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Gregucci: “Mi ricordo tanti pareggi e lo zampino di Ruben Sosa”

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ROMA LAZIO INTERVISTA GREGUCCI – Chi di derby ne sa qualcosa è sicuramente Angelo Gregucci. Raggiunto dai microfoni della radio ufficiale biancoceleste, l’ex capitano della Lazio ha ricordato le innumerevoli sfide alla Roma, senza esimersi da un commento sul flop italiano in Europa.

Il ricordo del derby: parla Gregucci

Derby dopo due anni di Serie B? Erano i derby del sesto, settimo, ottavo posto. Terrificanti sotto il punto di vista della pressione, ricordo il Prefetto di Roma che entra nello spogliatoio prima dell’inizio del derby e ci dice che il comportamento sarebbe dovuto essere esemplare. C’era una pressione eccessiva. Noi venivamo dagli anni bui, e iniziavamo progressivamente la nostra risalita, la Roma stava scendendo un po’. C’erano giocatori in campo molto più performanti di quelli di oggi”.

Il derby di oggi

“Arriva meglio la Lazio sotto tanti punti di vista, siamo noi i favoriti. È l’episodio che tante volte ti condiziona la partita, e devi andarlo a leggere, a interpretarlo bene. Chi avrà tanta tensione, sarà un po’ inceppato. I romani pativano in modo terrificante la partita, da una parte all’altra. Si mettevano in un mondo tutto loro, si caricavano di una pressione disumana. A volte esplodi, a volte ti blocchi”.

La scelta tra il gol di Di Canio e quello di Gascoigne

“Mi ricordo i tanti pareggi e lo zampino di un piccoletto, Ruben Sosa. Era fastidioso per loro. All’epoca lo soffrivano. Di Canio era il nemico numero uno della Roma, una sorta di caccia all’uomo. E noi lì tutti a difendere. Me lo ricordo prima dell’ingresso in campo, mi ha dato la mano, tra un po’ me la spacca”.

Problema europeo per il calcio italiano

“La Roma fa partita quasi pari con la sesta, settima del campionato olandese. Nei miei anni, la Serie A era molto più forti a livello internazionale rispetto a quella attuale. Abbiamo un squadra in Conference e una in Europa, non abbiamo nessuno in Champions, questo ci deve far riflettere. Il sistema calcio italiano non si pone interrogativi importanti e ha un periodo di immobilismo troppo lungo. C’è da fare qualcosa. Andando avanti così, siamo il Titanic che va avanti contro l’iceberg, dobbiamo necessariamente cambiare”.

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