e il modo migliore per capire cosa non si deve fare. Ci sono poi le punizioni come multe per colpa dei tifosi, ma questo è un problema che spero non vi riguardi mai. Spero che i vostri insegnanti vi facciano capire queste cose”.

AGGIORNAMENTO ORE 10.33 – I giocatori e i rappresentanti iniziano a rispondere alle domande.

AGGIORNAMENTO ORE 10.30 – Anche Diaconale è intervenuto durante l’evento, raccontando ai bambini come mai l’aquila sia il simbolo della Lazio. Rivolgendosi ai bambini giallorossi, Diaconale ha detto: “Voi avete come simbolo il lupetto, ma l’aquila vola sopra!”.

AGGIORNAMENTO ORE 10.25 – La scuola ha preparato un emozionante video che ripercorre la storia della Lazio. Nel momento in cui sono comparse le immagini della Supercoppa vinta nel 2017, Marco Parolo si è fermato dal fermare autografi e si è goduto, ancora una volta, quel successo.

AGGIORNAMENTO ORE 10.15 Parolo e Durmisi sono arrivati e hanno iniziato subito a firmare autografi per i bambini presenti.

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