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PRANDELLI: “Immobile e Balotelli insieme? Tutto è possibile…”

Il ct azzurro aggiunge: “Abbiamo 23 giocatori e tutti devono considerarsi titolari. Non ci sono novità: sceglieremo in base alla squadra da affrontare e allo stato fisico e psicologico”…

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BRASILE 2014 – Cesare PRANDELLI, ct della Nazionale, è intervenuto in conferenza stampa dal ritiro brasiliano degli azzurri. Queste le sue parole: “I gol subiti sono state due situazioni da errori individuali e non ci stanno. L’obiettivo era dare minuti ai giocatori, avere una continuità di gioco e verificare alcuni giocatori in determinati ruoli. Mi pare che per un’ora la squadra si sia comportata bene, mantenendo un equilibrio importante, contro una squadra di club che ha dei giocatori importanti. Poi, con dieci cambi nell’ultima mezz’ora, non era facile trovare subito i giusti meccanismi e trovare il ritmo gara. Abbiamo forzato un po’ troppo l’uscita giocando, ma la cosa più interessante dopo la gara è che abbiamo recuperato Barzagli e Paletta, e che i giovani hanno dimostrato il loro entusiasmo. È stato un test vero”.

Immobile?
Abbiamo 23 giocatori e tutti devono considerarsi titolari. Non ci sono novità: sceglieremo in base alla squadra da affrontare e allo stato fisico e psicologico. In coppia con Balotelli? Tutto è possibile, ma tendenzialmente due punte centrali con giocatori di qualità in mezzo al campo diventano una scelta forzata.

Balotelli?
Balotelli sta bene, come il resto della squadra. Ha qualche problemino, ma ci può stare: si sta allenando due volte al giorno… Il colpo subito ieri? Non è un problema.

I titolari contro l’Inghilterra?
Non voglio rispondere.

Che moduli userà?
In queste tre amichevoli abbiamo voluto vedere se le nostre idee potevano coincidere con la realtà. I moduli sono stati gestiti bene, quindi ne usciamo con più certezze.

Come stanno gli attaccanti?
Siamo tutti protagonisti, tutti potenzialmente delle risorse, quindi qualsiasi scelta farò sara condivisa e accettata con entusiasmo e amore da parte di tutti.

4-1-4-1 come modulo difensivo?
Per correggere certi difetti, certi limiti e certi errori, c’è bisogno di tempo. Quel poco che abbiamo avuto noi, lo abbiamo utilizzato bene. Ieri per 40 minuti non abbiamo mai subito ripartenza. Certo, quando prendi tre gol bisogna cercare di capire, ma se ci sono degli errori individuali vanno accettati e corretti. Nel primo gol, per esempio, c’è stato l’errore di concetto di continuare a giocare il pallone anche quando si era nello stretto. Da ora in avanti, non dovremo più fare errori di concetto.

Sulla condizione fisica?
Siamo arrivati nei tempi, adesso lavoreremo sulla velocità e la rapidità. Cercheremo di curare i dettagli. Questa è una squadra che ha nelle gambe la possibilità di arrivare fino in fondo ai Mondiali.

Immobile come Schillaci?
Io avevo fatto un paragone con Schillaci perché quest’ultimo, nel 1990, considerato da tutti la quinta punta poi diventò capocannoniere. Questo vuol dire che ci si deve preparare mentalmente, opportunità dopo opportunità. Ci sarebbero tanti altri esempi, come Grosso nel 2006. Per questo tutti devono sentirsi protagonisti.

C’è ammirazione dei brasiliani per Pirlo e Balotelli.
È un effetto molto piacevole, non pensavamo. Secondo me perché hanno visto che è una squadra che cerca sempre e comunque di giocare. Questo ci dimostra che quando una squadra vuole giocare a calcio, è apprezzata in tutte le latitudini del mondo.

La tenuta difensiva.
Il problema di non prendere gol è di tutti, non solo nostro. Ogni tanto, quando subisci delle reti, arriva la preoccupazione generale. In questi quattro anni abbiamo disputato delle ottime competizioni, quindi non dobbiamo sottovalutare questo aspetto. Dobbiamo anche pensare che fa parte del gioco: l’idea nostra è fare qualche gol in più dell’avversario, se proprio dobbiamo subirne.

Napolitano ha detto che non ci si deve accontentare.
Come abbiamo sempre detto dobbiamo ascoltarlo perché è uno degli uomini più saggi che abbiamo. Ha ragione, dobbiamo ascoltarlo.

Sulla sua figura da Ct?
Potrei far mio il concetto del Trap, ovvero che l’allenatore è come un condannato a morte, che deve solo conoscere l’ora della sua esecuzione. Probabilmente il condannato a morte riesce ad avere delle risorse impensabili. L’ha detto lui che è arrivato tante volte a morire, ma non è mai morto.

Ipotesi turnover?
Non possiamo dire che faremo turnover, ma dobbiamo pensare di vedere una squadra che possa cambiare partita dopo partita. Anche ieri abbiamo provato a capire se Darmian può posizionarsi a sinistra, ed ha fatto bene. Se recuperano bene i giocatori, comunque, non li cambierei mai. Non è che devo cambiare per forza.

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