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Mauri: “La squadra non era abituata a giocare la Champions. Questo andamento era inevitabile”

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MAURI LAZIO – La fatica di giocare ogni tre giorni si sta facendo sentire per la Lazio di Simone Inzaghi. Gli impegni così ravvicinati non permettono ai biancocelesti di risalire la classifica in campionato. Un momento poco brillante che ha commentato anche l’ex calciatore Stefano Mauri ai microfoni di TMW.

Le parole di Stefano Mauri

“Credo che fosse nell’aria questa situazione. Quando una squadra gioca la Champions e non è abituata, è inevitabile che in campionato lasci qualcosa per strada. Nel primo tempo si è vista una grossa differenza ma la Lazio non ha concretizzato. Il secondo tempo è stato più equilibrato e addirittura meritava di più il Benevento. È normale fare bella figura in Champions dopo anni che non ci vai. Si tratta di un fattore mentale e fisico. In campionato devi fare turnover, poi i giocatori sono stanchi per le energie mentali che lasci per strada affrontando la Champions”.

Sulla Lazio

“Credo che la squadra sia molto forte, lo ha dimostrato lo scorso anno prima del lockdown e anche ora nelle partite importanti. Il problema è che quando ha solo due giorni per preparare la partita e recuperare, fa fatica. Quando la Lazio ha la possibilità di avere una settimana di lavoro, i risultati di vedono. Ma quando giochi ogni 2-3 giorni fa fatica, riescono meno a recuperare fisicamente e a preparare le partite. E poi ci sono gli episodi che fanno la differenza”.

Il mercato

“C’era poco da investire, con la pandemia tutte le società hanno avuto grosse difficoltà economiche. Muriqi lo volevano anche altri, è un giocatore importante ma lo abbiamo visto poco, Pereira ha fatto vedere buone qualità, può giocare al posto di Correa e Luis Alberto, è un acquisto importante ma serve tempo per adattarsi. Poi c’è la situazione Lulic, che ancora deve tornare. Non credo sia un ciclo finito. Certo, ci sono giocatori a scadenza a fine anno, poi c’è anche in bilico il futuro di Inzaghi. Vedremo poi se arriveranno offerte per Milinkovic, Correa e Luis Alberto. Vedremo cosa deciderà a fine stagione la società”.

Su Inzaghi

“Ha dimostrato l’amore per i colori e per questa società. Per Lotito è un di famiglia e cercheranno di andare avanti. Quando in una squadra un tecnico sta 4-5 anni forse è troppo. E se non cambi il tecnico, devi cambiare almeno 5-6 elementi in rosa, altrimenti la situazione poi diventa monotona. Vedi la Juve, che dopo alcuni anni ha cambiato Conte e Allegri, per dare nuove motivazioni”.

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