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Lotito: “Lazio più forte dello scorso anno. Mercato? Non ci siamo mai sottratti agli investimenti. Milinkovic? Non ho detto che parte…”

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LAZIO LOTITO – Claudio Lotito, nel giorno del quindicesimo anniversario alla Lazio, è intervenuto ai microfoni del canale ufficiale biancoceleste per fare un bilancio dei suoi anni alla guida della Prima Squadra della Capitale: ecco le sue dichiarazioni.

AURONZO – “Domani sarò ad Auronzo di Cadore. La Società ha compiuto uno sforzo importante per allestire una squadra più competitiva rispetto a quella dello scorso anno. La prossima stagione sarà importante e mi auguro che il gruppo abbia la consapevolezza dei propri mezzi e mi auguro che possa esprimere al massimo il proprio potenziale per dare la soddisfazione ai tifosi ed alla Lazio di ricoprire un ruolo sportivo che ci compete nel calcio nazionale ed internazionale. Abbiamo svolto iniziative volte alla valorizzazione del nostro patrimonio rappresentato dai tifosi. Una squadra senza tifosi non ha alcun ritorno, abbiamo puntato molto sull’organizzazione del club. Al termine di alcuni lavori, la Lazio avrà uno dei centri sportivi più belli a livello internazionale: vogliamo far riscoprire l’appartenenza, sono padre di tutti ma ognuno deve svolgere un ruolo in questa grande famiglia. Si deve vincere tutti insieme e solo grazie all’apporto di tutti si raggiungono obiettivi. “

15 ANNI DI PRESIDENZA – “Il nostro motivo d’orgoglio è il fatto che quando io entrai, 15 anni esatti fa: la Lazio era una squadra che si trovava al fallimento. Era in perdita e con più di 500 milioni di debiti. Sono riuscito nel rispetto dei tempi che mi ero dato, a farla uscire da un coma irreversibile. Il 26 maggio, il giorno della Coppa Italia, resterà indelebile. Oggi siamo qui a dimostrare che un piccolo artigiano, come il sottoscritto, sono quindici anni che fa il presidente. Ed altri grandi industriali, invece, non esistono più…”

MODELLO – “Ho cercato di far capire alla gente che dovevamo avere una casa fondata sul cemento armato, doveva essere dura. Lanciai idee che sono state prese come modello, oggi non siamo più un vagone rimorchio ma una locomotiva, un punto di riferimento di politica sportiva. La Lazio è divenuta forte economicamente ed è proiettata necessariamente ad una crescita: questo perché sono presidente della mia squadra del cuore e questo è il massimo delle mie aspettative, sono il proprietario del Club e coltivo i sentimenti di tutti, di tutti i laziali ed ho l’obbligo di preservare e tramandare i valori e la storia della Lazio. Per preservare la storia biancoceleste, mi sono fatto carico di centinaia di milioni di debiti ed abbiamo il numero di matricola storico nato nel 1900 ed è per questo che ho messo in campo iniziative per valorizzare la nostra storia, come ad esempio l’aquila. Siamo una società libera. Non dipendiamo da nessuno. Oggi tutti devono bussare alla porta del padrone, ricevere il permesso, e poi sedersi al tavolo nella speranza di portare un vantaggio per la Lazio. Senza di questo non si entra. Prima eravamo una società satellite, oggi rappresentiamo con il nostro operato il passato ed il futuro del nostro club. Non vogliamo rivendicare autorità, ma siamo un punto di riferimento con l’autorevolezza di ciò che abbiamo svolto. Siamo passati da una situazione fallimentare ad una posizione forte tramite investimenti patrimoniali dentro e fuori dal centro.”

LA LAZIO – “Ho in testa di lasciare la Lazio a mio figlio perché rappresenta la continuità, la storia. Fino ad oggi la Lazio non è stata statica, ma dinamica in termini di posizione. Al momento in Serie A ci sono delle squadre gestite da gruppi economici stranieri: non mi sembra che abbiano ottenuto grandi risultati.”

LE CRITICHE – “Criticare è uno sport praticato: quello che conta è vedere da chi provengono. Se vengono fatte da persone autorevoli, devono essere motivo d’attenzione particolare. Altrimenti no. Apprezziamo il giudizio delle persone perché serve per migliorarci”.

OBIETTIVI – “Io penso che la società abbia fatto uno sforzo importante per allestire una squadra competitiva per il prossimo anno. Sarà una stagione importante spero che la squadra abbia consapevolezza dei propri mezzi e dia grandi soddisfazioni ai tifosi non solo a livello nazionale ma anche internazionale”. 

MERCATO – Noi prendiamo giocatori di cui abbiamo bisogno. La società non si è mai sottratta dagli investimenti. Non abbiamo venduto giocatori oggi per comprarne altri. Poi se qualcuno vorrà andar via, vedremo se sarà possibile. Se qualcuno volesse coltivare delle ambizioni personali legittime, la società avrebbe meno armi per poterlo trattenere rispetto allo scorso anno. Però questa non è la priorità della società. La squadra però, aldilà di quelle che saranno le partenze, sarà più forte dello scorso anno.”

MILINKOVIC – “Milinkovic parte? Non ho detto che lui partirà. Io ho detto che chiunque abbia delle aspirazioni, deve rispettare anche il club e i tifosi. Ad oggi non ci sono situazioni tali per una sua partenza, però può darsi che in futuro per una propria crescita professione, un giocatore possa avere l’ambizione di approdare in un club più importante. Per questo dobbiamo diventare uno dei migliori club al Mondo, per evitare che questo accada in futuro”. 

SCUDETTO – “Ricordiamoci da dove siamo partiti, quei momenti sono stati fondamentali, ci arriveremo e ci stiamo avvicinando. Un passo alla volta ci toglieremo delle soddisfazioni. I risultati si raggiungono, non si proclamano”.

SUPERCOPPA – “C’è un problema pratico sull’ammontare della remunerazione per giocarla a Roma. Lo dico con onestà, se non vogliono che andiamo fuori siamo disponibili a giocare a Roma ma con lo stesso importo che ci deve essere dato. Qui è finito il tempo in cui vengono calpestati i nostri diritti, e questi devono essere rispettati”. 

RADU – “Io su alcuni temi tengo conto della parabola del figliol prodigo. Nel caso di Radu può capitare un momento così, ma se un giocatore si rende conto che la Lazio sia la sua casa, è giusto che gli si riconosca anche la sua militanza.”.

TARE AL MILAN – “Tare se fosse andato al Milan sarebbe stato pagato di più, ma avrebbe avuto meno soddisfazioni. Chi raggiunge l’obiettivo e parte svantaggiato, è più contento o meno contento?”

STADIO – “Il sogno è la realizzazione dello stadio. Siamo partiti per primi ma poi ci siamo fermati perché ci ha bloccato l’istituzione capitolina dell’epoca creando un grande danno ai tifosi della Lazio. Ne avrebbero parlato in tutto il mondo, avevamo un approdo col battello, una stazione ferroviaria e un’uscita autostradale propria. Speriamo che il tempo ci dia ragione e che in futuro potremmo compiere questo salto. Avere un punto di riferimento per i tifosi, significa anche educarli al rispetto delle regole e sviluppare il senso di appartenenza”. 

AMATRICE – “Rappresenta un punto di riferimento della mia vita. Mio nonno materno era di lì. Poi la Lazio è stata la prima squadra presente ad Amatrice dopo il terremoto, che ha constatato con mano i danni.”

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