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Immobile e l’azzurro: “Devo segnare di più con l’Italia: sono ottimista per l’Europeo”

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LAZIO IMMOBILE ITALIA – Sono giorni speciali, per Ciro Immobile. La consegna della Scarpa d’Oro avvenuta in Campidoglio ha portato alla ribalta l’attaccante campano, omaggiato dagli addetti ai lavori e dai compagni di squadra. Contro il Crotone Ciro avrebbe voluto festeggiare l’ambìto premio con un gol: la segnatura non è arrivata, ma la Lazio ha vinto comunque. L’ex attaccante di Torino e Pescara è stato intervistato in esclusiva da La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.

L’intervista ad Immobile: dalla Lazio all’Italia

“Nel calcio, ognuno ha il suo momento. E nella scorsa stagione ho avuto il mio. Io e la mia famiglia siamo felici a Roma. Con la società e l’allenatore Inzaghi stiamo costruendo da anni un progetto con tanti successi. E vogliamo arrivare più su”.

Sull’esperienza in azzurro

“L’Italia è una squadra molto forte con tanti giovani di grandi prospettive. Per l’Europeo siamo molto ottimisti e le gare del girone si svolgeranno a Roma: avremo più motivazioni. I gol in Nazionale? A quanto pare, ne ho segnati così tanti nei club che avevo esaurito la mia polvere con gli azzurri – ride, ndr -. È vero, devo lavorare sulla mia media. Non andare al Mondiale è stato uno dei momenti più oscuri e deludenti della mia carriera. Con Mancini un lavoro fantastico dal 2018: i risultati parlano da soli. E i tifosi sono di nuovo entusiasti”.

Il paragone con Klose

“Incredibilmente difficile: Miro era un idolo. Come quando al Dortmund ho preso il posto di Lewandowski. Impossibile sostituire giocatori così eccezionali,puoi solo cercare il tuopercorso di successo. Ho superato Klose come gol? Non mi piacciono questi confronti. Miro non è stato alla Lazio quanto me”.

Sugli allenatori avuti e sulle esperienze all’estero

“Anche se non sono andate in modo ottimale in termini sportivi, ho portato via molto dalla Germania e dalla Spagna. Sperimentare altre culture è un processo di apprendimento Klopp? Impressionante: la volontà di lottare per ogni palla bruciava dentro di te dai suoi occhi appena ti parlava. Tuchel? Un tipo meticoloso. Zeman? Un infinito “attacco, attacco, attacco”.

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