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ESCLUSIVA LN. BERRETTONI: “L’esperienza conta: lunedì la LAZIO parte favorita. KEITA? Ha della qualità impressionanti, ma il difficile viene ora…”

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU. Il doppio ex presenta la prossima sfida tra Lazio e Hellas e parla del suo maestro ai tempi della Lazio: “Bollini? Sono sicuro negli anni futuri diventerà un bravo allenatore, anche ad alti livelli”…

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ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Fare tutta la trafila della giovanili e poi esordire con la maglia della LAZIO: un sogno per tutti i ragazzi della Primavera. Un sogno che Emanuele BERRETTONI aveva coronato il sette novembre del 2000 nella lontana Generali Arena di Praga, quando Sven Goran ERIKSSON lo fece entrare in campo al posto di un “mostro sacro” come SALAS al minuto 46 nel match contro lo Sparta Praga. Un debutto con i fiocchi: fare la prima apparizione tra i grandi in un match di Champions League non è cosa da tutti. Nella sua avventura in biancoceleste arrivò poi anche l’esordio in campionato, stavolta sotto la guida di Dino ZOFF che lo getta nella mischia a dieci dalla fine al posto di KOVACEVIC nella trasferta di PERUGIA. Purtroppo però, dopo caterve di gol nei campionati giovanili ed uno scudetto con la prima Lazio Primavera di BOLLINI, l’esperienza di BERRETTONI alla LAZIO si esaurisce qui, senza neanche la gioia di riuscire a mettere a segno una rete davanti ai propri tifosi. Eppure, nella sua decennale carriera, un gol all’Olimpico è presente nel suo “palmares”: era il 10 gennaio del 2012 quando LAZIO e HELLAS si affrontavano per gli ottavi di Coppa Italia. Una gara che la banda di REJA sembrava aver fatto dopo sua grazie alle reti di DIAS e ROCCHI. Ma i biancocelesti non aveva fatto ancora i conti con la voglia di rivalsa di un suo vecchio prodotto: al minuto 54 BERRETTONI fa il suo ingresso in campo al posto di GALLI e, in appena sei minuti, riesce a dare il là alla rimonta scaligera completata dal gol di D’Alessandro (altro prodotto di un vivaio capitolino, stavolta però della Roma…). Mortifero taglio sul primo palo per raccogliere il traversone dalla sinistra di Pugliese e perfetto colpo di testa sul primo palo: questa la sua piccola rivincita sulla LAZIO, che venne poi vanificata dalla perfetta punizione di HERNANES a tempo scaduto. Allora si trattava di uno scontro quasi impari, con una formazione di Serie A che affrontava una neopromossa in serie cadetta; oggi la storia parla di un vero match point per l’Europa League. Contattato in esclusiva da Lazionews.eu, in qualità da doppio ex BERRETTONI presenta il delicato incontro tra LAZIO e HELLAS in programma lunedì all’Olimpico. Queste le sue parole:

Lunedì all’Olimpico si affrontano le due squadre nelle quali, verrebbe da dire, ha vissuto le esperienze più significative della sua carriera: Lazio e Hellas. Che gara si aspetta?
“Sarà una partita abbastanza tesa visto che si stanno giocando qualcosa di importante tutte e due. Nello stesso tempo credo che verrà fuori una bella partita perché si tratta di due squadre che giocano a calcio e scendono in campo con un atteggiamento sempre propositivo”. 

Quest’anno si sta assistendo ad una lotta senza precedenti per l’ultimo posto disponibile per l’Europa League. Una lotta che vede raccolte cinque squadre in due punti e che coinvolge anche la Lazio. Chi vede come favorita?
“E’ molto difficile fare il nome di una favorita. Sicuramente ci sono squadre, come la Lazio, che sono abituate a giocarsi certe partite per entrare in Europa. Calcolando che il Verona è una neopromossa, vedo la Lazio favorita per il match di lunedì ma per la lotta al sesto posto c’è davvero molto equilibrio. E’ anche bello così in fondo, visto che, eccezion fatta per Juventus e Roma che hanno avuto un rendimento stratosferico, stiamo assistendo ad un campionato molto livellato”.

Nonostante sia un match molto delicato, l’Olimpico si preannuncia vuoto per via della contestazione al presidente Lotito. Conoscendo la piazza romana, che idea si è fatta di questa protesta?
“Sappiamo tutti i problemi che ci sono in questo momento sotto questo punto di vista. Sicuramente i ragazzi hanno bisogno dei propri tifosi. Sinceramente non so bene cosa sta succedendo perché sono lontano, ma da calciatore posso dire che avere i propri tifosi vicino è un più che in partite fondamentali come quella di lunedì può essere un vantaggio per i giocatori in campo”.

Aveva mai visto una tale situazione in carriera?
“No, una contestazione di tale portata sinceramente no… E dispiace perché conosco l’attaccamento alla maglia che hanno i tifosi della Lazio: è sicuramente un sacrificio per loro non entrare allo stadio e non vedere la partita. Ma sinceramente non so bene i motivi che hanno portato a questa protesta”.

L’Hellas Verona di Andrea Mandorlini, un tecnico che lei conosce bene, è senza dubbio una delle rivelazioni di questo campionato. Si aspettava un rendimento del genere?
“Sì, senza dubbio. Sinceramente non così alto a questo punto della stagione, ma ero certo che l’Hellas non avrebbe avuto problemi a salvarsi e ad esprimere del bel calcio. Conosco l’allenatore, conosco la piazza e vedendo gli acquisti che hanno fatto e l’entusiasmo che circonda la squadra non avevo dubbi che avrebbero fatto un campionato positivo”.

Meno positiva invece la stagione della Lazio che, dopo la vittoria della Coppa Italia, puntava al salto di qualità ed invece le attese sono state disilluse. Ora con l’avvento della coppia Reja-Bollini le cose essere sembrano migliorate. Proprio l’attuale vice è stato il suo maestro quando militava alla Lazio: lo sente ancora?
“Lo conosco bene, lo sento spesso e sapevo che prima o poi sarebbe arrivato a questi livelli. Quando con i giovani sei un insegnante di calcio ed ottieni questi risultati, prima o poi è giusto anche che ti venga data un’opportunità come questa. E fare il secondo ad uno come Reja sicuramente accresce il suo bagaglio ma gli darà anche modo di avere maggior contatto con i più grandi e acquisire maggiore esperienza. Sono sicuro che il mister, negli anni futuri, diventerà un bravo allenatore, anche ad alti livelli”.

Gli ha dato qualche consiglio per affrontare Mandorlini?
“No, no! (Ride, ndr) Sono sicuramente più competenti ed avranno già visto tante partite del Verona per conoscerne i loro punti forti e i punti deboli”.

Sotto la sua guida 2001 ha vinto uno scudetto Primavera. Un traguardo che il tecnico di Poggio Rusco ha prima sfiorato nel 2012 e poi ricentrato lo scorso anno, dimostrando di essere un top manager per questa categoria. Non a caso la Lazio ha ricominciato a sfornare giovani talenti: prima erano Domizzi, Pinzi, Gazzi e lei; oggi sono Keita e Minala, ma anche Crecco, Tounkara e Cataldi che sta impressionando a Crotone. Tutto merito di Bollini?
“Sicuramente merito del mister, che a livello giovanile è un insegnante di calcio e di vita perché i ragazzi devono prenderti come punto di riferimento e di guida. Poi però c’è anche da dire che il mister è supportato da altri collaboratori e dalla società ed il loro lavoro è fondamentale. E’ un lavoro generale, poi sicuramente l’operato del mister, che sta a stretto contatto con i ragazzi e li fa crescere, è incentrato a finalizzare tutto quello che c’è dietro. Quando un allenatore è competente a livello giovanile è logico che escano fuori ragazzi promettenti. Poi sta a loro riuscire ad imporsi ad alti livelli: il difficile non è arrivarci, il difficile è rimanerci lì”.

Chi sembra che ci sia arrivato è Keita: che impressione le ha fatto?
“Ha una qualità impressionante, fa già cose da giocatore vero. Lo si era già visto all’esordio che ha grandissime potenzialità, adesso sta a lui confermarsi ma mi sembra che lo stia già facendo discretamente. Stiamo parlando di un ’95, potrebbe fare ancora qualche anno in Primavera: come lui ne nascono pochi. Ha delle qualità importanti, poi bisogna vedere come matura. Un plauso va fatto anche a Reja che, nonostante l’età, non ha avuto paura di farlo giocare”.

Nonostante la giovane età, crede che sia un giocatore sul quale rifondare la squadra il prossimo anno o c’è il rischio di bruciarlo?
“No, questa è la cultura italiana nella quale si pensa sempre che c’è il rischio di bruciare i ragazzi. Se un allenatore con l’esperienza di Reja fa fare il titolare a Keita significa che il ragazzo merita di giocare. Poi parlare di rifondazione mi sembra esagerato, la Lazio ha avuto sicuramente qualche problema: Mauri è stato fuori metà campionato, Klose non è stato benissimo, poi i problemi ambientali che inevitabilmente si sono riflessi sulla squadra e così via. Però la Lazio ha dei giocatori forti e sicuramente sanno già dove intervenire l’anno prossimo. Secondo il mio punto di vista non è una squadra da rifondare completamente, certo Keita è un giocatore da dove ripartire”.

Lo spagnolo potrebbe non essere l’unico giovane ad essere promosso in pianta stabile in prima squadra il prossimo anno. Dall’alto della sua esperienza, quanto è difficile per un giovane Primavera sfondare a Roma?
“E’ difficile, ma non solo a Roma. E’ difficile in tutte le grandi squadre e le società di Serie A, perché i giovani hanno bisogno di tempo perché vengono da una categoria dove c’è un abisso con la Serie A. C’è bisogno di tempo e di un mix di cose: fortuna, persone che protaggano e che alla prima polemica non ti tirano fuori ma continuano a puntare su di te…Potrei dire altre mille cose, ma mi limito a dire che è necessario un mix di componenti per far sì che il ragazzo possa crescere con calma, anche se poi nel calcio italiano di calma non ce n’è molta”.

Per concludere: due fotografie, due ricordi che ha delle esperienze con Lazio e Hellas?
“Sicuramente della Lazio ricordo il mio esordio in Champions League: anche se è stata solo l’apparizione di un tempo, è stato il picco di una carriera. Qualcosa che un ragazzo poi ne va fiero per tutta la vita. Di Verona invece ne ho talmente tante, ma se dovessi scegliere direi la vittoria dei playoff contro la Salernitana”.

Daniele Gargiulo

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