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FACCIA A FACCIA. Ledesma vs Zanetti: due capitani, due bandiere

Capitani e bandiere simbolo di un calcio legato ai sentimenti, alle ragioni del cuore che al “Dio denaro”

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Domani sera all’Olimpico va in scena una sfida dal sapore particolare, intenso, che potrà dare ulteriori conferme circa le possibili pretendenti al terzo posto e, perchè no, allo scudetto. Ma Lazio-Inter è anche la sfida di due capitani, Ledesma e Zanetti accomunati dall’amore per i colori sociali che, pur avendone avuta la possibilità in passato, hanno declinato le offerte per seguire le ragioni del cuore. A loro è dedicato questa settimana il consueto appuntamento con il FACCIA a FACCIA.

LEDESMA è il capitano e simbolo della Lazio degli ultimi anni. Con Rocchi quasi sempre out è lui a guidare la squadra ogni domenica in campo. Un leader silenzioso, un ragazzo di carisma e personalità e nel suo ruolo, in Italia, il solo Pirlo gli è superiore ( ma il centrocampista bianconero fa un altro mestiere). Portato in Italia, al Lecce, da quel genio di Pantaleo Corvino, Ledesma nel 2006 è passato alla Lazio dove ha pian piano conquistato un ruolo di primo protagonista nella mediana biancoceleste. Precisione, visione di gioco, e abilità nei calci piazzati sono le sue caratteristiche principali, oltre ad un innata tranquillità che lo rendono il cervello e il fulcro del gioco ideale nel 4-1-4-1 di Petkovic.

ZANETTI, invece, non certo convidive le caratteristiche di Ledesma, ma per leadership, carisma e personalità ha pochi eguali. Primo acquisto dell’era Moratti, Zanetti si è subito fatto amare dal popolo nerazzurro per il suo immenso senso del lavoro, per la sua straordinaria professionità e per la sua infinita corsa. Quasi 40enne ancora insegue i ragazzini cattivi sul suo lato di campo, parte in percussione senza perdere palla. E’ un esempio per i giovani, un modello per chi vuole fare il calciatore.  C’è chi dice:  “Se solo sapesse crossare e tirare sarebbe stato di gran lunga più forte di Nedved”.Forse. Ma se non fosse quello che è il suo soprannome non sarebbe “El Trator”.

LEDESMA e ZANETTI, due capitani che sono il simbolo di un calcio ormai in declino, quello dove il tifoso si riconosce nel giocatore-bandiera, un calcio legato ai sentimenti, alle ragioni del cuore più che al “dio denaro”. Ultimi esempi di una fedeltà ai colori sociali, di una fedeltà che potrebbe aver precluso loro carriere più importante con ancora maggiori successi. Zanetti, dopo tanti anni di bocconi amari con l’Inter, è riuscito ad ottenere grandi risultati. Ledesma, in biancoceleste, ha conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana ma il popolo laziale è pronto a festeggiare con la sua bandiera nuovi traguardi.

Giuseppe Opromolla

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