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MINALA si racconta: “Voglio sfondare per aiutare la mia famiglia. Nazionale? Voglio il Camerun, ma se avessi la cittadinanza italiana…”

“La vita che ho fatto in Africa non ve la immaginate nemmeno lontanamente…”

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NOTIZIE SS LAZIO- La vita che ho fatto in Africa non ve la immaginate nemmeno lontanamente. Sono cose personali che non dirò per nessuno motivo al mondo davanti a una telecamera, che mi hanno fatto crescere. In molti ancora non credono alla mia età, gli avversari in Primavera mi prendevano in giro, spesso mi provocavano dicendomi che non potevo giocare in quella categoria. Forse dicevano così perché io sono abituato a vincere”. Deciso e determinato, senza peli sulla lingua come sempre. Joseph MINALA è forse uno dei giocatori più discussi degli ultimi anni nel mondo biancoceleste e non solo, ma il ragazzo camerunense, da poco 18enne ha sempre reagito e mantenuto la testa altissima. Lo ha fatto anche nell’intervista rilasciata al portale brasiliano ‘globoesporte’. Il camerunense ora in prestito al Bari ha poi raccontato la sua epopea, dal ‘continente nero’ all’Italia, con una ‘dedica’ speciale. “Se oggi sono qua devo ringraziare mio fratello (il terzo di undici, ndr), perché mi ha incoraggiato a inseguire il mio sogno e mi ha protetto. Nel mio Paese volevo solo uscire la sera e divertirmi, imitare i più grandi, non volevo fare nient’altro. Se doveva darmi uno schiaffo in faccia per impedirmi di uscire, lo faceva. Mi diceva sempre che dovevo approfittare del dono che avevo, che quando giocavo a pallone si vedeva che avevo qualcosa in più degli altri e non potevo sprecare questa opportunità. Mi ha aiutato a seguire la strada giusta, è stato molto importante per me”. Una strada che ha portato nella nostra penisola. “Cinque anni fa sono arrivato a Roma con un imprenditore senegalese che mi aveva promesso un provino con il Milan. Questa persona mi aveva anche regalato un dizionario di italiano per imparare velocemente la lingua. Ma quando siamo arrivati alla stazione Termini, si è allontanato un attimo dicendomi che sarebbe tornato subito. Ma non tornò. Ero solo, senza soldi, con i miei bagagli. L’unica cosa che ho pensato è che sarei dovuto andare alla polizia e raccontare quanto mi era successo”. Poi tutto all’improvviso, l’approdo alla Vigor Percanti, l’irruzione del Napoli e i dubbi dei partenopei che hanno scatenato l’asta. Tra Inter e Milan la spunta la Lazio, veloce a puntare sul giovane centrocampista: arriva il contratto insieme ai primi guadagni. “La maggior parte dei miei soldi li uso per aiutare la mia famiglia. Mio padre non lavora, mia madre cerca di fare il possibile, ma non si può dire che abbia un lavoro serio. Dei miei fratelli, solo uno lavora davvero. In Africa purtroppo va così, io spero di impormi nel calcio professionistico per continuare a essere d’aiuto alla mia famiglia”. Alla Lazio si impone subito come titolare del centrocampo di Inzaghi, con prestazioni da big e gol da attaccante, fino alla vittoria della Coppa Italia da assoluto protagonista. Poi arriva il ritiro con la prima squadra, ma lo spazio è poco e la scelta ricade sulla voglia di giocare, in una piazza prestigiosa come quella di Bari; con un pensiero fisso alla Nazionale.“È il mio sogno giocare con la maglia del Camerun, il mio Paese. Se un giorno dovessi ottenere la cittadinanza italiana potrei anche pensare di giocare per l’Italia, ma ripeto, sogno di rappresentare il Camerun, devo tanto a quella terra. Giocare in Brasile? Credo che mi troverei bene nel campionato brasiliano, lo guardo molto e mi piace. È molto tecnico e attraente. La mia squadra preferita? Il São Paulo”. 

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