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Patric si racconta: “Da piccolo mi piacevano Dani Alves e Sergio Ramos. Della Lazio ammiravo Nesta”

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PATRIC DANI ALVES SERGIO – In un’intervista rilasciata ai microfoni di Lazio Style Summer, il difensore biancoceleste Patric ha parlato della sua esperienza alla Lazio e di tanti altri argomenti a lui cari. Di seguito il testo integrale dell’intervista.

Le parole di Patric sui tipici pensieri di un calciatore, quando si è a luglio

“Si pensa alla preparazione, che è fondamentale per approcciare nel migliore dei modi alla nuova stagione. Credo che sia una delle cose più importanti dell’anno perché la benzina che metti nelle gambe è importante per il corso dell’annata”.

Sul quanto gli è piaciuto conquistarsi l’affetto dei tifosi

“Un piacere enorme. I tifosi notano il lavoro che ho fatto, rinnovare è stata una scelta facile, è bello stare qui, mi sento a casa mia. Come tutte le famiglie, ci sono anche momenti di difficoltà ma ora sto vivendo un periodo bellissimo in cui sono felice e cercherò di prolungarlo il più possibile”.

Sul significato da attribuire al suo rinnovo

“Per me vuol dire tanto, cerco di crescere ogni anno per portare la Lazio sempre più in alto. Rispetto a quando sono arrivato, la Società è diventata più grande, siamo andati in Champions due anni fa, giochiamo sempre in Europa e puntiamo sempre a grandi obiettivi”.

Sul momento più bello della passata stagione

Probabilmente il gol del pareggio di Milinkovic in casa della Juventus, quando ci siamo qualificati matematicamente in Europa League. Lo scorso anno venivamo da un cambiamento importante a livello tattico, con il cambio di Inzaghi con Sarri: da Natale in poi, la squadra ha capito cosa vuole il mister ed ha giocato molto meglio, meritando la qualificazione”.

Sui suoi idoli calcistici

“Mi piacevano tanto Dani Alves e Sergio Ramos, non avevo il loro poster però erano loro i miei idoli da piccolo”.

Sui sacrifici fatti dai suoi genitori per permettergli di giocare

“Vengo da un paese molto piccolo. Quindi quando andai via di casa a 12 anni, mia madre pianse molto, cadde quasi in depressione. Ero a 700 km da casa, mio padre faceva il doppio lavoro, usciva di casa alle 6 di mattina e tornava alle 21, per prendere quei soldi per venirmi a vedere tutte le settimane. Alcuni miei compagni invece non vedevano i loro genitori per molti mesi”.

Sulla sua prima esperienza lontano da casa

“Arrivai a Villarreal in prova: era inverno, non uscii e non mangiai per tre giorni, piangevo e basta. Non mi venne a cercare nessuno, fu molto dura come esperienza. Però volevo fare il calciatore, è una cosa che o ce l’hai o non ce l’hai dentro. Ti aiuta ad approcciare nel modo giusto, ho sempre pensato di potercela fare, non ho mai pensato di mollare”.

Sulla sua partita perfetta

“Ricordo una mia doppietta con il Barcellona B contro l’Espanyol, con la Lazio ce ne sono diverse. Mi vengono in mente le gare vinte in casa contro Borussia Dortmund ed Inter (2020 e 2021, ndr)”.

Sul suo rapporto con il numero 4

“Mi piace molto, però non c’è niente che mi lega a lui in modo particolare”.

Sui suoi cimeli sportivi

“Non sono un collezionista, solitamente conservo a casa le mie maglie speciali, come quella del debutto in Champions, o quelle dei miei amici”.

Sul suo primo incontro con Messi

“Sì, ricordo un allenamento. Guardiola portava tanti giovani durante gli allenamenti, Leo faceva ogni volta delle cose incredibili”.

Sulle persone con cui vorrebbe uscire a cena

Sicuramente cercherei una persona in grado di farmi ridere, uno alla Pepe Reina o Joaquin del Betis.

Sull’esistenza dell’amicizia nel calcio

“Sì, senza dubbio. Il calcio ti dà dei valori importanti come la disciplina, l’esperienza e l’amicizia e questo è importante anche nella vita”.

Su quel che si comprò con il primo stipendio

“Feci un regalo a mia madre, ora però non ricordo esattamente cosa”.

Sulle sue zone di Roma preferite

“Dico Colosseo e Vaticano. In generale, mi piace girare per il centro. Vivo all’Olgiata, mi trovo molto bene lì”.

Sulle caratteristiche che devono avere le ragazze che vorrebbero conquistarlo

“Mi piace la gente fedele e leale, interessata a quello che sono io come uomo più che come calciatore. Sono riservato, ma se sai prendermi mi apro completamente”.

Su come impiega il proprio tempo libero

“Mi piace tanto ascoltare musica, la sento quasi tutto il giorno: dopo il calcio, è la cosa che mi piace di più”.

Sulle sue canzoni preferite

“Non ne ho una in particolare, dipende dal momento. A volte voglio rilassarmi, prima degli allenamenti, o durante le sedute in palestra, invece ascolto il reggaeton. Ovviamente sento anche il flamenco, che va forte da noi in Spagna“.

Sui suoi calciatori preferiti nella Lazio

“Ce ne sono stati tanti, da difensore però dico Nesta. Per la Lazio, e non solo, è stato una figura importantissima”.

Sulle follie fatte dai tifosi per lui

“Un giorno un tifoso ha scoperto dove abitavo ed è venuto a citofonarmi sotto casa, lo ha fatto quasi per una settimana (ride, ndr). Io non volevo che scoprisse dove abitavo, alla fine le persone sotto casa sono diventate una decina”.

Sui calciatori “rivelazione” nella prossima Serie A

“Ci sono molti calciatori giovani che mi piacciono, dico Deulofeu dell’Udinese. Già lo scorso anno ha fatto bene, è come se fosse mio fratello. Abbiamo abitato insieme per sei anni a Barcellona, già da piccolo era fenomenale, poi ha avuto qualche infortunio ma ama il calcio ed è un grande professionista, che punta a migliorarsi ogni stagione”.

Sul nuovo gruppo biancoceleste

“Sto conoscendo molti nuovi calciatori in rosa, quelli che già c’erano sanno che ci sarò sempre per loro ed è bello rimanere ancora di più in questa squadra, soprattutto con chi ho passato tanti anni insieme come Marusic, Milinkovic ed Immobile“.

Sulle sue abilità in cucina

“In cucina? Me la cavo Malissimo. So fare le uova e poche altre cose (ride, ndr)”.

Sugli altri sport

“Seguo altri sport? No, mi interessa solo il calcio”.

Su cosa direbbe a se stesso se potesse tornare nel 2012

“Il tempo ti dà la risposta a tante cose. Ho maturato forse più tardi ma la vita è così e va accettata come viene. Cercherei di essere più maturo e tranquillo, senza avere fretta perché le cose arrivano con il tempo. Ma se sono qui è anche per quello che ho imparato dal passato”.

Sui consigli che darebbe a chi si approccia al calcio per la prima volta

“Anzitutto di divertirsi, è la cosa più importante. Anche i sacrifici sono importanti, il calcio porta solo cose belle ad un bambino, richiede orari, responsabilità e permette di fare sport”.

Se tra vent’anni pensa che sarà felice

“Sarò felice se continuerò ad avere con me la mia famiglia ed i miei amici, che mi vorranno per quello che sono. Essere sempre umile ed una brava persona, credo che questa sia la cosa più importante”.

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