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Immobile e la Scarpa d’Oro: “È sorta di vendetta. Lazio? Qui sono felice”

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LAZIO IMMOBILE INTERVISTA MARCA – Tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Dall’avvenuta consegna della Scarpa d’Oro, Ciro Immobile è diventato uno dei giocatori più richiesti dalla stampa per un’intervista. Perfino dall’estero lo hanno cercato. E trovato. Il quotidiano spagnolo Marca ha pubblicato una lunga chiacchierata intrattenuta col bomber laziale, che ha raccontato nel dettaglio la gioia per il premio ricevuto. Spaziando anche su temi legati al suo futuro in biancoceleste e all’esperienza in azzurro. Ecco le sue parole.

Lazio, l’intervista di Immobile al quotidiano Marca

“È stato bello aspettare il trofeo, la cosa più importante è che l’ho presa – ride -. Dopo un romanista non potevo mancare io: Toni e Totti erano giocatori straordinari e campioni del mondo. Sono orgoglioso di seguire le loro orme e vedere il mio nome tra tutti i grandi calciatori che hanno vinto prima di me. Questa Scarpa d’Oro è una sorta di vendetta, ma non contro qualcuno personalmente. Nel calcio ognuno ha il suo momento e la scorsa stagione è stato il mio”.

Immobile e le sue passioni

“Ho scoperto la passione per la cucina e per il giardino. Poi ballo con mia moglie e i miei figli. Questo mi ha fatto andare avanti. La Juve a 17 anni? É stato un cambiamento difficile per me tra due realtà completamente diverse. A quel tempo ero giovane e pieno di sogni per arrivare in Serie A. Per farlo devi sacrificarti tanto e avere un amore assoluto per il calcio. Ho lavorato duramente per arrivare a questa Scarpa d’Oro. So che molti giovani hanno questi sogni e stanno attraversando un momento difficile in questo periodo di pandemia. Ma voglio incoraggiarli: stringete i denti, non mollate, perché tutti abbiamo l’opportunità di realizzare i nostri sogni professionali. Mia madre venne a Torino per farmi tornare a casa, era il giorno del mio compleanno. Mi disse: ‘Sbrigati e torna, che ci fai qui?’ Fortunatamente, per una volta, non ho ascoltato mia madre”.

L’intervista di Immobile: la sua Lazio, le esperienze all’estero e la Nazionale

“A Roma siamo felici, la mia famiglia adora la città. Insieme alla società e all’allenatore Inzaghi stiamo costruendo insieme un progetto che ci ha portato tanti successi. E vogliamo lavorare per altre gioie. È stato difficile prendere l’eredità di Klose alla Lazio. La stessa situazione mi è capitata al Borussia Dortmund dopo l’addio di Lewandowski. Non mi piacciono i confronti. All’estero ho comunque imparato molto anche se, a livello sportivo, le cose non sono andate in modo ottimale. Klopp è stato impressionante, si distingue per il suo spirito combattivo. Tuchel mi è sembrato un tipo meticoloso, un allenatore all’italiana. Zeman era un tecnico da “attacco, attacco e attacco”. Questo mi ha regalato il primo titolo da capocannoniere in Serie B nel 2012 con il Pescara. In quella squadra c’erano anche Insigne e Verratti. La Nazionale? Non andare al Mondiale 2018 la più grande delusione della mia carriera. Ma come spesso accade, abbiamo imparato molto da questo. Con Mancini ora stiamo facendo un risultato fantastico e i risultati parlano chiaro. Si sente che i tifosi sono di nuovo entusiasti dell’Italia”.

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